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Il Papa a preti e monaci ortodossi orientali: sentitevi non ospiti ma fratelli

Francesco ha ricevuto in udienza giovani sacerdoti e monaci delle Chiese copta, apostolica armena, siro-ortodossa, etiopica, siro malankarese. La vostra visita, ha detto, è “un’opportunità per accogliere il dono dello Spirito che è in voi”

Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano

L’incontro tra cristiani di diverse Chiese, vivificato dall’amore del Signore, risplende nella grazia di uno scambio di doni: “Come Maria ed Elisabetta, le Chiese portano in sé vari doni dello Spirito, da condividere per la gioia e il bene reciproci”. Papa Francesco indica la bellezza di questa condivisione ricevendo in Vaticano un gruppo di sacerdoti membri di una delegazione "panortodossa". A loro il Pontefice offre il suo “affettuoso benvenuto” e manifesta la propria gioia per la visita. (Ascolta il servizio con la voce del Papa)

Possiamo accogliere quello che lo Spirito ha seminato nell’altro come un dono per noi. In questo senso, la vostra visita non è solo un’occasione per approfondire la conoscenza della Chiesa cattolica, ma è anche per noi cattolici un’opportunità per accogliere il dono dello Spirito che è in voi. La vostra presenza ci permette questo scambio di doni ed è motivo di gioia.

Dio è il protagonista del bene

Francesco si sofferma quindi sulla prima lettera ai Corinzi in cui San Paolo, apostolo delle Genti, si rivolge con queste parole al popolo: “Rendo grazie continuamente al mio Dio per voi, a motivo della grazia di Dio che vi è stata data”.

Anch’io oggi rendo grazie per lo stesso motivo, per la grazia di Dio che vi è stata data. Tutto parte da qui, dal vedere la grazia, dal riconoscere l’opera gratuita di Dio, dal credere che è Lui il protagonista del bene che c’è in noi. Questa è la bellezza dello sguardo cristiano sulla vita. Ed è anche la prospettiva nella quale accogliere il fratello, come l’Apostolo insegna.

Semi fecondi

Francesco esprime anche gratitudine per la testimonianza data dalle Chiese ortodosse orientali, che hanno sigillato “nel sangue la fede in Cristo” e che continuano a essere “semi di fede e di speranza anche in regioni spesso segnate, purtroppo, dalla violenza e dalla guerra”. Il Papa invita infine preti e monaci delle Chiese ortodosse orientali a sentirsi “non ospiti, ma fratelli”:

Il Signore è contento di questo, della fraternità tra di noi. Che questa vostra visita, e quelle che con l’aiuto di Dio potranno seguire, diano piacere e gloria al Signore! Che la vostra presenza diventi un piccolo seme fecondo per far germogliare la comunione visibile tra di noi, quell’unità piena che Gesù ardentemente desidera.

L’incontro si è concluso con la preghiera del Padre Nostro, recitata da ognuno nella propria lingua.

Giovani sacerdoti e monaci ortodossi in visita a Roma

I giovani e monaci ortodossi ricevuti da Papa Francesco provengono da diverse Chiese ortodosse orientali: la Chiesa ortodossa copta, la Chiesa apostolica armena, la Chiesa siro ortodossa di Antiochia, la Chiesa ortodossa etiopica, la Chiesa ortodossa siro malankarese. Sono giunti a Roma dai loro rispettivi Paesi: Egitto, Armenia, Libano, Siria, India ed Etiopia. Rispondendo all'invito del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani, questi giovani monaci e sacerdoti sono stati designati dai loro Patriarchi per partecipare ad una visita di studio volta ad approfondire la loro conoscenza della chiesa cattolica. Hanno avuto l'opportunità di visitare tra l'altro luoghi santi di Roma, dicasteri della Curia, Università e Collegi pontifici e soprattutto di incontrare comunità cristiane. Con questa iniziativa, ha detto l'arcivescovo Barsamian prima del discorso del Papa, si è voluto sviluppare il dialogo della carità. Ci auguriamo - ha aggiunto - di proseguire lungo il cammino della piena unità. Il culmine della visita a Roma è l'incontro di oggi con Papa Francesco.

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Incontro del Papa con giovani sacerdoti e monaci delle Chiese ortodosse orientali
21 febbraio 2020, 12:40