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Bombardamento di Roma e Pio XII: il prete che abbracciò il popolo di Dio

Ripercorriamo nelle testimonianze del cardinale Angelini e di Franco Cianchelli quei giorni caldi del 1943 quando Roma venne bombardata e Pio XII uscì dal Vaticano per stare vicino ai fedeli della sua diocesi

Benedetta Capelli – Città del Vaticano

Le braccia spalancate di Pio XII, la posa più emblematica e significativa di Pacelli, sono l’espressione del suo cuore aperto. Un cuore capace di consolare i figli sofferenti, di sfidare le bombe che cadono dal cielo per portare il balsamo della preghiera sulle ferite di una Roma, colpita nel vivo.

Il primo bombardamento di Roma

E’ il 19 luglio 1943. Oltre 520 bombardieri americani attaccano la città per la prima volta dall’inizio della Seconda guerra mondiale. L’impatto è devastante, sul quartiere di San Lorenzo e sullo scalo ferroviario del Tiburtino caddero 4mila bombe che provocarono 3mila morti e 11mila feriti. Doveva essere un’azione mirata contro specifici obiettivi militari ma non fu così. Papa Pio XII non esitò ad andare incontro al popolo di Dio, spezzando qualsiasi protocollo, seguendo quell’impeto di amore che aveva per chi era in difficoltà. Uscì con la sua macchina dal Vaticano, arrivò nella zona colpita per benedire le persone, sostenerle nella prova, condividere il dolore grande che si stava vivendo. Qualcuno disse che tornò indietro con la veste sporcata di sangue. 

Pio XII nella zona di San Giovanni

In meno di un mese – il 13 agosto 1943 – Roma viene ancora ferita. Stavolta vengono colpite le zone di San Giovanni, del Casilino e del Tuscolano. Anche qui si contano centinaia di morti, si vedono crollare interi palazzi, si cerca la consolazione del Papa che arriva mentre il bombardamento è ancora in corso. Lo racconta nel 2003, al microfono del giornalista del Centro Televisivo Vaticano, Sandro Baldoni, il cardinale Fiorenzo Angelini, allora viceparroco della chiesa della Natività di Nostro Signore Gesù Cristo, in via Gallia. “La mia impressione è che uscì prima del cessato allarme per cui, in quell’occasione, Pio XII rischiò la propria vita. Fu non curante della propria incolumità – spiega il cardinale Angelini - per compiere questo atto pastorale verso i fedeli della sua diocesi, la diocesi di Roma”. “Dopo meno di un mese ci fu l’armistizio, venne raccolto l’urlo di pace, non il grido, che si levò allora e che fu violento perché rispecchiava la disperazione della gente”.

Il racconto del cardinale Angelini

“Stavo celebrando un matrimonio tra sfollati a porte chiuse – ricorda il cardinale - uscimmo perché sentimmo i bombardamenti e vidi il fumo verso Piazza Tuscolo. Presi l’olio degli infermi e alcune particole e mi avvicinai alla zona. Mentre ero lì, venne sganciata una nuova bomba, mi salvai per miracolo. Nel via vai – spiega - arrivai ad una strada in salita e vidi una macchina nera che veniva giù e mi accorsi subito che all’interno c’era Pio XII insieme al conte Enrico Pietro Galeazzi e l’allora monsignor Giovanni Battista Montini, futuro Paolo VI. Allargai le braccia, fermai la macchina perché lì vicino c’era una bomba di aereo inesplosa. La gente accorse immediatamente come una fiumana, il Papa scese dalla macchina, sembrava il prete dei poveri, il sacerdote degli afflitti, il sacerdote dei feriti uno che tutta la vita avesse fatto e compiuto la sua vita pastorale tra la gente”. Papa Pacelli pregò con le persone accorse e allora si levò quel grido di pace che di lì a poco venne ascoltato.

Pio XII a Villa Fiorelli

Franco Cianchelli nel 1943 aveva solo 9 anni. Era solito andare a pregare nella chiesa dei Santi Fabiano e Venanzio, la parrocchia di don Andrea Santoro, il sacerdote fidei donum ucciso in Turchia il 5 febbraio del 2006. Oggi Franco ha 87 anni, è vedovo e ha 3 figli e 6 nipoti, è un’istituzione in parrocchia, dedica da sempre il suo tempo alla Chiesa, senza risparmiarsi. “Chiedevamo la grazia alla Madonna perché ci risparmiasse dalla violenza della guerra – racconta - e ogni giorno ci riunivamo per pregare. Ad un certo punto si diffuse la notizia che sarebbe passato Pio XII. Uscimmo tutti dalla chiesa e dopo qualche minuto passò il Papa e si fermò proprio all’angolo della parrocchia. Ero piccolo, lo vidi solo di schiena ma mi vennero i brividi per l'emozione, non avevo mai assistito a una scena del genere! Eravamo in una condizione indescrivibile... vedere il Papa ci rincuorò, bastò la sua presenza, la sua benedizione!”.

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02 marzo 2019, 07:00