Francesco a Santa Marta: un cristiano non può venire a patti con il mondo

La fine del mondo e la fine, un giorno, di ciascuno di noi: questo il tema proposto dalla liturgia di oggi. Gli imperi crollano, ha detto il Papa, rimangono solo gli umili che sperano nel Signore

Adriana Masotti - Città del Vaticano

Babilonia, simbolo della mondanità, “del lusso, dell’autosufficienza”, dice il Papa, sarà condannata dal Signore e mostrerà la sua verità di città corrotta. Gerusalemme invece, prosegue, vedrà la sua rovina “perché ha aperto le porte del suo cuore ai pagani”.

C’è la paganizzazione della vita, nel nostro caso, cristiana. Viviamo come cristiani? Sembra di sì. Ma in verità, la nostra vita è pagana, quando succedono queste cose, quando entra in questa seduzione della Babilonia e Gerusalemme vive come Babilonia. Vuol fare una sintesi che non si può fare. E ambedue saranno condannate. Tu sei cristiano? Tu sei cristiana? Vivi come cristiano. Non si può mescolare l’acqua con l’olio. Sempre diverso. La fine di una civiltà contraddittoria in sé stessa che dice di essere cristiana e vive come pagana.

Francesco invita poi alla speranza perché dopo la distruzione per gli umili ci sarà la salvezza del Signore: "Ci sono delle tragedie, anche nella nostra vita, - dice - ma davanti a queste, guardare l’orizzonte, perché siamo stati redenti e il Signore verrà a salvarci".

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29 novembre 2018, 12:31