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 Libro sulla quaresima edito dalla Lev Libro sulla quaresima edito dalla Lev 

In un libro le parole chiave per la Quaresima

In questi giorni la Libreria Editrice Vaticana ha pubblicato un volume dedicato alla Quaresima dal titolo: “Prendi un po’ di vino con moderazione. La sobrietà cristiana” a cura di Lucio Coco. La prefazione è di Papa Francesco

Eugenio Bonanata e Fabio Colagrande - Città del Vaticano

La sobrietà e la gioia sono due atteggiamenti che possono aiutarci a vivere la vita di ogni giorno e i tempi di penitenza come la quaresima. Così Papa Francesco nella prefazione al volume della LEV che vuole offrire al lettore uno strumento di riflessione in preparazione alla Pasqua. Inserito nella collana “Vita nello Spirito”, il libro ruota attorno ad un’omelia di San Giovanni Crisostomo in cui si commenta un breve passaggio della Prima Lettera di San Paolo a Timoteo.

La metafora del vino

L’apostolo – afferma il Papa - invita Timoteo a “bere un po’ di vino a causa dello stomaco e dei frequenti disturbi”, offrendo al vescovo Crisostomo “l’occasione di insegnare ai fedeli che la creazione è buona ma va saputa gustare, per scoprire che è stata fatta proprio per noi, per il nostro bene, come un dono prezioso, affinché ci scopriamo amati e possiamo gioire insieme”. Per un commento sul libro, a partire dal titolo: "Prendi un po’ di vino con moderazione. La sobrietà cristiana", Radio Vaticana Italia ha intervistato il direttore della Libreria Editrice Vaticana (LEV), fra Giulio Cesareo:

Ascolta l'intervista a fra Giulio Cesareo

R. – Spesso c’è un’idea un po’ ancestrale che il cristianesimo sia nemico del corpo, della gioia e del piacere. San Giovanni Crisostomo, in questa omelia in cui riprende un testo di San Paolo alla Lettera a Timoteo, ci insegna proprio questo: che Dio ha creato tutto buono; e ciò che l’uomo fa nel mondo di per sé è bello, buono e serve per gioire della vita. Dio vuole che i suoi figli approfittino della vita nel senso più bello del termine, dentro un equilibrio, delle relazioni interpersonali che facciano sbocciare i piaceri, la gioia e le cose della vita. Allora, ecco, in questa omelia lui dice proprio questo: Dio ci ha dato il vino perché serva anche come medicina. Al tempo di San Giovanni Crisostomo il Maalox non c’era per curare il mal di stomaco; però gli antichi percepivano che un po’ di vino aiutava in qualche modo a rinforzarsi. San Giovanni Crisostomo dice: “Ecco, vedi, allora, Dio ce l’ha dato ed è bene che lo usiamo in maniera equilibrata, perché questo ci farà bene. E fuori da questo equilibrio, invece, l’eccesso diventa una schiavitù”. Ci sono le ultime parti dell’omelia in cui lui è molto duro contro chi, invece, abusa del vino e quindi scade nell’ubriachezza. Questo equilibrio diventa il criterio per vivere bene come figli di Dio, ma anche come persone comuni che sanno gustare della vita con saggezza, con sobrietà, con equilibrio.

Infatti, San Giovanni Crisostomo ci ricorda che non è il vino a rendere ubriachi, ma è la nostra sregolatezza, l’uso che ne facciamo …

R. – Proprio così: la sregolatezza è la fine della libertà. Chi gusta con sobrietà, gusta essendo padrone di ciò che fa e si serve delle cose nelle relazioni per godere della vita. Invece chi è vittima della sregolatezza è vittima del suo piacere e si sottomette, diventa quasi meno uomo. Insomma, tra virgolette, si imbruttisce …

Nella prefazione a questa vostra pubblicazione, lo stesso Papa Francesco spiega che la gioia, la gioia che nasce dalla consapevolezza di essere amati da Dio, si custodisce proprio attraverso la sobrietà …

R. – Papa Francesco, in questa prefazione, dice che la sobrietà non è soltanto il prendere le cose in piccola quantità. Lui sottolinea chiaramente che la sobrietà è legata alle relazioni. Ciò significa inserire le gioie e i piaceri della vita - il vino, il cibo ecc. - dentro un contesto di relazioni, di amicizia, di affetto. Questa è la vera sobrietà cristiana: le cose dentro alle relazioni. E questo ci aiuta a vivere la Quaresima. Perché la Quaresima, in fondo, attraverso l’esercizio al quale la Chiesa ci invita, quello del digiuno e dell’astinenza, è proprio quest’arte di imparare a non essere vittime delle cose, ma a viverle dentro le relazioni, dentro l’amicizia e quindi a essere liberi nell’usufruire delle cose.

Infatti, il Papa ci dice: “Il segreto è non mettere l’io davanti al noi, non mettere le cose davanti alle persone” …

R. – Questo è il criterio che lui dà per distinguere l’egoismo, che facilmente porta al vizio, dalla fraternità che invece ci aiuta a vivere con sobrietà. Dio ci ha creati per essere suoi figli e il mondo serve perché ci scambiamo dei doni. Il mondo è un dono e serve perché lo condividiamo, come appunto si fa con i doni.

Dunque, sobrietà e gioia sono due attitudini per vivere la Quaresima appena iniziata …

R. – Sì. Il Papa, nella sua prefazione, fa un passaggio molto bello quando distingue la gioia dall’euforia. L’euforia è la soddisfazione per i successi per sé, mentre la gioia è il saper gustare i successi degli altri, di essere dentro un sistema di relazioni. In fondo la Quaresima non è altro che il cammino per prepararci alla Pasqua. E la Pasqua è la vittoria di Cristo sulla morte, sull’isolamento ed è l’evento che ci fa tutti credenti, tutti membri del suo Corpo, tutti fratelli e tutti sorelle nello Spirito. Quindi, mi sembra proprio un bellissimo testo per prepararsi alla Pasqua.

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08 marzo 2019, 07:00