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Il Papa abbraccia il card. Ernest Simoni al termine della Messa a Santa Marta Il Papa abbraccia il card. Ernest Simoni al termine della Messa a Santa Marta  

Il Papa saluta il card. Simoni che compie 90 anni

Il cardinale albanese Ernest Simoni stamattina ha concelebrato con il Papa la Messa a Santa Marta. Francesco ha offerto l'Eucaristia per le sue intenzioni ricordando le persecuzioni che ha subito lui e che ancora oggi subiscono tanti cristiani

“Il nostro novantenne fratello potrà raccontarci tante cose” sulle persecuzioni. Nell’omelia di oggi a Santa Marta il Papa si rivolge al cardinale albanese Ernest Simoni, presente alla celebrazione, che proprio oggi compie 90 anni, e offre l’Eucaristia per le sue intenzioni.

Francesco parla delle persecuzioni che ancora oggi subiscono tanti cristiani, ma non dimentica quelle del passato. Simoni, al tempo del regime comunista albanese, viene arrestato il 24 dicembre 1963, subito dopo la Messa della Notte di Natale. E’ condannato a morte più volte, ma lo aspettano tanti anni di prigione: in tutto 18 anni di carcere e lavori forzati, di cui 12 in miniera. Qui diventa padre spirituale dei carcerati e loro punto di riferimento: confessa e celebra ogni giorno di nascosto la Messa. Dopo la liberazione nel 1981, viene comunque considerato “nemico del popolo” e obbligato a lavorare nelle fogne di Scutari. Esercita il ministero del sacerdozio clandestinamente, fino alla caduta del regime nel 1990. Continua a servire come umile sacerdote, in tanti villaggi, cercando di portare la riconciliazione tra gli albanesi. Francesco incontra don Simoni durante la sua visita a Tirana il 21 settembre 2014. La sua testimonianza commuove profondamente il Papa, che a sorpresa il 9 ottobre 2016 annuncia la sua nomina a cardinale.

Al termine della Messa a Santa Marta, Luca Collodi ha intervistato il card. Simoni.

Ascolta l'intervista al card. Simoni

D. - Eminenza, quali i suoi sentimenti in questo giorno?

R. – E’ stata una grande gioia, una grande letizia incontrare Gesù nella Messa e il Santo Padre Francesco, con questo amore infinito che ha per tutti gli uomini e per i poveri, sentire da lui parole di auguri, di felicità, di missione della Chiesa per avvicinare tutti gli uomini e soprattutto i giovani perché amino e vivano accanto a Gesù, per avere quella gioia che nessuno può darci e soprattutto la risurrezione.

D. – Cosa ci può dire della sua patria, l’Albania?

R. – Io prego ogni giorno per il popolo albanese, per tutti, affinché conoscano il Signore, amino il Signore e facciano tutto quello che piace a Gesù; perché il mondo ci dà un pugno di fango e Gesù ci dice: “Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno”.

D. – Lei è stato tanti anni in carcere, durante il regime comunista albanese. Come guarda alla politica oggi?

R. – Dobbiamo sempre guardare all’obiettivo supremo: tutti noi uomini siamo in cammino verso il regno eterno; la storia mondiale ci ha insegnato che senza Dio non c’è futuro. Mettendo in pratica l’amore di Gesù con i sacrifici, con la preghiera assidua, noi possiamo accarezzare un po’ Dio. Il Santo Rosario è la potenza immensa per salvare il mondo dalle guerre, dai terremoti, dalle carestie, da tutto quello che è male. Gesù vive tra noi, si è chinato su di noi, perché lo abbiamo dimenticato? Gesù si deve mettere al primo posto, perché è il Creatore, è il Redentore.

D. – Un suo appello ai giovani di oggi …

R. – Il consiglio è quello che ci ha dato Gesù: pregare senza interruzione, osservare il Decalogo, la santificazione del matrimonio, l’aiuto ai poveri. E poi il Santo Rosario: la Madonna ogni giorno sparge la sua luce, il suo amore per tutta l’umanità. Ogni giorno, come il nostro corpo ha bisogno del cibo, abbiamo bisogno di nutrire spiritualmente lo spirito. Viviamo con Gesù, guardiamo ogni giorno Gesù, per vincere con Lui e godere la felicità in Paradiso. 

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18 ottobre 2018, 13:06