Papa alle monache: fate piccoli gesti d'amore per imprigionare Dio

Una pausa rigenerante in una giornata densa di incontri e di discorsi, il momento di preghiera di Papa Francesco con le Carmelitane scalze, questa mattina, nel loro monastero ad Antananarivo, Madagascar. Il Papa sottolinea l'importanza dei piccoli gesti d'amore, perché sono questi che salvano il mondo, e raccomanda alle monache di vincere ogni ombra interiore con la preghiera e l'apertura del cuore

Adriana Masotti - Città del Vaticano

Nella cappella del Monastero delle Carmelitane scalze di Antananarivo, il Papa lascia il testo preparato per dire alle monache quello che ha in cuore, parla in italiano. La sua omelia prende avvio da una parola della Lettura appena fatta “coraggio” e dice che per seguire il Signore ci vuole sempre un po’ di coraggio, ma osserva,  "il lavoro più pesante lo fa Lui", noi dobbiamo avere il coraggio di lasciarlo fare.

La vita comunitaria: tanti piccoli atti d'amore

Il Papa racconta poi un’immagine che lo ha aiutato tanto nella sua vita sacerdotale e di fede. E' quella di due suore, una giovane e una anziana, che una sera, uscendo dal Coro dove avevano pregato, camminavano verso il refettorio e la vecchietta non poteva quasi camminare. La giovane cercava di aiutarla, ma l’anziana si innervosiva: "non toccarmi che cado", diceva, ma la giovane l’accompagnava sempre con il sorriso. Non è una favola, è una storia di vita, dice Francesco e svela i nomi delle due consorelle. La giovane era santa Teresa del Bambin Gesù . "E’ una storia vera, dice, che riflette un pezzetto della vita comunitaria, che fa vedere lo spirito con cui si può vivere una vita comunitaria". La carità nelle piccole e nelle grandi cose. Facendo ciò che chiede l’obbedienza. So, dice il Papa, che tutte voi siete venute per stare vicine al Signore e per cercare la perfezione, "ma la via della perfezione si trova in questi piccoli passi". Piccoli passi che sembrano niente, ma sono piccoli passi che fanno schiavo, "che imprigionano Dio". Questo pensava santa Teresina, e queste corde, ripete il Papa, sono i piccoli atti d’amore che noi possiamo fare. Ci vuole il coraggio di fare i piccoli passi, il coraggio di credere che attraverso la mia piccolezza Dio è felice e Dio porterà la salvezza del mondo. Se tu vuoi cambiare non solo la vita religiosa, ma salvare il mondo, esorta ancora Francesco, comincia con questi piccoli atti d’amore che imprigionano Dio.

Il monastero e il richiamo del mondo

Torna poi alla storia della giovane e dell’anziana e dice che un’altra sera, mentre le due suore andavano dal Coro al refettorio, Teresa sentì arrivare della musica dalla città, musica di festa, di ballo e lei ha pensato ai giovani che ballavano, a un matrimonio, un compleanno e forse ha sentito che sarebbe stato bello stare lì, ma subito ha detto al Signore che mai avrebbe scambiato per quella festa mondana uno dei piccoli gesti che faceva nel monastero, perché questi la facevano felice più di tutti i balli del mondo.
Sicuramente, dice il Papa, anche a voi la mondanità arriverà in tanti modi: sappiate discernere insieme alla priora, con la comunità, discernere le voci della mondanità, che non entrino nel monastero di clausura. Quando ti vengono pensieri di mondanità pensa ai piccoli atti d’amore, questi salvano il mondo. "Teresa preferì custodire la vecchietta e andare avanti".

Quando c'è qualcosa che non va parlate subito

Ognuna di voi, prosegue il Papa, per entrare in convento ha fatto tante lotte, tante cose buone e ha vinto: vinto lo spirito mondano, il peccato, il diavolo. Il diavolo se n’è andato triste, quando una di voi è entrata in monastero, ma poi vedendo un’anima così bella ritorna e vuole entrare in lei e chiede l’aiuto di altri diavoli più furbi di lui. Ma loro "non possono entrare facendo rumore come fossero ladri, devono entrare educatamente" e così i diavoli educati suonano il campanello, chiedono educatamente di entrare. Allora la condizione di quell'anima è ancora peggiore. Ma non ti sei accorta che era il diavolo?, si chiede il Papa. E adesso è ormai troppo tardi. Ma non hai parlato con la priora, con il Capitolo, con qualche sorella della Comunità? Il diavolo non vuol essere riconosciuto e prende le vesti di una persona nobile. A volte perfino quella del padre spirituale. Quindi l’accorato invito: per favore se senti che c’è qualcosa che non va, parla subito. Parlate subito quando c’'è qualcosa che vi toglie la tranquillità prima ancora della pace. Questo è l’aiuto per difendere la santità, per difendere il monastero. Ma, potreste dire, noi ci difendiamo bene dal diavolo perché abbiamo una doppia grata e anche una tenda in mezzo. Ma non sono sufficienti. Nemmeno 100 tende. La difesa è la carità e la preghiera. Così faceva Teresa del Bambin Gesù, parlava con la priora anche se la priora non le voleva bene. Ma era per lei Gesù.

La lotta interiore va combattuta fino alla fine 

Papa Francesco riprende il racconto e dice che poi santa Teresa si è ammalata e poco a poco le è sembrato di aver perso la fede. Sembrava non saper come fare per allontanare il diavolo che le girava intorno negli ultimi mesi della sua vita. Chiamava le suore perché gettassero acqua santa sul suo letto, perché accendessero le candele. La lotta nel monastero è fino alla fine, ma è bella, conclude il Papa, per poi commentare, interpretando forse il pensiero di qualcuna: ma questo Papa "invece di parlarci di cose teologiche, ci ha parlato come a delle bambine": magari foste tutte bambine nello spirito, afferma, "con quella dimensione della fanciullezza che il Signore ama tanto". E termina dicendo che santa Teresina adesso è colei che accompagna un vecchio, lui stesso, e che lui ne ha voluto dare testimonianza. Ha voluto parlare alle Carmelitane della sua esperienza con una santa per dire a tutte: "Avanti. E coraggiose!".

Il saluto della priora

All'arrivo del Papa al monastero, era stata la priora, suor Maria Maddalena dell’Annunciazione, a rivolgere un saluto a Francesco all'interno della cappella, prima della recita della preghiera dell'Ora Media. A lui esprime la gratitudine di tutte le consorelle per il momento di preghiera che stanno per vivere insieme e un grazie sentito per "l'attenzione e la cura" con cui il Papa "accompagna le monache di Vita Contemplativa ed in particolare per i recenti documenti "Vultum Dei Querere" et "Cor Orans", i cui contenuti e orientamenti ci rinnovano nella fedeltà ai nostri carismi rispettivi e ci aprono all'ascolto dei nostri fratelli e sorelle in umanità”.  E' nella preghiera, dice ancora suor Maria Maddalena, che “attingiamo la nostra forza ed essa è il legame che ci unisce. E Lei, Santo Padre, con tutte le sue intenzioni, ha un posto speciale nella nostra vita di preghiera e di amore, nel cuore della Chiesa”.

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07 settembre 2019, 12:20