Il Papa ricorda la Giornata di Solidarietà con Chiesa perseguitata

La "Carta della pace", redatta da studenti polacchi, e la Giornata di Solidarietà con la Chiesa perseguitata, che si celebra in Polonia domenica prossima. Nei saluti ai pellegrini polacchi Papa Francesco ha ringraziato per queste iniziative di pace e solidarietà. Nell'intervista a Vatican News, Don Mariusz Boguszewski, responsabile di “Aiuto alla Chiesa che Soffre” a Varsavia, ci parla di questi eventi

Debora Donnini - Città del Vaticano

Stamani, al termine della catechesi all'udienza generale, Papa Francesco ha salutato gli insegnanti e gli studenti polacchi del Liceo “Norvid” di Stargard, “promotori dell’iniziativa chiamata ‘Carta della pace’”. Si tratta  - ha spiegato - di un appello alla pace, redatto dopo un accurato studio sull’insegnamento dei Papi del XX e XXI secolo, che verrà inviato ai capi di tutti i Paesi del mondo, in occasione del 100.mo anniversario dell’indipendenza della Polonia. Papa Francesco ha poi ricordato la ormai prossima Giornata di Solidarietà con la Chiesa perseguitata: (Ascolta la voce del Papa)

Domenica prossima, la Chiesa in Polonia celebra la X Giornata di Solidarietà con la Chiesa perseguitata, organizzata dalla Fondazione Papale “L’Aiuto per la Chiesa che Soffre”, insieme alla Conferenza Episcopale Polacca. Il sostegno economico verrà devoluto quest’anno ai cristiani in Pakistan. Grazie per queste iniziative di pace e di solidarietà. Dio vi benedica!

Don Mariusz Boguszewski, responsabile di “Aiuto alla Chiesa che Soffre” a Varsavia, spiega nell’intervista a Vatican News, lo scopo delle Giornate di Solidarietà con la Chiesa perseguitata: (Ascolta l'intervista a don Mariusz Boguszewski)

R. – Da dieci anni invitiamo tutti i polacchi a pregare e ad avere lo sguardo verso i cristiani, nostri fratelli e sorelle, che soffrono adesso in tutto il mondo. Quest’anno vogliamo dedicare le nostre preghiere soprattutto ai cristiani in Pakistan. Le iniziative particolari consistono nelle preghiere in tutte le chiese della Polonia e nella raccolta di denaro, che facciamo in tutte le parrocchie. Poi abbiamo invitato alcuni rappresentanti della Chiesa del Pakistan: vengono un sacerdote e un seminarista per dare testimonianza della loro fede.

Quest’anno il sostegno economico verrà devoluto al Pakistan, un Paese dove i cristiani vivono molte difficoltà. In particolare gli occhi sono puntati sulla sorte di Asia Bibi, la donna madre di 5 figli, dal 2009 in carcere con l’accusa di blasfemia e condannata a morte: in ottobre la Corte Suprema ha ascoltato l’appello della difesa e farà sapere il verdetto. Pregherete in modo particolare per lei?

R. – Assolutamente sì! Vogliamo pregare per lei, per suo marito e anche per i suoi figli; vogliamo ricordare tutti quelli che sono stati uccisi e che hanno offerto la loro vita per la libertà e per la pace. Noi abbiamo chiamato la Giornata di questa domenica “Rompere il silenzio”: vogliamo rompere il silenzio e dare speranza a tutti coloro che in Pakistan hanno bisogno di noi.

Nei saluti al termine della catechesi, il Papa ha anche ricordato gli insegnanti e gli studenti di un liceo di Stargard,  promotori dell’iniziativa “Carta della pace”. Si tratta di un appello alla pace che sarà inviato ai capi di tutti i Paesi del mondo. Un appello che, tra l’altro, è stato redatto dopo uno studio sull’insegnamento dei Papi ne XX  e XXI secolo. Quando verrà inviato e su quali aspetti punterà?

R. – L’appello verrà inviato attorno alla data dell’indipendenza, quando festeggeremo, l’11 novembre. Questa Carta è un’iniziativa che proviene proprio dall’insegnamento dei Papi del XX e del XXI secolo. Si vede che tutto quello che dicono i Papi è un invito a vivere in pace, a dare pace al mondo. Così vogliamo ringraziare tutti, ma soprattutto gli studenti che hanno avviato questa iniziativa, perché loro sottolineano che la pace è il fondamento della vita: non si può vivere senza pace.

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24 ottobre 2018, 10:56