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Festa dello Spirito Santo, Festa della Chiesa

Il Consolatore, il suo ruolo, la sua presenza: nel cuore dell'uomo e nei travagli della storia umana e del cammino terreno della Chiesa. Così lo testimoniano nel loro Magistero i Papi, da Giovanni XXIII a Papa Francesco

Laura De Luca – Città del Vaticano

“Lo Spirito non è, come potrebbe sembrare, una cosa astratta; è la Persona più concreta, più vicina, quella che ci cambia la vita. Come fa? Guardiamo agli Apostoli. Lo Spirito non ha reso loro le cose più facili, non ha fatto miracoli spettacolari, non ha tolto di mezzo problemi e oppositori, ma lo Spirito ha portato nelle vite dei discepoli un’armonia che mancava, la sua, perché Egli è armonia.”

Ascolta Papa Francesco

Così Papa Francesco nella Messa di Pentecoste, domenica scorsa 9 giugno. Proprio su questa armonia si è costruita nei secoli la storia della chiesa.

"Figli, Fratelli, Fedeli ed Amici tutti! Esultiamo! Oggi è la festa nostra, la festa della Chiesa, la festa della continuazione dell’opera di Cristo, la festa della diffusione dell’economia messianica nel tempo e nel mondo, la festa del Corpo mistico di Cristo, a cui noi tutti abbiamo la somma fortuna di appartenere, la festa che celebra la duplice, ineffabile comunione; comunione con Cristo e comunione fra noi, la festa dello Spirito Santo"

Ascolta Paolo VI

Così Paolo VI alla Messa di Pentecoste del 25 maggio 1969. Anni turbolenti, di grandi mutazioni sociali e storiche. Con la Pentecoste, arriva presso l’umanità il consolatore, lo Spirito di Dio. Agirà presso ciascuna anima, nel profondo di ciascuna anima e nel corpo della chiesa tutta…

"La prima operazione dello Spirito Santo nella Chiesa è la scelta e la elezione dei membri che la devono comporre. È tutto l'orizzonte missionario che si schiude innanzi a noi: ed è lo Spirito Santo che lo illumina e l'accende. (…)Lo stesso giorno della Pentecoste furono tremila gli eletti. Pochi giorni dopo altri cinquemila si aggiunsero per la predicazione di Pietro e di Giovanni sotto il portico del tempio. Dopo i Giudei, ecco la Gentilità che si aggiunge: ecco l'incontro del centurione Cornelio, che riceve il Battesimo con i suoi commilitoni. Dopo queste prime conquiste chi può seguire la marcia impetuosa del Divino Spirito, che precede, accompagna gli evangelizzatori penetrando nelle anime di chi li ascolta e dilatando le tende della Chiesa Cattolica sino agli ultimi confini della terra, trascorrendo per tutti i secoli della storia? Il cammino della Santa Chiesa di Cristo lungo questi suoi venti secoli è talora, è sovente, si può ben dire è quasi sempre segnato di lacrime e di sangue".

Ascolta Giovanni XXIII

Sono i Vespri di Pentecoste del 5 giugno 1960. Giovanni XXIII ha da sei mesi annunciato il Concilio e vive in pieno senso ecclesiale la presenza dello Spirito. Il suo accento su lacrime e sangue e persecuzioni, sul perdurare del peccato nonostante l’accompagnamento del consolatore può apparire una contraddizione…

"In tutto il creato è impresso il segno dello Spirito creatore: onnipotenza e amore dell’eterno. Nell’uomo questo segno è particolare: egli solo tra il mondo visibile è fatto a immagine e somiglianza del Dio invisibile. Nella solennità della Pentecoste la Chiesa ricorda il settimo giorno della creazione, in cui il Creatore vide che tutto quello che aveva creato era cosa buona - e insieme con l’uomo - “era cosa molto buona” (…) Eppure il creato è sottomesso alla distruzione e alla morte. Eppure l’uomo ha iscritto nella sua storia, quasi dall’inizio stesso, la tragica realtà del peccato. Forse la nostra generazione, più che mai ora, vede quanto sono minacciati l’uomo e la terra, patria degli uomini. La Chiesa, nel giorno della Pentecoste, ricorda la morte che fa “ritornare in polvere” l’uomo e le altre creature della terra e, quindi, con la stessa certezza della fede grida: “Manda il tuo Spirito, Signore, a rinnovare la terra”. Quanto più importante è la minaccia dell’uomo e del mondo, tanto più fervido è il grido della Chiesa".

Ascolta Giovanni Paolo II

Regina Coeli del 10 giugno 1984. Così Giovanni Paolo II spiega l’azione rinnovatrice dello Spirito su tutta la terra. Nel cuore degli anni ottanta l’umanità sembra ben sperare circa il superamento di antiche fratture ideologiche. Insisteva su questo aspetto vivificante dello Spirito per tutta la chiesa nonostante i suoi peccati già Papa Paolo VI sul finire della sua vita, al Regina Coeli del 14 maggio 1978. Solo pochi giorni prima aveva vissuto il trauma della morte di Aldo Moro…

"Essa, la Pentecoste, è la festa delle singole anime, che abitate dalla grazia diventano «templi» dello Spirito Santo; è la festa per eccellenza della santità accessibile ad ogni singolo fedele. Festa quindi per ciascuno di noi! E festa della Chiesa intera, ch’è corpo mistico di Cristo, che manda, col Padre, lo Spirito Santo quale animatore dell’unità assorbita nell’economia salvatrice di Cristo. Donde il nome di Dono dato in modo speciale allo Spirito, segno e sorgente dell’amore, del gaudio, della fortezza cristiana".

Ascolta Paolo VI

Ma è dento ciascuno di noi che lo Spirito fa sentire la sua presenza forte profonda e decisiva. Il suo terreno prediletto è ancora e sempre il cuore dell’uomo. La sottolineatura è di Papa Benedetto XVI alla Santa Messa con ordinazioni presbiteriali del 15 maggio 2005…

"L’uomo è questa creatura misteriosa, che proviene tutta dalla terra, ma in cui è stato posto il soffio di Dio. Gesù alita sugli apostoli e dona loro in modo nuovo, più grande, il soffio di Dio. Negli uomini, pur con tutti i loro limiti, vi è ora qualcosa di assolutamente nuovo – il soffio di Dio. La vita di Dio abita in noi. Il soffio del suo amore, della sua verità e della sua bontà. Così possiamo vedere qui anche un’allusione al battesimo ed alla cresima – a questa nuova appartenenza a Dio, che il Signore ci dona. Il testo del Vangelo ci invita a questo: a vivere sempre nello spazio del soffio di Gesù Cristo, a ricevere vita da Lui, così che egli inspiri in noi la vita autentica – la vita che nessuna morte può più togliere. Al suo soffio, al dono dello Spirito Santo, il Signore collega il potere di perdonare. Abbiamo udito in precedenza che lo Spirito Santo unisce, infrange le frontiere, conduce gli uni verso gli altri. La forza, che apre e fa superare Babele, è la forza del perdono. Gesù può donare il perdono ed il potere di perdonare, perché egli stesso ha sofferto le conseguenze della colpa e le ha dissolte nella fiamma del suo amore. Il perdono viene dalla croce; egli trasforma il mondo con l’amore che si dona. Il suo cuore aperto sulla croce è la porta attraverso cui entra nel mondo la grazia del perdono. E soltanto questa grazia può trasformare il mondo ed edificare la pace".

Ascolta Benedetto XVI

Ascolta la puntata di "Le voci dei Papi" di domenica 9 giugno su Radio Vaticana Italia dedicata alla Pentecoste nel magistero pontificio:

 

 

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11 giugno 2019, 10:30