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Visita a sorpresa del Papa alla casa Regina Mundi, a Roma

La comunità delle Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli ha accolto, domenica scorsa, un ospite speciale: Papa Francesco, arrivato nel pomeriggio nella casa provinciale Regina Mundi

Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano

Sono stati due i momenti centrali della visita del Pontefice alle Figlie della Carità nella residenza Regina Mundi. Il primo è stato l’incontro, nell’infermeria, con suor Maria Mucci che per diversi anni ha lavorato nella residenza Santa Marta in Vaticano. Il secondo momento della visita è legato ad una indelebile pagina di storia. Papa Francesco ha contemplato una speciale reliquia di San Giovanni Paolo II, custodita nella cappella interna. Si tratta della maglietta insanguinata che Papa Wojtyla indossava il giorno dell’attentato avvenuto il 13 maggio del 1981. Mostra ancora le macchie di sangue e i fori dei proiettili, tracce di mercurio cromo e i segni dei tagli subiti nell'immediato intervento in sala operatoria al Gemelli. Vicino all’etichetta si possono anche scorgere le iniziali “GP”. Era stata recuperata subito dopo l’intervento, attorcigliata in un cestino tra le garze operatorie, da un’infermiera che l’ha custodita per diversi anni. Nel 2000, l’anno del Grande Giubileo, la maglietta è stata donata alle Figlie della Carità.

L'emozione delle suore vincenziane

È stato commovente vedere Papa Francesco pregare davanti alla reliquia di San Giovanni Paolo II. È quanto sottolinea suor Maria Rosaria Matranga, responsabile della casa Regina Mundi, che ripercorre con queste parole la visita di Papa Francesco:

Ascolta l'intervista a suor Maria Rosaria Matranga

R. -  Il nostro cuore vibra ancora di tanta gioia e di grande gratitudine per l’arrivo improvviso di Papa Francesco a casa nostra. Ha bussato semplicemente al cancello, dicendo che voleva fare una visita alla nostra consorella, suor Maria. Suor Maria è una figlia della carità che ha lavorato per circa 40 anni in Vaticano, offrendo la sua vita per il servizio alla Chiesa e attraverso un umile servizio in cucina. La suora della portineria, vedendo un uomo vestito di bianco che usciva dalla macchina, si è chiesta: ma chi è questo uomo vestito di bianco? Appena ha visto Papa Francesco… Mamma mia! Non posso descrivere l’emozione!

Quindi un’emozione per tutte e in particolare per suor Maria… Quali sono state le parole rivolte dal Papa a questa vostra consorella?

R. – Lui è andato direttamente da suor Maria e, affettuosamente, le è stato vicino. È stato contento di rivederla, le ha detto: “Come io sono venuto qua, tu puoi venire qualche giorno a Santa Marta”.

C’è stato un altro particolare momento di questa visita a sorpresa del Papa nella vostra casa: quando ha contemplato una speciale reliquia di san Giovanni Paolo II…

R. – Sì, noi abbiamo la grazia di avere la maglietta di San Giovanni Paolo II. È quella che lui indossava il giorno dell’attentato. Francesco si è fermato a pregare e poi ha voluto riascoltare qualche particolare di questa storia della maglietta. Il suo sguardo era veramente attento, profondo, anche a quello che ora l’una, ora l’altra diceva. È stato veramente commovente. E poi ha visitato l’infermeria. Io ho detto a Papa Francesco che noi abbiamo tre tesori in casa: il Santissimo, le sorelle anziane ammalate e i poveri. Non gli sfuggiva nessun particolare: abbiamo fatto il giro delle stanze e c’era sfuggito di entrare in una stanzetta. Lui, da lontano, ha intravisto una sorella seduta sulla sedia a rotelle che stava nella sua stanza e passando ha detto: “Ma io quella sorella non l’ho salutata!”. Noi eravamo tantissime in quel corridoio, tutte vicine ma il Papa ha trovato spazio anche per quella sorella che c’era sfuggita. Una cosa bellissima, un’attenzione particolare e un’intensità di sguardi che evangelizza.

Un pastore che cerca tutte le sue pecorelle…

R. – Sì e poi penso che sia stata un’esperienza di Risurrezione. Il Papa era lì e tutte le sorelle come le donne al sepolcro che corrono: corrono incontro a questa esperienza di rinascita, di risurrezione. Poi il Santo Padre ha voluto sapere quante siamo, quale è il nostro servizio. Una presenza che ha risanato i cuori. Poi ha chiesto preghiere, preghiere per la Chiesa, per i bisogni della Chiesa, preghiere per lui.

Le rinnovo le domande che sono state poste da Papa Francesco durante la visita nella vostra casa: qual è il vostro servizio, qual è la realtà delle Figlie della carità, qual è il vostro impegno?

R. – Noi siamo una porta aperta. La nostra casa è una porta aperta. Accogliamo le sorelle anziane ammalate. Abbiamo una mensa per i poveri. Accogliamo famiglie che vengono per controlli al Bambino Gesù o in altri ospedali della città. Sono quelle persone che non si possono permettere un albergo, sono quelle persone più povere che necessitano di un cuore aperto più che di una porta aperta. Abbiamo un progetto per mamme in difficoltà con bimbi e una collaborazione con la Comunità di sant’Egidio per l’accoglienza di migranti siriani. E poi questa porta aperta ci fa accogliere diversi fratelli con difficoltà. Fratelli che portiamo nel nostro cuore.

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30 luglio 2019, 14:32