Papa: lo sport insegna a non scoraggiarsi, a ricominciare con determinazione

Nella sala Clementina, il Pontefice riceve in udienza i partecipanti al congresso annuale dell’Unione ciclistica europea, che per l’edizione 2019 ospita anche l’assemblea della Confederazione africana di ciclismo. Al centro del discorso, l’importanza dello sport nella crescita umana di ogni persona

Barbara Castelli – Città del Vaticano

Lo sport, quando non è inquinato dal “prestigio” e dal “profitto”, permette di coniugare “fortezza d’animo e determinazione nel raggiungere la vittoria”, coltivando “uno spirito di altruismo, di generosità e di comunità per aiutare chi è rimasto indietro”. Con queste parole Papa Francesco accoglie nella sala Clementina i partecipanti al congresso annuale dell’Unione ciclistica europea. (Ascolta il servizio con la voce del Papa).

Costanza, sacrificio e rinuncia

Nel discorso, a tutti i presenti, compresi i membri della Confederazione africana di ciclismo, il Pontefice ricorda la “lunga storia” del “rapporto tra Chiesa e sport”, esaltando il ruolo che l’attività sportiva può avere nella “crescita umana di ogni persona”. Lo sport, infatti, “stimola a dare il meglio di sé, in vista del raggiungimento di una determinata meta”, ed “educa alla costanza, al sacrificio e alla rinuncia”.

La pratica di uno sport poi insegna a non scoraggiarsi e a ricominciare con determinazione, dopo una sconfitta o dopo un infortunio. Non di rado diventa l’occasione per esprimere con entusiasmo la gioia di vivere e la giusta soddisfazione per aver raggiunto un traguardo.

Aiutare chi rimane indietro

Nel ciclismo, in modo particolare, si può apprezzare lo “spirito di altruismo, di generosità e di comunità per aiutare chi è rimasto indietro e ha bisogno di aiuto per raggiungere un determinato obiettivo”.

Il ciclismo, in particolare, è uno degli sport, che mette maggiormente in risalto alcune virtù come la sopportazione della fatica - nelle lunghe e difficili salite -, il coraggio - nel tentare una fuga o nell’affrontare una volata -, l’integrità nel rispettare le regole, l’altruismo e il senso di squadra.

Gli atleti, dunque, hanno la “straordinaria possibilità” di trasmettere, “soprattutto ai giovani”, “i valori positivi della vita e il desiderio di spenderla per obiettivi alti e nobili”.

Sport e fattori di inquinamento

Papa Bergoglio non manca di evidenziare anche quei fattori di contaminazione che allontanano l’attività sportiva dalla sua vocazione a “servizio della crescita e della realizzazione integrale della persona”.

Quando, al contrario, lo sport diventa un fine in sé e la persona uno strumento al servizio di altri interessi, ad esempio il prestigio e il profitto, allora compaiono disordini che inquinano lo sport. Penso al doping, alla disonestà, alla mancanza di rispetto per sé e per gli avversari, alla corruzione.

Generazioni a confronto

Un ultimo pensiero il Pontefice lo rivolge alle “nuove specialità” che si diffondono fra le nuove generazioni e che, “come tutte le novità, possono suscitare resistenze e rappresentare una sfida per le discipline più tradizionali”. “Anche per voi – dichiara – vale l’impegno che la Chiesa ha assunto di volere ascoltare i giovani, di prendere a cuore le loro attese, i loro modi di esprimere il desiderio di vivere e di realizzarsi”.

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Le foto dell'udienza in sala Clementina
09 marzo 2019, 12:46