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Il Papa tiene l'udienza generale dell'11 marzo nella Biblioteca Apostolica Il Papa tiene l'udienza generale dell'11 marzo nella Biblioteca Apostolica

Francesco: anche nella persona più corrotta c'è un anelito al bene

L’udienza generale del Papa, trasmessa in streaming per evitare la diffusione del Coronavirus, è dedicata alla quarta delle Beatitudini sulla fame di giustizia. "Il Vangelo - ha detto Francesco - è la più grande giustizia che si possa offrire al cuore dell’umanità anche se non se ne rende conto"

Michele Raviart – Città del Vaticano

Le ingiustizie feriscono l’umanità, la società umana ha urgenza di verità e di giustizia sociale, perché “il male subito dalle donne e dagli uomini del mondo giunge fino al cuore di Dio padre”. Con queste parole Papa Francesco affronta il tema dell’udienza generale di oggi, dedicata alla quarta Beatitudine: “Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia perché saranno saziati”.

La giustizia di Dio è più grande di quella umana

Con le sue parole, trasmesse in streaming su Vatican News e non sugli schermi di Piazza San Pietro - chiusa da ieri per evitare la diffusione del coronavirus - il Papa spiega come la fame e la sete siano “bisogni primari”, che “riguardano la sopravvivenza”: “un’esigenza vitale”, quotidiana, “come è il nutrimento”. La fame e la sete di giustizia di cui parla il Gesù, tuttavia, “è ancora più profonda del legittimo bisogno di giustizia umana che ogni uomo porta nel suo cuore”. Anche più del dolore dei poveri e degli oppressi, “che Dio conosce e condivide”, come quando è sceso a liberare il popolo di Israele. Una giustizia che viene da Dio “più grande del diritto umano o della perfezione personale”.

Il desiderio e l'inquietudine di Dio

Una sete più profonda di quella fisica, “un desiderio posto alla radice del nostro essere”, “una fame interiore, un’inquietudine”. Quella che, come recita il Salmo 63, anela a Dio:

In ogni cuore, perfino nella persona più corrotta e lontana dal bene, è nascosto un anelito verso la luce, anche se si trova sotto macerie di inganni e di errori, ma c’è sempre la sete della verità e del bene, che è la sete di Dio. È lo Spirito Santo che suscita questa sete: è Lui l’acqua viva che ha plasmato la nostra polvere, è Lui il soffio creatore che le ha dato vita.

Un bisogno vitale dell'uomo

Per questo, ribadisce Francesco, la Chiesa è mandata ad annunciare a tutti la Parola di Dio, impregnata di Spirito Santo:

il Vangelo di Gesù Cristo è la più grande giustizia che si possa offrire al cuore dell’umanità, che ne ha un bisogno vitale, anche se non se ne rende conto.

Capire cosa conta veramente

Una fame che, se conservata viva, permetterà a un uomo e a una donna che si sposano di trovare sempre la strada per andare avanti. Giovani, bambini… “Ogni persona è chiamata a riscoprire cosa conta veramente, di cosa ha veramente bisogno, cosa fa vivere bene e, nello stesso tempo, cosa sia secondario e di cosa si possa tranquillamente fare a meno”.

“Che il Signore ci dia questa grazia”, conclude Francesco dallo studio della Biblioteca apostolica vaticana, “di avere questa sete di giustizia, che è proprio la voglia di trovarlo di vedere Dio e di fare il bene agli altri”.

Il ringraziamento al carcere di Padova

Al termine dell’udienza, il Papa ha ringraziato la parrocchia del carcere “Due Palazzi” di Padova per la profondità delle meditazioni scritte dalla comunità del penitenziario per la Via Crucis del prossimo Venerdì Santo. “Grazie - ha detto - per aver lavorato tutti insieme”.

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11 marzo 2020, 10:10