Papa Francesco: no all'autoreferenzialità

All'angelus di oggi, il Papa esorta a imparare da Cristo: "Egli ci chiama a non pensare secondo le categorie di 'amico/nemico', 'noi/loro', 'chi è dentro/chi è fuori', ma ad andare oltre"

Emanuela Campanile - Città del Vaticano

Papa Francesco indica come “La grande libertà di Dio nel donarsi a noi” sia “una sfida e una esortazione a modificare i nostri atteggiamenti e i nostri rapporti”. Il Vangelo odierno, presenta infatti il disappunto dei discepoli nell’aver visto un uomo che, pur non essendo seguace di Gesù, scacciava i demoni. Ma la risposta di Cristo, ricorda il Papa, va in direzione opposta: «Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi». (Ascolta il servizio con la voce del Papa)

Essere attenti alla genuinità del bene

Per Francesco bisogna imparare da Gesù ad “essere attenti più alla genuinità del bene, del bello e del vero che viene compiuto, che non al nome e alla provenienza di chi lo compie.” Solo Cristo è infatti così “pienamente aperto alla libertà dello Spirito di Dio, che nella sua azione non è limitato da alcun confine e da alcun recinto”.

Autoreferenzialità radice del proselitismo

Pur comprendendo l'umanità dell'atteggiamento dei discepoli descritto nell'episodio del Vangelo, Papa Francesco mette in guardia dal "timore della concorrenza" in cui "comunità cristiane di tutti i tempi" sono incorse così come "anche noi". E' proprio quel "perchè non è dei nostri", spiega il Pontefice, a farci cadere nell'autoreferenzialità: "radice del proselitismo". "La Chiesa - ha proseguito - diceva Papa Benedetto, non cresce per proselitismo ma per la testimonianza agli altri con la forza dello Spirito Santo".

Serve un esame di coscienza

Rimanere ingabbiati in ciò che conosciamo o ci appartiene, ci spinge a giudicare gli altri. Dobbiamo invece, spiega il Papa “esaminare noi stessi, e ‘tagliare’ senza compromessi tutto ciò che può scandalizzare le persone più deboli nella fede”. A conclusione, l'invocazione alla Vergine Maria "modello di docile accoglienza delle sorprese di Dio", perchè "Ci insegni ad amare la nostra comunità senza gelosie e chiusure, sempre aperti  all’orizzonte vasto dell’azione dello Spirito Santo"

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30 settembre 2018, 12:20