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Francesco agli Oblati di San Giuseppe: fedeli alla Chiesa in tempi di relativismo

Francesco ha ricevuto stamattina i partecipanti al Capitolo Generale degli Oblati di San Giuseppe e ha confidato loro: da sempre prego san Giuseppe e lui non mi ha mai detto di no. Questo ci dà coraggio. Dal Papa poi l'invito al servizio in particolare accanto ai giovani

Adriana Masotti - Città del Vaticano

"Mi piace quello di San Giuseppe …Eh! Ha tanta potenza! Da più di 40 anni io prego una preghiera che ho trovato in un antico messale francese che dice che San Giuseppe “… dont la puissance sait rendre possibles les choses impossibles”. Il potere di San Giuseppe. Mai, mai mi ha detto di no. Dobbiamo prendere coraggio da questo". E' con questa confidenza che esordisce Papa Francesco ricevendo stamattina, nella Sala del Concistoro in Vaticano, i partecipanti al Capitolo Generale degli Oblati di San Giuseppe (Giuseppini d'Asti), in tutto una cinquantina di persone.

Dio si serve dei piccoli per il suo Regno

Poi, prendendo in mano i fogli del discorso, inizia a leggere: 

Siete chiamati ad essere nel mondo testimoni di un peculiare messaggio, di una consolante buona notizia: che cioè Dio si serve di tutti, in preferenza dei più piccoli e umanamente sprovveduti, per impiantare e far crescere il suo Regno.

Il modello è San Giuseppe di Nazareth

Dopo aver rivolto un pensiero particolare di augurio a padre Jan Pelczarski, eletto in questi giorni Superiore Generale e di riconoscenza a padre Michele Piscopo che lascia la guida della Congregazione, il Papa ha ricordato che la missione trasmessa ai religiosi dal loro fondatore, San Giuseppe Marello, “manifesta il vostro peculiare carisma di riprodurre nella vita e nell’apostolato l’ideale di servizio come lo visse San Giuseppe di Nazareth. A partire dall’imitazione del suo stile di vita discreto, umile e laborioso”.

Un servizio umile al centro della vita degli Oblati 

“Servire Gesù nella Chiesa e nei fratelli, con particolare attenzione ai giovani e ai più umili, possa sempre improntare la vostra vita e la vostra gioia”, ha detto Francesco che ha citato le parole del fondatore: “Poveri Giuseppini dell’Ospizio-Cronici, sacerdoti minori, non siete nulla e non avete nessuna di quelle che si dicono posizioni per l’avvenire, e intanto il Signore si serve anche di voi in bene delle anime”. Il Papa ha li ha quindi incoraggiati a continuare a operare nella Chiesa e nel mondo con umiltà, nel nascondimento e nell’intimità con il Signore, uniti a zelo apostolico e laboriosità.

Amore e fedeltà alla Chiesa

San Giuseppe esortava i suoi figli all'amore e all'obbedienza verso il Sommo Pontefice in un tempo insofferente ai dogmi, il Papa fa quindi un riferimento all’oggi:

I nostri sono tempi di dilagante relativismo che mina alla base l’edificio della fede e spoglia di significato l’idea stessa di fedeltà cristiana. E’ dunque quanto mai attuale il mandato del vostro Fondatore ad essere dappertutto testimoni di amore e di fedeltà a Cristo e alla sua Chiesa.

Accanto ai giovani con il Vangelo per costruire il futuro

“Di fronte a una cultura superficiale che esalta il possesso dei beni materiali e promettendo felicità attraverso pericolose scorciatoie, voi non mancate di stimolare i giovani a temprare lo spirito e a formarsi una personalità matura”, ha detto ancora Francesco concludendo: “Parlare ai giovani di Gesù Cristo, leggendo con loro il Vangelo, confrontandolo insieme con la vita… Questa è la strada migliore per costruire un futuro solido”.
 

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31 agosto 2018, 11:08