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Papa Francesco dona 35 respiratori per l’emergenza Covid-19

Dall'America Latina all'Asia passando per Africa e Europa: la vicinanza di Francesco attraverso l'instancabile lavoro dell'Elemosineria Apostolica arriva nei punti del mondo più in affanno con sistemi sanitari in ginocchio a causa della pandemia

Gabriella Ceraso - Città del Vaticano 

Hanno raggiunto i Paesi del mondo più in difficoltà, quelli colpiti in modo grave dalla pandemia e con i sistemi sanitari più critici, rappresentando, in ogni caso, la vicinanza concreta e l'amore paterno di Francesco. L'Elemosineria Apostolica in un comunicato fa sapere che solo nelle ultime settimane, tramite le Nunziature apostoliche, il Santo Padre ha donato 35 respiratori.

Macchinari salvavita

Si tratta di ventilatori polmonari cruciali per salvare la vita dei pazienti con forme più gravi di Covid- 19. In questi mesi ne abbiamo sentito parlare in continuazione, perché il numero di chi ne avrebbe avuto bisogno è stato, ovunque, superiore alla disponibilità di queste macchine che in sostanza, tramite ventilazione meccanica, aiutano i pazienti con insufficienza respiratoria, uno dei sintomi più gravi del coronavirus.

America e Africa

Nell'elenco dettagliato fornito dall'Elemosineria si passa dal continente americano, all'Africa fino ad arrivare all'Europa e all'Asia. 4 sono stati inviati ad Haiti e 2 alla Repubblica Dominicana, altrettanti in Bolivia, mentre 4 hanno raggiunto il Brasile, cui Francesco ha assicurato le sue preghiere, facendosi presente per ben tre volte telefonicamente ai vescovi e raccomandando loro di affidarsi alla Madonna di Aparecida.

Quest'ultimo Paese risulta ad oggi uno dei luoghi più critici a causa della diffusione del virus: 55mila vittime, oltre 1 milione di casi confermati, il peggior bilancio dopo gli Stati Uniti dove se ne contano quasi 2 milioni e mezzo con 124mila morti.

Europa e Asia

Sempre restando nel sud dell'America 3 ventilatori donati da Francesco hanno raggiunto la Colombia e 2 l'Ecuador con i suoi oltre 4300 contagiati. I macchinari sono stati consegnati dal nunzio apostolico al ministro della Salute Pubblica per l'ospedale "Eugenio Espejo" di Quito dove, come ha riferito il rappresentante della Santa Sede e arcivescovo della città monsignor Andrés Carrascosa Coso, il gesto è stato percepito come “un balsamo” dalla popolazione.

Ancora 3 i ventilatori che sono arrivati in Honduras, altrettanti in Messico e 4 in Venezuela, dove la crisi sanitaria si associa ad una difficile situazione sociale ed economica. Poi l'Africa: nel continente la carezza e la vicinanza del Papa ha raggiunto il Camerun e lo Zimbabwe con 4 ventilatori in tutto, quindi  l'Asia con 2 macchinari per il Bangladesh, e infine l'Europa con 2 ventilatori polmonari per l’Ucraina dove si contano ad oggi più di mille vittime.

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26 giugno 2020, 17:10