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Papa Francesco abbraccia un'anziana durante il viaggio apostolico in Paraguay (2015) Papa Francesco abbraccia un'anziana durante il viaggio apostolico in Paraguay (2015)  La nota

Guardare col cuore è vedere il fratello oltre le sue fragilità

Il Papa ha celebrato la Messa nella solennità di Maria Santissima Madre di Dio e Giornata mondiale della pace. A mezzogiorno il tradizionale Angelus. Ieri sera l’omelia per il Te Deum e la visita al presepe in Piazza San Pietro

Sergio Centofanti – Città del Vaticano

Un inno a Maria e alla donna diventa un inno di lode e ringraziamento al Dio fatto uomo. Bellissima l’omelia di Francesco per questo primo gennaio. Nel grembo di Maria, Dio e l’umanità si sono uniti per sempre e per sempre Maria sarà la Madre di Dio, afferma il Papa, che con estrema chiarezza aggiunge: se vogliamo la salvezza, se vogliamo unirci a Dio “si passa per la stessa strada: per Maria”. Francesco da sempre si è messo nel cuore di Maria. Il Rosario è la sua preghiera del cuore. È lui che ha fatto conoscere al mondo la devozione a Maria che scioglie i nodi: i nodi dolorosi della vita, i nodi della disobbedienza e quelli dell’incredulità.

Un inno alla donna, fonte di vita. Il Papa ricorda le donne violentate, indotte a prostituirsi e a sopprimere la vita che portano in grembo: “Ogni violenza inferta alla donna è una profanazione di Dio, nato da donna”. Anche “la maternità viene umiliata, perché l’unica crescita che interessa è quella economica”. Francesco da sempre ripete che nel cuore della Chiesa ci sono i più deboli, i malati, i poveri, quanti sono calpestati nei loro diritti, i migranti che rischiano la vita, ma “i bambini nascituri” - sottolinea - “sono i più indifesi e innocenti di tutti, ai quali oggi si vuole negare la dignità umana al fine di poterne fare quello che si vuole, togliendo loro la vita e promuovendo legislazioni in modo che nessuno possa impedirlo”. “Non ci si deve attendere che la Chiesa cambi la sua posizione su questa questione” (Evangelii gaudium, 213-214).

Francesco innalza la sua preghiera a Maria per l’unità della Chiesa. Lo ha fatto tante volte. Ha invitato a dire il Rosario tutti i giorni per questa intenzione. Noi cristiani a volte litighiamo, ci accusiamo, ci dividiamo, forse in nome della fede e della verità, e il Papa indica chi c’è dietro tante cattiverie: “Il nemico della natura umana, il diavolo”, che mette in primo piano le differenze, le ideologie, i pensieri di parte e i partiti. E alcuni, invece di annunciare la buona notizia dell’amore di Dio, si fanno raccoglitori e annunciatori di tutti i mali veri o presunti che ci sono nella Chiesa. Dimenticano quello che diceva anche san Giovanni Paolo II: l'annuncio del bene “è sempre più importante della denuncia, e questa non può prescindere da quello” (Sollicitudo rei socialis, 41).

Un altro aspetto importante. Il cristiano non è più bravo degli altri. È una persona che quando cade si lascia rialzare dalla misericordia di Dio. È in questa prospettiva - afferma il Papa - che il credente guarda gli altri: guarda col cuore, vede “la persona al di là dei suoi sbagli, il fratello oltre le sue fragilità, la speranza nelle difficoltà”. Ed è bello che Francesco all’Angelus abbia chiesto scusa davanti al mondo per il gesto d’impazienza che ha avuto ieri durante la visita al presepe in Piazza San Pietro. Una donna lo ha strattonato con forza facendogli male al braccio: e il Papa ha perso la pazienza. Che bello che abbia confessato davanti al mondo la sua debolezza. Nella Giornata mondiale della pace. Perché tutti, proprio tutti, abbiamo bisogno della misericordia di Dio.

Non vediamo solo il male che c’è nel mondo: Dio lo ha sconfitto alla radice. Per questo il Papa, ieri sera al Te Deum, ha ringraziato ancora una volta per il tanto bene che c’è: quanta fraternità, quanta solidarietà di tante persone coraggiose, “credenti e non credenti”, che sperano “nonostante tutto” e amano “lottando per il bene di tutti”. Ed è bello il suo augurio nel dopo Angelus: “A tutti, credenti e non credenti, perché siamo tutti fratelli, auguro di non smettere mai di sperare in un mondo di pace, da costruire insieme giorno per giorno”.

Commovente, dopo la benedizione all’Angelus, è stato il momento in cui tutti i presenti in Piazza San Pietro, invitati da Francesco, hanno salutato per tre volte Maria col suo titolo di Madre Dio: “Santa Madre di Dio! Santa Madre di Dio! Santa Madre di Dio!”.

Infine: la fede cristiana dice con chiarezza no al peccato - ha ribadito Francesco - ma non mette steccati, non fa confusione tra errore ed errante e non divide tra buoni e cattivi, perché uno solo è buono. E grazie a Dio, questa è la nostra speranza, tutti noi, buoni (presunti) e cattivi, invita al suo banchetto di nozze (Mt, 22).

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01 gennaio 2020, 14:00