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Papa apre la Settimana unità dei cristiani: condividere i beni ricevuti

Con la celebrazione dei Vespri nella Basilica di San Paolo Fuori le Mura, Papa Francesco ha aperto la 52.ma Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani. Il tema di quest'anno: “Cercate di essere veramente giusti”, è stato proposto dalla Chiesa indonesiana

Emanuela Campanile, Città del Vaticano

La preghiera comune davanti alle spoglie di San Paolo, l'Apostolo delle genti, è l'emblema del cammino di unità che Papa Francesco continua a perseguire insieme ai rappresentanti ortodossi e anglicani.  Con gioia e riconoscenza a Dio, il Pontefice apre la sua omelia rivolgendosi ai fedeli e ai rappresentanti delle altre Chiese presenti a Roma in occasione della celebrazione dei Vespri per l'inizio della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani (18-25 gennaio). Negli anni precedenti,  il Pontefice presiedeva la chiusura dell'iniziativa ecumenica ma in coincidenza con la Giornata Mondiale della Gioventù di Panama, è stato scelto di anticipare l'appuntamento. Luminosa e gremita, la Basilica di San Paolo fuori le Mura, custodita dai monaci benedettini, accoglie questo appuntamento tanto atteso, facendo risuonare le parole del Papa che, commentando la lettura del Deuteronomio (Dt 16, 9-20), ricorda quanto la dimensione della festa sia legata a quella della giustizia di Dio:

“Le feste stesse esortano il popolo alla giustizia, ricordando l’uguaglianza fondamentale tra tutti i membri, tutti ugualmente dipendenti dalla misericordia divina, e invitando ciascuno a condividere con gli altri i beni ricevuti. Rendere onore e gloria al Signore nelle feste dell’anno va di pari passo con il rendere onore e giustizia al proprio vicino, soprattutto se debole e bisognoso”

Riflettendo poi sulla scelta del tema della settimana, fatta dalla Chiesa in Indonesia che ha voluto ispirarsi alla parole del Deuteronomio: "La giustizia e solo la giustizia seguirai", Papa Francesco mette in evidenza non solo la preoccupazione "che la crescita economica del loro Paese, animata dalla logica della concorrenza, lasci molti nella povertà concedendo solo a pochi di arricchirsi grandemente", ma sottolinea ancora una volta quanto sia in pericolo il principio di solidarietà:

“Quando la società non ha più come fondamento il principio della solidarietà e del bene comune, assistiamo allo scandalo di persone che vivono nell’estrema miseria accanto a grattacieli, alberghi imponenti e lussuosi centri commerciali, simboli di strepitosa ricchezza. Ci siamo scordati della saggezza della legge mosaica, secondo la quale, se la ricchezza non è condivisa, la società si divide”

Francesco non dimentica nemmeno i rischi in cui gli stessi cristiani possono incorrere così come fecero "gli israeliti nei tempi antichi ",  rammentando  "che il Signore ci ha salvati nel Battesimo, chiamandoci suoi figli. È facile pensare che la grazia spirituale donataci sia nostra proprietà, qualcosa che ci spetta e che ci appartiene": 

“È un grave peccato sminuire o disprezzare i doni che il Signore ha concesso ad altri fratelli, credendo che costoro siano in qualche modo meno privilegiati di Dio. Se nutriamo simili pensieri, permettiamo che la stessa grazia ricevuta diventi fonte di orgoglio, di ingiustizia e di divisione. E come potremo allora entrare nel Regno promesso?”

A soccorrerci, avverte il Pontefice, è l'umiltà che permette di riconoscere "che le benedizioni ricevute non sono nostre di diritto ma sono nostre per dono, e che ci sono state date perché le condividiamo con gli altri". Solo così, conclude, "un popolo cristiano rinnovato e arricchito da questo scambio di doni sarà un popolo capace di camminare con passo saldo e fiducioso sulla via che conduce all’unità". 

Il ringraziamento al Papa 

A conclusione dei Vespri, il saluto del cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani:

A nome di tutti i presenti riuniti qui in preghiera, La ringrazio di aver voluto presiedere anche quest’anno la celebrazione vespertina, ribadendo così la Sua convinzione che lo sforzo ecumenico di ripristinare l’unità dei cristiani è “un cammino irreversibile e non in retromarcia”, come Vostra Santità ha ricordato (...) Con il battesimo, siamo stati incorporati a Cristo e siamo già divenuti una cosa sola. Tuttavia, continuiamo a vivere in Chiese e Comunità separate, mostrando così di aver ferito e di ferire l’unico Corpo di Cristo e nuocendo alla credibilità dell’annuncio del Vangelo nel mondo odierno.

 

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18 gennaio 2019, 18:30