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Papa: persona e lavoro al centro dello sviluppo

In un Messaggio per la 108.ma sessione della International Labour Conference, il Papa evidenzia il legame fra lavoro e sviluppo in un mondo interconnesso. Il testo è stato letto dal cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, lo scorso 18 giugno a Ginevra

 “Abbiamo bisogno di persone e istituzioni che difendono la dignità dei lavoratori, la dignità del lavoro di tutti e il benessere della terra, la nostra casa comune!”. Lo scrive il Papa nel Messaggio ai partecipanti alla 108.ma sessione della International Labour Conference, che si è tenuta dal 10 al 21 giugno a Ginevra. Quello di Papa Francesco è un Messaggio a tutto campo sul lavoro e per un lavoro dignitoso in un mondo, come quello odierno, interconnesso e complesso. Serve, quindi, un’analisi interdisciplinare. Elogiando il lavoro dell’OIL, l’Organizzazione Internazionale del Lavoro, il Papa pone l’accento sui “gravi problemi” di disoccupazione, sfruttamento, lavoro in schiavitù e salari iniqui, che esistono nonostante gli sforzi per costruire la pace e la giustizia sociale. Il lavoro è, infatti, essenziale non solo per la realizzazione della persona, ma anche per lo sviluppo sociale. Nel Messaggio il Papa sottolinea quindi come non possa essere considerato solo come un mero strumento nella catena di produzione di beni e servizi ma abbia la priorità su qualsiasi altro fattore di produzione, compreso il capitale. Bisogna quindi difendere i posti di lavoro e crearne di nuovi in proporzione all'aumento della redditività economica, nonché garantire la dignità del lavoro stesso.

Avere cura della terra e delle generazioni future

Il nuovo corso per lo sviluppo economico sostenibile deve mettere la persona e il lavoro al centro dello sviluppo, cercando di integrare le problematiche del lavoro con quelle ambientali. E il Papa segnala che un valido contributo a questa risposta integrale è quello che alcuni movimenti sociali e sindacati hanno chiamato la tripla "T" (tierra, techo, trabajo): terra, tetto e lavoro. In questa materia, il criterio di giustizia per eccellenza è l'applicazione del principio della "destinazione universale dei beni della terra", dove il "diritto di ciascuno al loro uso" è "il principio fondamentale dell'intero ordine etico-sociale". Un altro contributo per una risposta completa ai problemi attuali viene, poi, da un'altra serie di triple "T": tradizione, tempo e tecnologia. Nel contesto della quarta rivoluzione industriale, caratterizzata da questa rapida e raffinata tecnologia digitale, robotica e intelligenza artificiale, il mondo ha bisogno di istituzioni come l'OIL, evidenzia Francesco: “Avete la capacità di sfidare una mentalità tossica diffusa per la quale non importa se c'è degrado sociale o ambientale; per la quale non importa cosa o chi viene usato e scartato; per la quale non importa se c'è lavoro forzato dei bambini o disoccupazione giovanile”. Il Papa esorta anche ad ascoltare le giovani generazioni per contrastare l'atteggiamento di dominio attraverso un atteggiamento di cura: la cura della terra e delle generazioni future. Si tratta di una "questione fondamentale di giustizia intergenerazionale, “poiché il mondo che abbiamo ricevuto appartiene anche a coloro che ci seguiranno".

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25 giugno 2019, 19:45