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Papa Francesco: il Sinodo per ascoltare in presa diretta i giovani

Nella presentazione del libro: “Carissimo Vescovo - 100 giovani scrivono e i vescovi rispondono” di Marco Pappalardo, Papa Francesco parla del prossimo Sinodo invitando a superare “la distanza di sicurezza” tra i giovani e gli adulti

Benedetta Capelli – Città del Vaticano

“I giovani non sono un problema ma una risorsa”. Papa Francesco lo scrive nella presentazione del libro: “Carissimo Vescovo - 100 giovani scrivono e i vescovi rispondono” di Marco Pappalardo, giornalista e docente siciliano. Una pubblicazione che mette insieme opinioni, pareri e domande dei giovani italiani e non, rivolti a vescovi di varie diocesi.

Accogliere le voci dei giovani

Francesco sottolinea la necessità di “ascoltare in presa diretta le loro voci: molte volte critiche e preoccupanti, altre semplicemente illuminanti”. Da qui la scelta di convocare, dal 3 al 28 ottobre in Vaticano, un Sinodo dedicato ai giovani sul tema: “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”. “La Chiesa e io per primo, insieme ai vescovi e agli educatori – scrive il Pontefice -  abbiamo scelto di metterci nell’atteggiamento di massima accoglienza delle loro opinioni perché crediamo che debbano diventare sempre più soggetti attivi e protagonisti non solo della propria vita ma anche della Chiesa”.

In loro il sussurro della voce di Dio

Ricordando il percorso iniziato nel 2016 con la convocazione del Sinodo, l’analisi delle risposte al questionario rivolto ai giovani e infine la Riunione presinodale con oltre 300 giovani di tutto il mondo, collegati anche attraverso i social, Francesco rimarca l’invito a parlare “senza filtri”. Sul libro di Pappalardo afferma che le testimonianze raccolte “sono i pensieri, le critiche, i sogni che ho fatto miei e in cui ritrovo la loro vita ma anche l’eco e il sussurro della voce di Dio”.

Annullare la distanza di sicurezza

“Le lettere, le e-mail, i messaggi raccolti dall’autore – scrive il Papa - sono coraggiosi e diretti e superano la distanza di sicurezza tra i giovani e gli adulti. In essi emergono storie, volti, illusioni, progetti e speranze e non semplici astrazioni, dati statistici e percentuali”.  Francesco fa suo l’appello dei ragazzi che chiedono agli adulti vicinanza e aiuto nei momenti importanti e considera convincenti anche le risposte dei vescovi, in grado di “capire meglio ciò che Dio e la storia” fanno comprendere attraverso i giovani.

Franchezza e faccia tosta

Mettersi a confronto – come accaduto nel libro – “con franchezza e in tutta libertà, persino con faccia tosta” è la lunghezza d’onda da cogliere “per uscire verso le periferie dei cuori, prendendo sul serio ogni battito di chi con fatica ogni giorno costruisce la propria storia”. “È il Vangelo! – scrive il Papa – E’ ciò che ha vissuto Gesù! È lo sguardo di ogni autentico pastore e dell’intera comunità cristiana che si sentono responsabili della cura delle nuove generazioni, mettendosi autenticamente in gioco, dedicando tempo e risorse, dando testimonianza credibile”.

Insieme per condividere un sogno

“Se un piccolo gruppo di vescovi – conclude Francesco - si è lasciato coinvolgere da 100 giovani che hanno avuto il coraggio di dire ciò che pensano, quanto più possiamo fare se collaboriamo tutti per costruire una comunità che dialoga, si confronta e agisce insieme con coraggio e trasparenza”. E’ la condivisione di un sogno comune per camminare insieme - sottolinea il Papa – affiancati da Gesù “come quel giorno i due discepoli sulla strada di Emmaus”.

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28 settembre 2018, 18:11