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Il Papa: "Io posso deve diventare noi possiamo, insieme"

L'Aula Paolo VI è in festa per la presenza, stamattina, di migliaia di ragazzi che incontrano il Papa per presentargli il loro impegno per un progetto di miglioramento ambientale e sociale. Francesco sottolinea: avete scelto bene e poi "Voi siete più felici di coloro che vogliono tutto e non danno niente". L'udienza al termine di un Summit a Roma con la partecipazione di giovani di 43 nazioni

Adriana Masotti - Città del Vaticano

Intorno alle 12 l’udienza di Papa Francesco ai partecipanti al "Children’s global summit", l'Incontro internazionale dei Bambini del progetto "Yo Puedo" cioè “Io Posso”. Circa 3.500 i presenti nell’Aula Paolo VI, tra bambini e ragazzi, accompagnatori e genitori. L’appuntamento con il Papa rappresenta il momento forte dell’Incontro, che si era aperto il 26 novembre scorso e che si conclude oggi. (Ascolta il servizio con la voce del Papa)

Tanti quadrati uniti insieme

Il clima tra i ragazzi è di grande gioia e il loro entusiasmo si scatena all'ingresso del Papa. Apre l'udienza il saluto della presidente nazionale della Fidae Virginia Kaladich, e quello di un giovane. Seguono i passi di danza, che esprimono armonia, di un altro ragazzo e la consegna al Papa di un dono: una trapunta composta da 43 quadrati uniti insieme, che rappresentano le nazioni da cui provengono i partecipanti al progetto.

Il progetto "Io Posso"

Promosso dalla FIDAE, la Federazione Istituti di Attività Educative, su indicazione della Congregazione per l’Educazione Cattolica della Santa Sede, il progetto “Io Posso”, si ispira alla Laudato Si' di Papa Francesco. Vuol sperimentare l’adozione di un approccio metodologico che metta al centro lo studente, per superare alcuni aspetti di “rigidità” del sistema educativo tradizionale. Il progetto nasce in India nel 2009 ed è già attuato in alcuni Paesi del mondo. Nel programma del meeting di Roma la presentazione di questa metodologia e momenti di condivisione e scambio culturale tra i giovani provenienti dall’estero e studenti di diverse scuole della capitale. 

Il Papa: bellezza e bontà sono legate

Condivisione, solidarietà, bontà, bellezza, insieme: sono le parole che ricorrono nel discorso del Papa. “Bellezza in azione”, così Francesco definisce subito l’impegno quotidiano testimoniato dai ragazzi e dagli adulti presenti, una “bellezza formata dalla condivisione di tanti piccoli gesti”, come tanti tasselli di un mosaico. Ricorda quindi che nella tradizione ebraica e cristiana, “bellezza e bontà sono inseparabili” e spiega:

Il termine “buono” in ebraico ha un valore molto esteso e si può tradurre non solo come buono ma anche come armonioso. Si tratta di un’armonia polifonica, fatta di bellezza, di bontà e di condivisione. Il creato ci stupisce per il suo splendore e per la sua varietà e, nello stesso tempo, ci riporta con i piedi per terra, facendoci comprendere quale sia il nostro ruolo nel mondo di fronte a tanta grandezza.

Non possiamo essere noi stessi senza l'altro

Come c’è la bellezza della natura, così anche gli uomini, afferma Francesco, “trovano la loro piena realizzazione dando vita a una “bellezza condivisa”. E prosegue: “Siamo di fronte a una ‘chiave’ dell’universo, da cui dipende anche la sua sopravvivenza: questa chiave è il disegno di alleanza di Dio”. Avverte quindi il rischio per noi uomini di illuderci “di poter sostituire una bellezza irripetibile e non recuperabile con un’altra creata da noi”. Di fare cioè come Prometeo, che voleva sostituirsi a Dio.

A volte anche noi, senza accorgercene, cadiamo in questa tentazione, quando il nostro “io” diventa il centro di tutto e di tutti. Invece, cari amici, questo vostro progetto, ispirato all’Enciclica Laudato si’, dice giustamente che non possiamo essere noi stessi senza l’altro e senza gli altri. Non dobbiamo farci ingannare e cadere nella trappola dell’esclusività. Voi avete capito che “io posso” deve diventare “noi possiamo insieme”. Insieme è più bello e più efficace! Io posso, noi possiamo, insieme.

Costruire un "villaggio globale dell'educazione"

Insieme con gli insegnanti a cui ricorda che “siamo tutti chiamati a costruire un ‘villaggio globale dell’educazione’, dove chi lo abita genera una rete di relazioni umane, le quali sono la migliore medicina contro ogni forma di discriminazione, violenza e bullismo”. E dove “l’educazione si fa portatrice di fraternità e creatrice di pace”. E insieme con i genitori, che possono imparare dai loro figli sicuramente all’avanguardia “per tutto ciò che riguarda la protezione della natura”. Papa Francesco sottolinea la presenza, nei ragazzi e nelle ragazze che ha di fronte, di “una fiducia coraggiosa”, che si esprime nella proposta di “un progetto di miglioramento ambientale e sociale che si fa concreto”, e dice loro:

Avete fatto una scelta giusta: avete distolto lo sguardo dallo schermo del cellulare e vi siete rimboccati le maniche per mettervi al servizio della comunità. E avete messo anche i cellulari al servizio di questo impegno!

Solo dando si raggiunge la felicità

Nelle vostre iniziative state utilizzando creatività e fantasia, afferma ancora il Papa, che conclude ribadendo il suo apprezzamento: “Avete preferito la solidarietà, il lavoro comune e la responsabilità a tante altre cose che il mondo vi offre (…) Ecco perché mi sembrate più felici di chi ha tutto e non vuole dare nulla. Voi siete più felici di coloro che vogliono tutto e non danno nulla. Soltanto attraverso il dare si può raggiungere la felicità”. Infine il Papa invita i ragazzi e gli adulti ad alzarsi, dicendo: "E adesso in piedi tutti, in silenzio preghiamo gli uni per gli altri, tutti, dal nostro cuore la preghiera e chiediamo al Signore, chiediamo a Dio che ci benedica tutti. Amen". 

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30 novembre 2019, 13:00