Francesco: troppi i cristiani perseguitati, ma attenzione ai compromessi

“Beati coloro che sono perseguitati a causa della giustizia, perché di essi è il regno dei Cieli”. E’ l’ultima delle Beatitudini su cui il Papa riflette all'udienza generale. Ma avverte che anche i cristiani possono essere fonte di disprezzo quando perdono "il sapore di Cristo e del Vangelo”

Adriana Masotti - Città del Vaticano

Con la catechesi all’udienza generale di oggi, pronunciata ancora dalla Biblioteca del Palazzo apostolico a causa delle limitazioni di questo periodo segnato dal coronavirus, Papa Francesco porta a termine il ciclo di riflessioni sulle otto Beatitudini evangeliche. L’ultima, come la prima, promette la felicità cioè il regno dei Cieli che sarà dei perseguitati per la giustizia come dei poveri in spirito. Si conclude così, dice il Papa, “un percorso unitario dipanato negli annunci precedenti”.

Il sentiero delle Beatitudini è un cammino pasquale che conduce da una vita secondo il mondo a quella secondo Dio, da un’esistenza guidata dalla carne – cioè dall’egoismo – a quella guidata dallo Spirito.

La vita del Vangelo dà fastidio al mondo 

Ma questo tipo di esistenza, prosegue Francesco, non può essere approvato dal mondo che ha altre priorità. Le sue "strutture di peccato" non possono che rifiutare i valori delle Beatitudini e “dichiarare la vita secondo il Vangelo come un errore e un problema. E sottolinea:

Se il mondo vive in funzione del denaro, chiunque dimostri che la vita può compiersi nel dono e nella rinuncia diventa un fastidio per il sistema dell’avidità. Questa parola “fastidio”, è chiave, perché la sola testimonianza cristiana, che fa tanto bene a tanta gente perché la segue, dà fastidio a coloro che hanno una mentalità mondana. La vivono come un rimprovero.

L'accanimento contro i cristiani nelle dittature europee

Papa Francesco riprende la lettura osservando che "quando appare la santità ed emerge la vita dei figli di Dio, in quella bellezza c’è qualcosa di scomodo che chiama ad una presa di posizione: o lasciarsi mettere in discussione e aprirsi al bene o rifiutare quella luce e indurire il cuore, anche fino all’opposizione e all’accanimento". E il suo pensiero va alle persecuzioni del secolo scorso in Europa:

E’ curioso, attira l’attenzione vedere nelle persecuzioni dei martiri, crescere la ostilità fino all’accanimento. Basta vedere le persecuzioni del secolo scorso delle dittature europee: come si arriva all’accanimento contro i cristiani, contro la testimonianza cristiana e contro la eroicità dei cristiani.

La vicinanza del Papa ai martiri di oggi

Ma la persecuzione del mondo, osserva Papa Francesco, è anche liberazione dagli idoli del mondo e chi è rifiutato per causa di Cristo sa di aver trovato “qualcosa che vale più del mondo intero”. E il suo pensiero va ai cristiani anche oggi perseguitati:

È doloroso ricordare che, in questo momento, ci sono molti cristiani che patiscono persecuzioni in varie zone del mondo, e dobbiamo sperare e pregare che quanto prima la loro tribolazione sia fermata. Sono tanti, i martiri di oggi sono più che nei primi secoli. Esprimiamo a questi fratelli e sorelle la nostra vicinanza: siamo un unico corpo, e questi cristiani sono le membra sanguinanti del corpo di Cristo che è la Chiesa.

Attenzione però a non sentirsi sempre vittime

C’è però una distinzione da fare perché, afferma Papa Francesco, “non sempre il disprezzo degli uomini è sinonimo di persecuzione, “c’è anche un disprezzo che è colpa nostra” e questo accade quando i cristiani, sale della terra, perdono “il sapore di Cristo e del Vangelo”. E’ necessario allora, prosegue, “essere fedeli al sentiero umile delle Beatitudini, perché è quello che porta ad essere di Cristo e non del mondo”. La persecuzione ci fa somigliare a Cristo in croce, afferma ancora il Papa, a Lui che fu “disprezzato e reietto dagli uomini”. Ma “accogliere il suo Spirito ci può portare ad avere tanto amore nel cuore da offrire la vita per il mondo senza fare compromessi con i suoi inganni e accettandone il rifiuto”.

I compromessi con il mondo sono il pericolo: il cristiano sempre è tentato di fare dei compromessi con il mondo, con lo spirito del mondo. Questa – rifiutare i compromessi e andare per la strada di Gesù Cristo – è la vita del Regno dei cieli, la più grande gioia, la vera letizia. 

Nelle persecuzioni Cristo è sempre accanto a noi

Il Papa conclude con un invito a non perdere il coraggio:

Nelle persecuzioni sempre c’è la presenza di Gesù che ci accompagna, la presenza di Gesù che ci consola e la forza dello Spirito che ci aiuta ad andare avanti. Non scoraggiamoci quando una vita coerente del Vangelo attira le persecuzioni della gente: c’è lo Spirito che ci sostiene, in questa strada.

Che Santa Caterina protegga l'Italia e l'Europa

Al termine della catechesi, nei saluti ai fedeli di lingua italiana, Papa Francesco ricorda Santa Caterina da Siena compatrona d'Italia, di cui la Chiesa fa oggi memoria, "una grande figura di donna", afferma, sempre sostenuta dalla speranza anche nei momenti più difficili, e con un pensiero all'oggi dice infine: 

Chiedo a Santa Caterina che protegga l’Italia durante questa pandemia; e che protegga l’Europa, perché è patrona d’Europa, che protegga tutta l’Europa perché rimanga unita.

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29 aprile 2020, 10:00