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“Gesù ci dice coraggio”. Tweet di Francesco per la giornata di prevenzione dal suicidio

Il Papa mette l’accento sulla “consolazione di Dio che sostiene” in questo tempo di pandemia che sgretola le certezze. L’allarme di esperti e associazioni, che stimano un aumento dei suicidi legati al lockdown e alla crisi economica. Telefono Amico: raddoppiate le richieste di aiuto

Marco Guerra – Città del Vaticano

La Giornata Mondiale per la Prevenzione del Suicidio, che ricorre oggi, giovedì 10 settembre, è al centro del pensiero di Papa Francesco espresso tramite un tweet:

Oggi, nel dramma della #pandemia, di fronte a tante certezze che si sgretolano, di fronte a tante aspettative tradite, nel senso di abbandono che ci stringe il cuore, Gesù dice a ciascuno: “Coraggio: apri il cuore al mio amore. Sentirai la consolazione di Dio, che ti sostiene”

Il valore sacro di ogni vita

Il Papa ricorda quindi la sacralità e l’inviolabilità di ogni vita, che è sempre degna di essere vissuta, e pone l’accento sulla forza della fede e sulla vicinanza fraterna alle persone più vulnerabili, che sono state colpite dalle conseguenze sociali, sanitarie ed economiche della pandemia da coronavirus.

800 mila morti nel mondo ogni anno

Il suicidio resta dunque un enorme problema di salute pubblica, che riguarda persone di ogni età, sesso e classe sociale. “Circa 800 mila persone muoiono ogni anno per suicidio, una persona ogni 40 secondi; è la seconda principale causa di morte tra i 15-29 anni a livello globale e si verifica in tutte le regioni del mondo”, ricorda il professor Gabriele Sani, direttore dell'Unità Operativa Complessa di Psichiatria Clinica e d'Urgenza del Policlinico Universitario Gemelli, occasione della Giornata istituita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Secondo l’esperto i fattori di rischio per il suicidio includono esperienze di perdita, solitudine, discriminazione, rottura di una relazione, problemi finanziari, dolore e malattia cronici, violenza, abusi e conflitti o altre emergenze umanitarie.

Le conseguenze della pandemia

In tutto il mondo si è registrato un aumento di forme depressivo-ansiose, anche in soggetti sani, a causa dell’isolamento sociale durante il lockdown, della minaccia alla salute del Covid-19 e del possibile ritorno di conseguenti misure restrittive. A tutto questo si aggiunge l’ansia per il futuro e per il deterioramento delle condizioni socio-economiche. Preoccupano le stime che arrivano da alcuni Paesi, in Messico gli specialisti ritengono che il numero di persone che si tolglieranno la vita potrebbe aumentare del 20%.

Aumentano le richieste di aiuto

In Italia, dove avvengono circa 4000 suicidi l’anno, il servizio di ascolto telefonico offerto dall’associazione “Telefono Amico Italia” ha rilevato un “netto aumento delle richieste di aiuto e segnalazioni relative al suicidio gestite nell’arco degli ultimi 6 mesi, quasi 2 mila, oltre il doppio rispetto allo stesso periodo dello scorso anno”.

Rigon: la solitudine ha colpito tutti

“Il suicidio è un fenomeno trasversale a tutti i vari indicatori, ma per quanto riguarda i contatti al nostro numero e al servizio whatsapp la quantità di persone che parlano di suicidio tra 18 e 25 anni è più elevata di quella di altre fasce di età, probabilmente i ragazzi vedono tutto bianco o nero e fanno difficoltà a vedere la scala di colori della vita rispetto agli adulti”, racconta a Vatican News la vice-presidente di Telefono Amico, Cristina Rigon. “Le cause sono moltissime e non sono ascrivibili ad un unico fenomeno - spiega ancora la Rigon – sicuramente le crisi economiche sono un fattore importante. Questi mesi sono stati difficili per tutti, chi soffriva già di disagi ha visto acuire le proprie problematiche, la solitudine ha colpito tutte le fasce di popolazione”.

Ascolta l'intervista Cristina Rigon

Fondamentale il servizio di ascolto

Sul fronte della prevenzione la vice-presidente di Telefono Amico mette l’accento sul dialogo: “Tutti i servizi di help line puntano sul dialogo, in una società come la nostra che vuole tutti iper-performanti, sempre attivi, e chi sta male tende a mettere la testa sotto la sabbia ed evita di raccontare il proprio disagio. Qualcuno che ti ascolta può essere il sacerdote, uno psicologo, l’operatore di telefono amico o anche un amico”.

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10 settembre 2020, 13:14