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Francesco: i giovani hanno diritto all'istruzione nonostante le guerre

E' necessario assicurare ai bambini e ai ragazzi l'accesso all'istruzione anche nei Paesi coinvolti da violenze e terrorismo. Lo ha chiesto il Papa al termine dell'udienza generale ricordando l'odierna Giornata internazionale dell'Onu per la tutela dell’educazione dagli attacchi nell'ambito dei conflitti

Adriana Masotti - Città del Vaticano

Conclusa la catechesi all'udienza generale del mercoledì e dopo i saluti nelle varie lingue, Papa Francesco ha ricordato che oggi si celebra la prima Giornata internazionale della tutela dell’educazione dagli attacchi, nell’ambito dei conflitti armati, e ha rivolto un appello affinchè sia garantita ai bambini e ai giovani l'educazione e l'istruzione cui hanno diritto e bisogno per crescere. 

Invito a pregare per gli studenti che vengono privati così gravemente del diritto all’educazione, a causa di guerre e terrorismo. Esorto la Comunità internazionale ad adoperarsi affinché vengano rispettati gli edifici che dovrebbero proteggere i giovani studenti. Non venga meno lo sforzo per garantire ad essi ambienti sicuri per la formazione, soprattutto in situazioni di emergenza umanitaria. 

La prima edizione della Giornata

La Giornata è un'iniziativa dell’Onu che oggi la celebrerà con una condanna da parte dell’Assemblea generale agli attacchi all’istruzione e all’uso militare delle scuole in violazione del diritto internazionale. Da parte sua, in un recente rapporto, l’Unhcr (l'Agenzia Onu per i rifugiati) mette in guardia dalla doppia piaga del Covid-19 e degli attacchi alle scuole, che prendono di mira insegnanti e alunni, minacciando di azzerare le conquiste raggiunte nell’ambito dell’istruzione dei rifugiati e distruggere i sogni di milioni di giovani. 

Le scuole chiuse nel Sahel

Un solo esempio: in tutto il Sahel, milioni di persone sono fuggite da gruppi armati che lo scorso anno hanno attaccato indiscriminatamente sia i civili che le istituzioni statali, comprese le scuole. Alla fine del 2019, più di 3.300 scuole sono state chiuse nelle diverse regioni, colpendo quasi 650 mila bambini e più di 16 mila insegnanti. Secondo l'Unicef, tra aprile 2017 e dicembre 2019, il numero delle scuole chiuse a causa delle violenze in Burkina Faso, Mali e Niger è aumentato di sei volte.  Nel solo Burkina Faso, 2.500 scuole hanno chiuso a causa delle violenze, privando 350 mila bambini dell’accesso all’istruzione.

Ignorate le norme giuridiche a tutela dei minori 

Il diritto internazionale offre oggi un'ampia tutela giuridica ai diritti dei bambini coinvolti nei conflitti armati grazie agli strumenti "storici"del diritto umanitario e alle più dettagliate e recenti disposizioni come le quattro Convenzioni di Ginevra. Numerosi protocolli, carte e dichiarazioni stabiliscono criteri e prevedono la protezione dei minori nell'ambito della tutela della salute, dell'istruzione, del lavoro, dell'arruolamento. Tuttavia, nella realtà, i bambini rimangono le prime vittime delle violenze e delle guerre che ancora oggi sconvolgono molti Paesi del mondo. 

Don Renato Sacco: 

A sottolineare l'importanza dell'appello del Papa e l'opportunità di questa Giornata è, ai nostri microfoni, don Renato Sacco, coordinatore di Pax Christi.

Ascolta l'intervista a don Renato Sacco

Il sacerdote ricorda che cosa significa le scuole chiuse per i bambini: oltre alla mancata istruzione, le conseguenze per loro sono l'esposizione al rischio di malnutrizione, perchè spesso a scuola c'è la possibilità di fare un pasto, di arruolamento come soldati, la vendita sul mercato dello sfruttamento sessuale o degli organi. C'è poi il fenomeno tanto diffuso del lavoro minorile. Ma don Sacco sottolinea, prima di tutto, gli interessi che spingono combattenti e terroristi a colpire proprie le scuole e le università durante gli attacchi: è la volontà di negare la crescita dei ragazzi, la loro stessa capacità di pensare per poter contare su una popolazione fragile e incapace di scegliere e di costruire il proprio futuro. E' necessario, conclude, passare dalle parole ai fatti, le Convenzioni ci sono ma bisogna rispettarle nella pratica e per questo ci vuole un cambio radicale della mentalità e del cuore di tanti.

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09 settembre 2020, 10:50