Parrocchia San Crispino da Viterbo: l'incontro del Papa con i bambini Parrocchia San Crispino da Viterbo: l'incontro del Papa con i bambini 

Gli incontri del Papa a San Crispino: "Gesù dice sempre la verità"

Nella parrocchia di san Crispino da Viterbo, il Papa incontra i bambini che si preparano alla Comunione e alla Cresima, i ragazzi del dopo-Cresima e dell'oratorio, i genitori di battezzati e battezzandi e le persone senza fissa dimora, i malati e i disabili; quindi il saluto ai sacerdoti della comunità e la confessione ad alcuni fedeli prima della Messa

Eugenio Murrali - Città del Vaticano

Una comunità che accoglie il suo pastore con esultanza. Così appare la parrocchia di San Crispino da Viterbo nel giorno in cui il Santo Padre si reca in visita pastorale. San Crispino è una parrocchia di Labaro, nel settore Nord della diocesi, una piccola, vivace comunità di periferia che sempre sostiene le persone nelle difficoltà quotidiane e apre le sue porte ai più bisognosi. 

Un'accoglienza calda già sulla strada 

Un cartellone giallo e blu su cui campeggia la scritta "Benvenuto Papa Francesco", i fedeli sorridenti che acclamano all'arrivo con cori di benevenuto, la chiesa già gremita in largo anticipo per la messa: è questa l'atmosfera che il Pontefice trova al suo arrivo a San Crispino.  
Il Papa viene accolto dai fedeli e dal Vicario Generale della Diocesi, don Angelo De Donatis, da mons. Guerino Di Tora, vescovo ausiliare per il Settore Nord, dal parroco Don Luciano Cacciamani, dal viceparroco Don Andrea Lamonaca e dagli altri sacerdoti della comunità. 

L'incontro con i bambini del catechismo e dell'oratorio

Papa Francesco incontra i ragazzi del catechismo per la Comunione e la Cresima e i ragazzi del dopocresima e dell'oratorio. I bambini più piccoli hanno preparato un canto per il Papa e una letterina, mentre i più grandi gli rivolgono alcune domande. 
Un ragazzo legge la lettera in cui i bambini dicono di sapere che il Papa "ama il calcio" e che si è "innamorato di Gesù". Nel loro messaggio i bambini chiedono quindi al Pontefice di raccontare "qualcos'altro" di sé e lo ringraziano di essere venuto nella loro Casa. 
Gloria, del post-Cresima, domanda "come possiamo difenderci da questo combattimento quotidiano con il mondo", considerato che "quello che il mondo pensa è completamente diverso da quello che vuole Dio da noi". Francesca, che si prepara alla Cresima, chiede come riconoscere di fronte a due scelte quella giusta. Angelica, cresimanda anche lei, è curiosa di sapere cosa provi il Papa a stare in mezzo a loro che lo hanno atteso con impazienza. Lorenzo, del secondo anno di preparazione alla Cresima, si interroga: "Come possiamo continuare il nostro cammino di fede?".

Le risposte di Francesco ai ragazzi

Il Pontefice prende spunto dalle domande dei ragazzi e si sofferma sul tema del male. Chiede ai bambini se il diavolo esista o sia solo "un racconto". Una volta sgombrati i dubbi sull'esistenza del demonio, spiega loro che il diavolo è un bugiardo: "Nel Vangelo lo si chiama il padre della menzogna". E aggiunge: "come difendersi? Con la preghiera". Il pontefice descive ai bambini presenti questa differenza tra il diavolo bugiardo, che "fa l'opposto di quello che dicono i Comandamenti" e Gesù che invece è "buono, veritiero: sempre dice la verità". Aggiunge che è necessario rivolgersi anche a Maria: "La Madre di Dio. E' lei che ha portato Gesù da noi. E per difenderci dal bugiardo, il diavolo, andare anche dalla Madonna, da Maria e dire: 'Madre, aiutami, come hai aiutato tuo Figlio, Gesù'. La preghiera. E poi parlare con i catechisti, parlare a casa".
Alla domanda sulla scelta ha invitato alla riflessione di fronte alle possibilità e anche a "chiedere consiglio a casa, alle catechiste, al prete, al sacerdote, al vescovo: chiedere consiglio: 'Io vorrei fare questo, quell’altro: cosa devo fare?'. E pregare. In questo modo metteremo alla prova le due possibilità e sceglieremo la più grande".

La gioia di stare tra i giovani, l'invito a non abbandonare 

Su cosa provasse a stare tra loro ha risposto: "Io, quando sono con i bambini, con i ragazzi, sento gioia perché vedo che Gesù è tra voi, che voi avete aperto il cuore a Gesù e Gesù viene da voi. Il cuore è sempre aperto a Gesù: se noi abbiamo il cuore chiuso, Gesù non può entrare. E sento la gioia di vedere che voi avete voglia di aprirvi a Gesù". Ma aggiunge anche: "La Cresima è il sacramento che vi dà la forza, la forza per lottare, per andare avanti, per vincere nella vita. Non è il sacramento dell’addio alla parrocchia". E si sofferma, a beneficio dei presenti, sulla forza della Confermazione: "E la Cresima ci aiuterà ad andare avanti nella vita, a lottare e soprattutto vi darà una cosa bellissima: perché viene lo Spirito Santo, e lo Spirito Santo porta un regalo molto grande: la gioia". 

Il saluto ai genitori e ai bambini battezzati e battezzandi

Il Pontefice ha conosciuto i genitori e i loro bambini battezzati o battezzandi e gli ha ricordato che il battesimo "è un primo passo per tutta la vita cristiana": "Dio entra nel cuore dei bambini - afferma -, è come un sigillo che non se ne andrà mai, è il Signore, la sua presenza".
Il Papa chiede ai genitori di accompagnare sempre i figli: "Accanto, ma un po' a distanza, ché si sentano liberi". E aggiunge anche: "Questa è la saggezza che tutti voi avete. Lasciarli crescere, che si sentano ognuno una persona, ma con la sicurezza di essere protetti".  Francesco benedice i presenti e chiede di pregare per lui.

L'abbraccio ai più fragili

"Quando noi siamo soli, siamo deboli, abbiamo le nostre debolezze: materiali, spirituali; ma siamo deboli. Da soli siamo deboli. E tante volte, da soli finiremmo sconfitti. Invece, quando siamo insieme diventiamo forti, forti per resistere, forti per andare avanti, forti per vincere nella vita. E’ la fortezza dell’insieme". Con queste parole Papa Francesco rivolge la sua attenzione ai più deboli, un gruppo di persone senza dimora e indigenti, italiani e stranieri assistiti dalla Caritas Parrocchiale e dalla Comunità di Sant'Egidio, alla presenza di diversi volontari. Il Pontefice prende infatti spunto da un parola più volte utilizzata dal Parroco, don Luciano Cacciamani nel presentare gli amici meno abbienti della Parrocchia: "insieme". Il Papa esorta i presenti: "Avanti con questo insieme: è il motto che Dio ha ispirato al parroco oggi per dircelo a tutti noi. Insieme. Mai soli. Sempre insieme. E grazie. Pregate per me".

L'incoraggiamento rivolto ai malati

Non manca lo sguardo sui malati e i disabili. "Quando venivo qui, prima di entrare - ha detto - ho sentito una voce interiore che mi diceva: “Adesso ti portano dal sindacato” – “Ma quale sindacato?” – “Il tuo! Quello degli anziani!”. Questo è il sindacato degli anziani, ma siamo tutti insieme, anche gli ammalati". Il Pontefice ne sottolinea la ricchezza dell'ultimo periodo della vita e l'importanza di offrire con generosità la saggezza acquisita negli anni, che "è un dono del Signore": "Agli anziani io direi che la vecchiaia non è una cosa brutta: vogliono farla brutta, ma non è brutta. La vecchiaia, quando si vive bene, è come il buon vino, che con gli anni diventa più buono. Ma non è per averla per noi, è per darla, per offrirla, offrire la saggezza. E una cosa importante che vi consiglio, agli anziani, è parlare con i giovani". 

Una malattia che però feconda il cuore 

Nello stesso incontro si sofferma sul tema della malattia: "Anche la malattia è una cosa da offrire agli altri: è dolorosa, è una croce, la malattia, davvero. E’ una croce brutta. Ma noi possiamo vivere questa croce con serenità, per offrirla agli altri, offrire questa esperienza della malattia che è brutta, ma farla feconda nel cuore degli altri."

La parrocchia di San Crispino da Viterbo

La parrocchia è nata nel 1973 con decreto del Cardinale Vicario Poletti, sotto il Pontificato di Paolo VI, e affidata al clero diocesano. Il complesso odierno ha visto la luce nel 1990. Nel quartiere, che sorge sulla via Flaminia, vicino al Tevere, sono presenti seimila abitanti. L'ultima volta che la comunità ha ricevuto una visita pontificia era il il 1983, quando Giovanni Paolo II si recò nella parrocchia intitolata a Crispino, il cappuccino del Seicento, primo santo canonizzato da Wojtyła, il 20 giugno 1982. Oggi i fedeli hanno accolto con calore Papa Francesco, per quella che don Luciano Cacciamani, parroco dal primo settembre 2016, ha definito una "visita desiderata e inaspettata". 

Le realtà presenti

Nella parrocchia sono presenti molte realtà e attività. un doposcuola chiamato "la scuola della pace", la comunità di Sant'Egidio, la Caritas, il gruppo di volontariato vincenziano, il Rinnovamento nello spirito, la Gioventù Ardente Mariana- GAM, il gruppo ministranti e l'oratorio, tre comunità del Cammino neocatecumenale e altri gruppi impegnati nei numerosi impegni della parrocchia.

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03 marzo 2019, 17:52