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Messaggio del Papa al convegno "Dio non abita più qui?"

Letto dal card. Ravasi il messaggio di Papa Francesco al convegno sulla dismissione dei luoghi di culto: "Il senso comune dei fedeli - sottolinea il Pontefice - percepisce per gli ambienti e gli oggetti destinati al culto la permanenza di una sorta di impronta che non si esaurisce anche dopo che essi hanno perduto tale destinazione"

Emanuela Campanile - Città del Vaticano

E’ sul senso di comunità che Papa Francesco insiste nel messaggio inviato ai partecipanti al Convegno: “Dio Non abita più qui? Dismissione di luoghi di culto e gestione integrata dei beni culturali ecclesiastici”, organizzato dal Pontificio Consiglio della Cultura, in collaborazione con la Pontificia Università Gregoriana e la Conferenza Episcopale Italiana:

I beni culturali ecclesiastici - scrive il Papa - sono testimoni della fede della comunità che li ha prodotti nei secoli e per questo sono a loro modo strumenti di evangelizzazione che si affiancano agli strumenti ordinari dell’annuncio, della predicazione e della catechesi. Ma questa loro eloquenza originaria può essere conservata anche quando non sono più utilizzati nella vita ordinaria del popolo di Dio, in particolare attraverso una corretta esposizione museale, che non li considera solo documenti della storia dell’arte, ma ridona loro quasi una nuova vita, così che possano continuare a svolgere una missione ecclesiale.

Un segno dei tempi

Per il Pontefice, la consapevolezza che molte chiese “fino a pochi anni fa necessarie” non lo siano più, va accolta "senza ansia" da parte della Chiesa:

La constatazione che molte chiese, fino a pochi anni fa necessarie, ora non lo sono più, per mancanza di fedeli e di clero, o per una diversa distribuzione della popolazione nelle città e nelle zone rurali, va accolta nella Chiesa non con ansia, ma come un segno dei tempi che ci invita a una riflessione e ci impone un adattamento. E’ ciò che in qualche modo afferma l’Esortazione Apostolica Evangelii gaudium quando, sostenendo la superiorità del tempo sullo spazio, dichiara che «dare priorità al tempo significa occuparsi di iniziare processi più che di possedere spazi. Il tempo ordina gli spazi, li illumina e li trasforma in anelli di una catena in costante crescita, senza retromarce».

Ai vescovi le scelte concrete

Rivolgendosi ai vescovi, e prima di concludere, il Papa ritorna nel messaggio ancora una volta sull’importanza della riflessione corale e del dialogo con la comunità civile, passo essenziale per le decisioni da prendere:

ll convegno darà certamente suggerimenti e indicherà linee di azione, ma le scelte concrete e ultime spetteranno ai Vescovi. A loro raccomando vivamente che ogni decisione sia frutto di una riflessione corale condotta in seno alla comunità cristiana e in dialogo con la comunità civile. La dismissione non deve essere la prima e unica soluzione a cui pensare, né mai essere effettuata con scandalo dei fedeli. Qualora si rendesse necessaria, dovrebbe essere inserita per tempo nella ordinaria programmazione pastorale, essere preceduta da una adeguata informazione e risultare il più possibile condivisa.

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29 novembre 2018, 11:24