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Papa a Poste e Telefoni vaticani: coinvolti nel diffondere il Vangelo

In Sala Clementina in tarda mattinata il Papa ha ricevuto dirigenti e personale del Servizio Poste Vaticane e Telefoni Vaticani della Direzione di Telecomunicazioni, con i familiari, in tutto circa 200 persone, e li ha esortati a offrire una testimonianza cristiana nel loro lavoro, ricordando che il loro servizio crea ponti fra culture e religioni diverse

Debora Donnini – Città del Vaticano

Un lavoro quotidiano, anche se “apparentemente umile”, quanto mai necessario per il buon funzionamento dello Stato della Città del Vaticano, che assicura libertà di comunicazione e di espressione ed è al servizio del Successore di Pietro. E proprio perché si tratta di favorire la diffusione del messaggio cristiano, è importante offrire a tutti una testimonianza cristiana e, per questo, coltivare la fede. Fin dall’inizio del suo discorso, Papa Francesco ha parole di riconoscenza per i dipendenti delle Poste e dei Telefoni vaticani, ricevuti stamani in udienza, che svolgono una “preziosa opera” attraverso la quale “ogni giorno numerose persone ‘raggiungono’ il Papa ed Egli, anche attraverso i suoi collaboratori, ‘raggiunge’ tanta gente". Prima, il saluto del cardinale Giuseppe Bertello, presidente del Governatorato, accompagnato da mons. Fernando Vérgez, segretario generale e direttore delle Telecomunicazioni, don Attilio Riva, responsabile del Servizio Poste Vaticane e Fratel Andrea Mellini, responsabile del Servizio Telefoni Vaticani. 

Un tratto che offra una testimonianza cristiana

I Servizi delle Poste e dei Telefoni vaticani creano “ponti fra culture, religioni e società diverse fra loro”, contribuiscono a “promuovere la condivisione reciproca” e la collaborazione fra Paesi, facilitando lo scambio di valori spirituali e culturali, sottolinea il Papa mettendo, quindi, in evidenza la specificità della loro missione:

In tal senso, i servizi postale e telefonico di uno tra i più piccoli Stati del mondo favoriscono la diffusione del messaggio cristiano. Si tratta di un’attività nella quale siete tutti coinvolti e tutti importanti: perché il buon funzionamento delle Poste e dei Telefoni, voi lo sapete bene, dipende dall’apporto di ciascuno. Nelle vostre mansioni, molti di voi sono a contatto diretto con la gente: quanto è importante allora il vostro tratto e il vostro esempio per offrire a tutti una semplice ma incisiva testimonianza cristiana!

Ogni famiglia sia una piccola Chiesa domestica

Centrale, in questo senso, è una vita di fede, raccomanda il Papa:

Il fatto di lavorare in Vaticano costituisce un impegno in più a coltivare la propria fede. A questo proposito, oltre che dalla partecipazione attiva alla vita delle vostre comunità parrocchiali, un utile aiuto vi è offerto anche dai momenti di celebrazione e di formazione spirituale animati dai vostri assistenti spirituali, che ringrazio per la loro dedizione. Soprattutto vi invito a far sì che ogni vostra famiglia sia una “piccola Chiesa”, in cui la fede e la vita si intrecciano nello svolgersi delle vicende liete e tristi di tutti i giorni.

Nel corso del suo intervento Papa Francesco rimarca anche che da sempre i Papi hanno attribuito grande rilevanza alla comunicazione, avvalendosi dei mezzi che offriva la tecnica. L’interscambio comunicativo risponde, infatti, all’innato bisogno di creare contatti umani ed “entra in tutte le case, servendo ricchi e poveri”, prosegue il Papa, citando un un’antica iscrizione latina incisa su una buca da lettere dello Stato Pontificio, che dice: “Bisogna che vada al ricco e al povero, ovunque”.

Card. Bertello ricorda alcuni anniversari

Fra coloro che sono stati chiamati a collaborare negli ultimi decenni, il Papa ricorda i due Istituti: i Figli della Divina Provvidenza, gli Orionini, e la Società di San Paolo, i Paolini, che il Papa apprezza per la loro generosità. Nel suo saluto prima del discorso di Francesco, il cardinale Bertello, presidente del Governatorato, aveva ricordato alcuni anniversari importanti in questo senso. Il 7 giugno del 1929, giorno di entrata in vigore dei Patti Lateranensi, Pio XI istituì i servizi postali e telegrafici dello Stato, successivamente affidati ai Figli di don Orione. Nel 1948 Papa Pacelli decise di affidare il servizio dei telefoni ai religiosi fondati da don Giacomo Alberione e, nel luglio del 1949, veniva accolta in Vaticano la prima comunità paolina. Poi, nel 1969, le Pie discepole del Divin Maestro subentrano presso il centralino telefonico. Una storia importante tanto che il Papa conclude richiamandosi proprio a San Luigi Orione e al beato Giacomo Alberione: “vi aiutino a vivere - dice - in costante rendimento di grazie e moltiplicando le opere di bene”.

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Le foto dell'udienza:
06 giugno 2019, 12:33