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Francesco: guardare alla Madonna con più fede e speranza

Nelle parole successive al Regina Caeli, il Papa esorta a pregare il Rosario in vista del mese di maggio, dopo la lettera inviata ieri a tutti i fedeli. Francesco ricorda la Giornata mondiale contro la malaria e ringrazia chi lotta contro la malattia

Marco Guerra – Città del Vaticano

L'invito lo aveva fatto ieri a tutto il popolo di Dio con la lettera con cui invitava le famiglie in particolare a pregare il Rosario nelle case durante il mese di maggio, assieme a due preghiere pensate per questo periodo di pandemia. Al termine del Regina Coeli il Papa lo ha ribadito a voce, sottolineando l’importanza della preghiera mariana durante il mese tradizionalmente dedicato alla Madonna:

“Tra pochi giorni inizierà il mese di maggio, dedicato in modo particolare alla Vergine Maria. Con una breve Lettera – pubblicata ieri – ho invitato tutti i fedeli a pregare in questo mese il santo Rosario, insieme,  in famiglia o soli, e pregare una della due preghiere che ho messo a disposizione di tutti. La nostra Madre ci aiuterà ad affrontare con più fede e speranza il tempo di prova che stiamo attraversando”.

Un’attenzione alla Madonna che la Chiesa rinforza nella devozione popolare e che Francesco esorta a tenere viva della dimensione domestica dovuta alle restrizioni della pandemia.

Francesco ha rivolto anche un saluto a tutti coloro che oggi, in Polonia, partecipano alla “Lettura Nazionale della Sacra Scrittura”, ripetendo un concetto caro, quello di prendere la buona abitudine di portare con sé il Vangelo e di leggerlo spesso.

L’impegno contro la malaria

Il Santo Padre ha menzionato anche la Giornata Mondiale delle Nazioni Unite contro la malaria, celebrata ieri, al fine di destare l’impegno per prevenire e curare la malattia, che minaccia miliardi di persone, dicendo il suo grazie a quanti sono in prima linea nella lotta contro questa piaga:

Sono vicino a tutti i malati, a quanti li curano, e a coloro che lavorano perché ogni persona abbia accesso ai buoni servizi sanitari di base.

Come in altre occasioni, conclusi i saluti a voce nella Biblioteca Apostolica, il Papa si è spostato alla finestra del suo studio per dare il suo saluto e la sua benedizione alla città svuotata dal virus.

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26 aprile 2020, 12:20