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Romania. Vescovo di Iasi: avanti insieme sotto il manto della nostra Madre

Sarà l’incontro mariano con le famiglie e la gioventù il cuore del pomeriggio di sabato, secondo giorno della visita di Francesco in Romania. Della forte devozione per la Vergine di cattolici e ortodossi ci parla nell’intervista mons. Petru Gherghel, vescovo della diocesi latina di Iasi

Debora Donnini - Città del Vaticano

A Iasi, importante centro culturale, economico e politico della Romania, il Papa andrà nel pomeriggio della seconda giornata del suo viaggio apostolico, sabato primo giugno. Situata nella parte nord-orientale del Paese, nella regione della Moldova, Iasi è una delle più antiche città della Romania, dove è stato aperto il primo giornale e la prima università del Paese. Il Papa visiterà la nuova cattedrale cattolica, consacrata nel 2005 e dedicata alla “Beata Vergine Maria Regina”. Nei sotterranei si trova anche il memoriale dedicato al vescovo il Beato Anton Durkovici, martire nel 1951. Qui c’è l’urna contente la terra della fossa comune in cui fu gettato il suo corpo e un suo testamento chirografo. Dopo una visita privata alla cattedrale, il Papa si sposterà sul Piazzale del Palazzo della Cultura per l’Incontro mariano con la gioventù e le famiglie, dove sono attesi molti fedeli anche ortodossi. A rivolgergli il saluto sarà mons. Petru Gherghel, vescovo della diocesi latina di Iasi, che ci parla dell’attesa dei cattolici nella sua diocesi:

Ascolta l'intervista al vescovo di Iasi:

R. – Siamo felici perché il Papa viene per rispondere ad un nostro desiderio. La diocesi è una diocesi giovane: ci sono parecchi giovani. Molti di loro sono partiti dalla Romania per l’Italia o altri Paesi. Molti giovani lo hanno visto in diverse occasioni ma adesso vogliono vederlo da vicino e sentire anche la sua voce.

Giovanni Paolo II chiamò la Romania, secondo un appellativo usato, il “giardino della Madre di Dio”. Nel logo della visita di Papa Francesco si vede il popolo che cammina insieme sotto il manto della Vergine Maria. L’incontro che ci sarà a Iasi con la gioventù e le famiglie, viene definito come “incontro mariano”: perché proprio a Iasi?

R. – Chiaramente fu una gioia, un dono per noi, che il Papa Giovanni Paolo II ci fece, dando questa definizione al nostro Paese, perché in questi luoghi la devozione verso la Madre di Dio è così forte non solo tra i cattolici, ma anche tra gli ortodossi. Tutti amano la Madonna: veramente sono legati a questo culto. E il Santo Padre Giovanni Paolo II lo ha capito e ha dato questa definizione al nostro Paese. Papa Francesco, essendo a conoscenza di questo, ha voluto veramente rafforzare questa devozione verso la nostra Madre, Maria. Il Papa vuole veramente invitare ad andare avanti insieme sotto il manto della nostra Madonna Maria.

Tra i problemi che si vivono in questa zona, ma non solo, c’è quello dell’emigrazione, molto anche verso l’Italia, di padri e madri di famiglia che vanno a lavorare fuori dal Paese, mentre in molti casi i figli piccoli rimangono a casa con i nonni. Quale situazione sociale trova qui Papa Francesco?

R. – Sì, ci sono difficoltà ad andare avanti, e tante, tante persone cercano una vita migliore, dopo il difficile periodo del comunismo che ha generato sofferenza nelle famiglie, facendole rimanere nella povertà. Per questo tantissime famiglie sono andate via dal Paese: all’inizio i mariti ma poi anche le mogli, e ora anche con i ragazzi.

Come sono i rapporti con i fedeli ortodossi in questa zona della Romania?

R. – Stanno insieme, le famiglie stanno bene, tutti si rispettano vicendevolmente. Andiamo avanti in questo avvicinamento. E il Papa viene proprio per aiutarci a sentirci sempre in una famiglia, anche se ci sono delle manifestazioni della fede un po’ diverse, ma tutti devono essere coscienti di essere figli di Dio.

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28 maggio 2019, 11:34