Mons. Stojanov con i sacerdoti, i religiosi e le religiose della Chiesa macedone Mons. Stojanov con i sacerdoti, i religiosi e le religiose della Chiesa macedone

Papa Francesco il 7 maggio a Skopje, Chiesa di periferia, minoritaria e dinamica

A pochi giorni della visita del Papa a Skopje, le capitale della repubblica della Macedonia del nord si prepara all’evento. I 22 sacerdoti, i religiosi, le religiose del Paese hanno lavorato nel corso degli ultimi mesi perché questa breve tappa di Papa Francesco sia un intenso momento per la piccola comunità cattolica del Paese

Jean Charles Putzolu – Skopje

I cattolici della Macedonia del Nord rappresentano meno dell’1% della popolazione totale, composta per due terzi da ortodossi e per un terzo da musulmani. Ma i cristiani sono presenti da tempo, evangelizzati dai Santi Cirillo e Metodio nel IX secolo, in concomitanza con la cristianizzazione del Regno di Bulgaria. Prima ancora, nel IV secolo, una prima evangelizzazione era già avvenuta, ma le successive invasioni barbariche ne avevano cancellato quasi ogni traccia. Nella prima metà del XX secolo, la chiesa cattolica, nonostante la Costituzione jugoslava sancisca la parità delle religioni, subisce diverse limitazioni e discriminazioni, in particolare nel campo educativo. Dopo il 1945 e fino all’indipendenza nel 1991, la Chiesa cattolica nell’intera Jugoslavia subisce un netto peggioramento in seguito alla salita al potere dei comunisti del Maresciallo Tito la cui conseguenza è la rottura dei rapporti diplomatici con la Santa Sede, ripristinati nel 1966. Alla proclamazione di indipendenza, la Chiesa riprende le sue attività e il nuovo Stato allaccia relazioni diplomatiche con la Santa Sede. Oggi i cattolici sono circa 20.000, di cui 15.000 di rito bizantino, e 5.000 di rito latino. A presentare questa piccola e dinamica minoranza, il vescovo di Skopje e dell’Eparchia della Beata Maria Vergine Assunta in Strumica-Skopje, mons. Kiro Stojanov:

Ascolta l'intervista a mons. Stojanov

R. – La chiesa cattolica in Macedonia del Nord è composta da due diocesi. La diocesi di Skopje, una diocesi abbastanza antica; era presente già nei primi secoli del cristianesimo. Poi c’è la nuova eparchia dei cattolici di rito bizantino, eretta proprio da Sua Santità Papa Francesco è nata l’anno scorso. Ci sono quindi due diocesi e come numero siamo una minoranza o, come preferisco dire, siamo “una diaspora”. Nonostante questo, la Chiesa è abbastanza viva, perché ci sono anche i giovani sacerdoti che veramente lavorano molto con tutti i fedeli che siano anziani, giovani o bambini. Qui in Macedonia del Nord ci sentiamo come una famiglia. Anche se queste due diocesi seguono due riti diversi, c’è un solo vescovo responsabile. Siamo tutti uniti come una famiglia sia di rito latino che bizantino. La collaborazione tra i sacerdoti, tra le religiose e anche tra i fedeli è veramente alta. Anche oggi siamo veramente un esempio, un segno nella società di una Chiesa viva.

Papa Francesco viene a visitare questa Chiesa viva. Sarà una visita breve – una giornata – ma si sente che tutta la comunità, tutta la famiglia cattolica, latina e bizantina attende molto questo viaggio. Come vedono questa visita le altre comunità?

R. - Vorrei dire prima di tutto una cosa. Papa Francesco aveva il grande desiderio di visitare la chiesa cattolica in Macedonia del Nord. Lei sa molto bene che all’inizio, quando il Papa è salito al soglio pontificio, il suo compito era visitare le chiese nelle periferie. Una di queste siamo noi. Il 7 maggio il Papa verrà proprio a visitare questa chiesa che si trova alla periferia. La sua visita qui sarà abbastanza breve, un giorno, ma molto densa. Sono previsti molti incontri. Prima di tutto, secondo il protocollo, incontrerà il vertice dello stato; subito dopo incontrerà i capi religiosi della Macedonia del Nord, delle chiese e delle comunità religiose incluse nella Costituzione macedone. Il Papa avrà questo incontro con loro, la comunità ortodosse, che qui rappresenta la maggioranza, la comunità islamica presente nel paese, la comunità ebraica e la comunità metodista. L’incontro avverrà proprio al Centro Memoriale di Madre Teresa perché il Papa visterà il luogo dove Madre Teresa è nata qui a Skopje. Il Centro Memoriale di Madre Teresa è stato costruito nel luogo dove fino al 1963, prima del terremoto, si trovava la nostra Cattedrale della diocesi di Skopje. Proprio qui incontrerà i capi religiosi delle altre chiese e comunità ecclesiastiche. Penso sia il posto adatto per ospitare l’incontro in linea con il carisma di Madre Teresa, che amava tutti i popoli. Proprio accanto a questo centro, il Papa incontrerà i poveri che praticamente ogni giorno ricevono un pasto dalle suore di Madre Teresa che sono qui a Skopje. Mi pare che ovunque vada, il Santo Padre non lasci il posto senza avere incontrato i poveri, i giovani, i giovani anche di diversi etnie e confessioni. Anche qui avremo gli incontri con i capi religiosi, con i poveri; dopo questi momenti ci sarà la Santa Messa, che si svolgerà nella piazza centrale di Skopje; penso che questo sarà il punto centrale della sua visita qui in Macedonia del Nord. Aspettiamo l’arrivo dei nostri fedeli per questa occasione, così come aspettiamo l’arrivo dei fedeli dei vicini Paesi cattolici. Durante la Messa saranno presenti i vertici statali, i capi ecclesiastici e altri ospiti. Dopo un breve riposo ci sarà l’incontro con i giovani ortodossi, musulmani e cattolici, che potranno le rispettive testimonianze. Questo è ciò che vogliamo mostrare, cioè che in questa diversità di etnie e di confessioni, viviamo così fraternamente tutti insieme. Sarà l’incontro con la sua Chiesa, come avviene in ogni luogo dove Lui si reca. Questo incontro sarà un sostegno per tutti noi che lavoriamo in questo territorio, in Macedonia del Nord, per la chiesa cattolica. Sono grato a Sua Santità per aver accettato questo incontro con tutti i sacerdoti. Vorrei dire una cosa interessante: in questo incontro saranno presenti sacerdoti di rito latino, di rito bizantino con i loro famigliari, perché la maggior parte dei sacerdoti di irto bizantino sono sposati. Quindi, il Papa avrà l’incontro anche con le loro famiglie. Uno dei sacerdoti di rito bizantino offrirà la sua testimonianza proprio come sacerdote sposato, con la sua famiglia e come responsabile della sua parrocchia per i suoi fedeli.

Sento tanta gioia intorno a questa preparazione, intorno a questo viaggio. Siamo in un Paese dove un terzo della popolazione è di fede musulmana. Papa Francesco è andato negli Emirati recentemente, dove, con l’Imam di al-Azhar ha firmato un documento congiunto. Qui, in Macedonia del Nord, nel 2001, ci sono stato momenti di alta tensione intercomunitari. Secondo lei i passi compiuti da Papa Francesco con l’islam possono avere delle ripercussioni positive anche a Skopje?

R. – Voi sapete che noi siamo uno Stato, una democrazia giovane, e sapete anche che negli anni passati ci sono state situazioni travagliate, di mancanza di pace, ma vorrei anche dire che tali confusioni in Macedonia del Nord non sono mai avvenute sulla base della fede (non hanno mai avuto alla base motivi relativi alla fede). Erano, anzi, proprio i capi religiosi a calmare la situazione qui in Macedonia del Nord. Invece si pensava che ci fosse una situazione di confusione, di guerra o di assenza di tranquillità proprio a causa della presenza delle varie religioni ed etnie; direi che questo non è vero. Le relazioni sono veramente buone. Abbiamo istituito un Consiglio interreligioso, e spesso ci incontriamo con i capi. Quando ho detto della visita di Sua Santità, tutti si sono detti d’accordo, e hanno ci hanno dato il loro appoggio, ringraziando Dio per il Papa che verrà a visitare anche loro, perché con la sua venuta porterà la pace e la benedizione al nostro Paese.

Per una giornata, il mondo intero avrà gli occhi puntati su questo piccolo Paese, la Macedonia del Nord. Questa visibilità è importante per tutti?

R. – Certo. Una cosa che considero molto importante è che il Papa vorrà mettere in luce il fatto che Madre Teresa è nata a Skopje, in Macedonia del Nord, e che anche noi abbiamo lo spirito di Madre Teresa: quello di avere una maggiore sensibilità verso i poveri, e così via. Ma anche come piccola Chiesa, come un piccolo Stato e anche come luogo natio di Madre Teresa: questo avrà una grande importanza anche per il mondo e per tutti questi giornalisti che verranno qui. Parlando di questa piccola Chiesa qui in Macedonia del Nord, vorrei anche accennare al fatto che, grazie a questa vivacità, la Chiesa, con il lavoro dei sacerdoti, negli ultimi tempi, oltre alla rivista che esce periodicamente, ha ottenuto di recente l’autorizzazione di trasmettere in FM per Radio Maria. Finora avevamo una web radio ma adesso siamo molto contenti perché almeno per una regione (Strumica, ndr) abbiamo ottenuto le frequenze. E spero che, oltre al sito internet d’informazione sulla Chiesa cattolica - di solito con tutto ciò che dice Sua Santità - adesso i fedeli e tutta la gente di buona volontà potranno, tramite queste frequenze, ascoltare anche con un‘altra voce cosa succede nella Chiesa nel mondo, cosa dice sua Santità ogni giorno, ma anche l’attualità della Chiesa cattolica qui in Macedonia del Nord.

Sono le prime frequenze donate per una radio confessionale…

R. – Sì, queste sono le prime frequenze per una comunità religiosa qui in Macedonia del Nord. Fino adesso non esisteva una radio simile, con un programma religioso. Con la visita di Sua Santità, questi sono i primi passi, e sono veramente molto contento anche per la nostra presenza ora in lingua macedone su Vatican News, cosicché si potranno leggere sul portale della anta Sede, le notizie della Chiesa cattolica, e della Macedonia del Nord.

 

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18 aprile 2019, 08:14