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Papa Francesco nell'udienza alle realtà ecclesiali francesi dedicate alla Misericordia divina Papa Francesco nell'udienza alle realtà ecclesiali francesi dedicate alla Misericordia divina

Il Papa: diffondere la cultura della misericordia in un mondo che ne ha bisogno

La misericordia di Dio è il cuore pulsante del Vangelo e la Chiesa ha la missione di annunciarla al mondo: Papa Francesco lo dice parlando alle realtà ecclesiali che in Francia si dedicano alle persone in situazioni di marginalità. Ai loro rappresentanti, ricevuti stamattina in Vaticano, augura di testimoniare "la gioia della misericordia" sapendo di essere stati per primi oggetto di essa da parte di Dio

Adriana Masotti - Città del Vaticano

“Non esiste povertà umana che Dio non voglia raggiungere, toccare e soccorrere”: così Papa Francesco nell’udienza di stamattina con rappresentanti di associazioni, congregazioni e movimenti ecclesiali francesi dedicati alla Misericordia divina, in occasione del loro pellegrinaggio a Roma. E testimoniare la misericordia di Dio è proprio l’impegno comune di queste realtà, pur diverse tra loro, nei confronti di migranti, malati, carcerati, persone con disabilità, famiglie ferite:

La misericordia è, infatti, l’atto ultimo e supremo con il quale Dio ci viene incontro e che apre il nostro cuore alla speranza di essere amati per sempre, qualunque sia la nostra povertà, qualunque sia il nostro peccato. L’amore di Dio per noi non è una parola astratta. Si è reso visibile e tangibile in Gesù Cristo. Per questo è sulla stessa lunghezza d’onda che si deve orientare l’amore misericordioso dei cristiani.

La Chiesa deve testimoniare in prima persona la misericordia

Papa Francesco ricorda l'auspicio, espresso nella Bolla di indizione del Giubileo della Misericordia, che “il tema della misericordia” venisse “riproposto con nuovo entusiasmo e con una rinnovata azione pastorale”. Afferma che è fondamentale per la credibilità dell’annuncio della Chiesa “che essa viva e testimoni in prima persona la misericordia”, e dice di rallegrarsi nel costatare che nella Chiesa in Francia, in molti hanno raccolto il suo appello. Il Papa sottolinea anche la bellezza che queste diverse realtà ecclesiali lavorino insieme, condividendo difficoltà, gioie ed esperienze e trovando i modi per “diffondere nel mondo la cultura della misericordia, di cui ha urgente bisogno”. (Ascolta il servizio con la voce del Papa)

Tenere vive tenerezza e compassione 

Francesco invita poi a considerare due aspetti legati alla misericordia. Prima di tutto, osserva, essa deve essere sempre tenuta viva nel proprio cuore:

Che il compimento, a volte molto impegnativo e faticoso, delle vostre attività caritative non soffochi mai il respiro di tenerezza e di compassione da cui devono essere animate, e lo sguardo che lo esprime. Non uno sguardo che parte dall’alto con condiscendenza, ma uno sguardo di fratello e sorella, che solleva. È questa la prima cosa che le persone soccorse devono trovare in voi, perché esse hanno anzitutto bisogno di sentirsi comprese, apprezzate, rispettate, amate.

E a braccio, il Papa aggiunge: c’è solo un caso in cui si può “guardare una persona dall’alto in basso” ed è “per aiutarla a sollevarsi”.

Consapevoli di essere oggetto di misericordia 

Il secondo aspetto è sapere di poter essere veri apostoli della misericordia solo nella consapevolezza di essere stati noi stessi oggetto della misericordia da parte del Signore e di continuare ad esserlo. Francesco cita un passo della “Dives in misericordia”:

San Giovanni Paolo II ha scritto: “Dobbiamo anche purificare continuamente tutte le nostre azioni e tutte le nostre intenzioni in cui la misericordia viene intesa e praticata in modo unilaterale […]. Solo allora, in effetti, essa è realmente un atto di amore misericordioso: quando, attuandola, siamo profondamente convinti che, al tempo stesso, noi la sperimentiamo da parte di coloro che la accettano da noi. Se manca questa bilateralità, questa reciprocità, le nostre azioni non sono ancora autentici atti di misericordia”.

Nel presepe è visibile la povertà scelta dal Signore

Infine il Papa richiama l’attenzione dei suoi interlocutori sul Natale e sul presepe, invitandoli, nella sua contemplazione, a “sentire e a toccare la povertà che il Figlio di Dio ha scelto per sé nella sua Incarnazione". E così, “a seguirlo sulla via dell’umiltà, della povertà", “fortemente incoraggiati e rinnovati" nel loro impegno.

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13 dicembre 2019, 12:17