Incontro in Vaticano sulla Protezione dei minori nella Chiesa Incontro in Vaticano sulla Protezione dei minori nella Chiesa 

Pedofilia: chiarezza necessaria nel magistero della Chiesa

Da quando i Papi hanno cominciato a parlare di pedofilia? Solo dagli anni recenti, allorché il pensiero dominante ha contribuito a una lettura 'disinvolta' di alcuni vincoli etici e la globalizzazione della comunicazione ha portando alla luce crimini orrendi. Decisivo punto di svolta, l’incontro in Vaticano voluto da Papa Francesco sulla protezione dei minori nella Chiesa

Laura De Luca – Città del Vaticano

“Se nella Chiesa si rilevasse anche un solo caso di abuso – che rappresenta già di per sé una mostruosità – tale caso sarà affrontato con la massima serietà. (…) Nella rabbia, giustificata, della gente, la Chiesa vede il riflesso dell’ira di Dio, tradito e schiaffeggiato da questi disonesti consacrati. L’eco del grido silenzioso dei piccoli, che invece di trovare in loro paternità e guide spirituali hanno trovato dei carnefici, farà tremare i cuori anestetizzati dall’ipocrisia e dal potere. Noi abbiamo il dovere di ascoltare attentamente questo soffocato grido silenzioso”.

Parole accorate di Papa Francesco nel suo discorso al termine dell’incontro “La protezione dei minori nella Chiesa”, svoltosi in Vaticano dal 21 al 24 febbraio scorsi.

Un tempo non si parlava così apertamente di pedofilia. Non si pronunciava e quasi non si conosceva il termine. L’orrore veniva negato per paura che solo nominare quel crimine lo avrebbe fatto dilagare. “Un problema in passato considerato tabù, - ha detto ancora Francesco nel suo discorso - vale a dire che tutti sapevano della sua presenza ma nessuno ne parlava”. Nessuno ne parlava sulla stampa, in famiglia, a scuola e tanto meno nella Chiesa. Le parole non erano “sdoganate”: era come se certi crimini non esistessero, perché non dovevano esistere. Non nella coscienza delle famiglie, dei genitori, degli educatori, dei sacerdoti... I bambini non erano neppure definiti burocraticamente “minori”, semmai “fanciulli” ed erano solo da educare, da far crescere a sani valori, al più da coccolare e da vezzeggiare. Ricordiamo tutti l’exploit di Papa Giovanni  XXIII quella dolce sera di ottobre del 1962 alla fiaccolata per l’inaugurazione del Concilio. La sua tenerezza per l’umanità intera, in un afflato di commozione universale, lo indusse a pensare proprio ai più piccoli…

“Cari figliuoli, sento le vostre voci. La mia è una voce sola, ma riassume la voce del mondo intero; qui tutto il mondo è rappresentato. Si direbbe che persino la luna si è affrettata, stasera – osservatela in alto! – a guardare a questo spettacolo. Noi chiudiamo una grande giornata di pace; di pace. (…) Continuiamo, dunque, a volerci bene, a volerci bene così, a volerci bene così, guardandoci così nell’incontro, cogliere quello che ci unisce, lasciar da parte quello - se c’è – qualche cosa che ci può tenere un po’ in difficoltà. (…) Tornando a casa, troverete i bambini; date una carezza ai vostri bambini e dite: “Questa è la carezza del Papa”. Troverete qualche lacrima da asciugare. Fate qualcosa, dite una parola buona. Il Papa è con noi specialmente nelle ore della tristezza e dell'amarezza”.

Ascolta le parole di Papa Giovanni XXIII

Dovranno passare diversi decenni perché nelle parole di un Papa affiori quella parola così tecnica e insieme così terribile. Aprile 1997. Giovanni Paolo II è in viaggio nella Repubblica Ceca.

“Sintomo di una situazione di grave malessere sociale è pure il dilagare di fenomeni quali la pornografia, la prostituzione e la pedofilia”.

Nel suo viaggio in Irlanda di fine agosto 2018, Papa Francesco riapriva un discorso doloroso. Incontrando le autorità parlava apertamente del “fallimento delle autorità ecclesiastiche – vescovi, superiori religiosi, sacerdoti e altri – nell’affrontare adeguatamente questi crimini ripugnanti”. E si richiamava a Papa Benedetto, che non aveva risparmiato parole esplicite “per riconoscere la gravità della situazione e domandare che fossero prese misure «veramente evangeliche, giuste ed efficaci» in risposta a questo tradimento di fiducia”.
Proprio ai vescovi irlandesi si era rivolto Papa Benedetto in occasione della loro visita ad limina il 28 ottobre 2006:

“Nell'esercizio del vostro ministero pastorale, negli ultimi anni avete dovuto rispondere a molti casi dolorosi di abusi sessuali su minori. Questi sono ancora più tragici quando a compierli è un ecclesiastico. Le ferite causate da simili atti sono profonde, ed è urgente il compito di ristabilire la confidenza e la fiducia quando queste sono state lese. Nei vostri sforzi continui di affrontare in modo efficace questo problema, è importante stabilire la verità di ciò che è accaduto in passato, prendere tutte le misure atte ad evitare che si ripeta in futuro, assicurare che i principi di giustizia vengano pienamente rispettati e, soprattutto, guarire le vittime e tutti coloro che sono colpiti da questi crimini abnormi".

Ascolta le parole di Papa Benedetto XVI

La pedofilia è un crimine in sé, ma ancora più grave se a compierlo è un ecclesiastico, dunque. Un binomio inaccettabile. Nel 2002 Giovanni Paolo II si era confrontato con i cardinali degli Stati Uniti d’America nella riunione inter-dicasteriale del 23 aprile:

“ Come voi, anch'io sono stato profondamente addolorato per il fatto che sacerdoti e religiosi, la cui vocazione è di aiutare le persone a vivere una vita santa agli occhi di Dio, hanno causato ai giovani tanta sofferenza e scandalo. A causa del grande male fatto da alcuni sacerdoti e religiosi, la Chiesa stessa viene guardata con diffidenza e molti si sentono offesi per come loro appare che abbiano agito i responsabili ecclesiastici in tale questione. L'abuso che ha causato questa crisi è sbagliato secondo ogni criterio ed è giustamente considerato un crimine dalla società; è anche un peccato orrendo agli occhi di Dio. Alle vittime e alle loro famiglie, ovunque si trovino, esprimo il mio profondo senso di solidarietà e sollecitudine.”

Ascolta le parole di Papa Giovanni Paolo II

Se la pedofilia è un crimine in sé, il perseguimento dei colpevoli deve essere certo, tanto più all’interno della Chiesa. Nella conferenza stampa durante il volo per gli Stati Uniti, il 15 aprile 2008 Benedetto XVI non lascia spazio a equivoci:

“Escluderemo rigorosamente i pedofili dal sacro ministero: è assolutamente incompatibile e chi è veramente colpevole di essere pedofilo non può essere sacerdote. (…) Solo persone sane potranno essere ammesse al sacerdozio e solo persone con una profonda vita personale in Cristo e che abbiano anche una profonda vita sacramentale. Io so che i Vescovi ed i rettori dei seminari faranno il possibile per esercitare un discernimento molto, molto severo, perché è più importante avere buoni sacerdoti che averne molti.”

Ascolta la parole di Benedetto XVI

Il secondo, delicatissimo e urgentissimo aspetto è la cura e la riabilitazione, anche su un piano pastorale, di chi ha subito violenza. Nella stessa conferenza stampa Benedetto XVI si esprime anche su questo:

“Le vittime avranno bisogno di guarire e di aiuto e di assistenza e di riconciliazione. Questo è un grande impegno pastorale e io so che i Vescovi ed i sacerdoti e tutti i cattolici negli Stati Uniti faranno il possibile per aiutare, assistere, guarire. Abbiamo fatto delle ispezioni nei seminari e faremo quanto è possibile perché i seminaristi ricevano una profonda formazione spirituale, umana ed intellettuale”.

Ascolta le parole di Benedetto XVI

Tornerà sull’argomento in occasione degli auguri natalizi alla Curia nel dicembre 2010, con in più una sfumatura di autocritica e un pensiero rivolto al futuro:

“Solo la verità salva. Dobbiamo interrogarci su che cosa possiamo fare per riparare il più possibile l’ingiustizia avvenuta. Dobbiamo chiederci che cosa era sbagliato nel nostro annuncio, nell’intero nostro modo di configurare l’essere cristiano, così che una tale cosa potesse accadere. Dobbiamo trovare una nuova risolutezza nella fede e nel bene. Dobbiamo essere capaci di penitenza. Dobbiamo sforzarci di tentare tutto il possibile, nella preparazione al sacerdozio, perché una tale cosa non possa più succedere”.

Ascolta le parole di Papa Benedetto XVI

E non perderà occasione per ringraziare coloro che limpidamente si spendono a servizio di chi ha subito violenza, rivalutando la missione luminosa del sacerdote:

“Nei miei incontri con le vittime di questo peccato, ho sempre trovato anche persone che, con grande dedizione, stanno a fianco di chi soffre e ha subito danno. È questa l’occasione per ringraziare anche i tanti buoni sacerdoti che trasmettono in umiltà e fedeltà la bontà del Signore e, in mezzo alle devastazioni, sono testimoni della bellezza non perduta del sacerdozio.”

Da teologo e filosofo, Benedetto XVI aveva cercato anche di accennare una ricostruzione storico-ideologico-filosofica del fenomeno della pedofilia, che una certa cultura dominante nel XX secolo aveva tentato perfino di depenalizzare. E ne prende decisamente le distanze nella Conferenza stampa durante il volto verso l’Australia, il 12 luglio 2008:

“Negli anni '50, '60 e '70 si è affermato il proporzionalismo etico, secondo cui non esiste una cosa cattiva in sé, ma sempre proporzionalmente ad altre. Così si pensava che alcune cose, anche la pedofilia, potessero in una certa proporzione essere buone. Ora, chiariamo che la dottrina cattolica non ha mai fatto sua questa idea. Esistono cose che sono sempre cattive, e la pedofilia è sempre cattiva”.

Ascolta le parole di Papa Benedetto XVI

Ascolta anche "Le voci dei Papi" del 17 febbraio 2019

 

Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui

15 marzo 2019, 13:08