Angelus, Papa Francesco: nessuno è un abusivo nel cuore di Gesù

Il Papa all’Angelus: per avere accesso al cuore di Gesù bisogna sentirsi bisognosi di guarigione e affidarsi a Lui

Amedeo Lomonaco - Città del Vaticano

Gesù è la “sorgente di vita”, “Colui che ridona la vita a chi si fida pienamente di Lui”. E’ quanto ha affermato Papa Francesco all’Angelus riferendosi ai racconti odierni del Vangelo. Gli episodi delle guarigioni di una fanciulla e di una donna - ha affermato il Pontefice  che ha anche lanciato appelli per la pace in Nicaragua e in Siria - hanno un unico centro: la fede (Ascolta il servizio con la voce del Papa).

Tutti sono ammessi al cuore di Gesù

Su questa strada, contraddistinta dal fiducioso affidarsi al Signore, “sono ammessi tutti”:

“Nessuno deve sentirsi un intruso, un abusivo o un non avente diritto. Per avere accesso al suo cuore, al cuore di Gesù, c’è un solo requisito: sentirsi bisognosi di guarigione e affidarsi a Lui. Io vi domando: ognuno di voi si sente bisognoso di guarigione? Di qualche cosa, di qualche peccato, di qualche problema? E se sente questo, ha fede in Gesù? Sono i due requisiti per essere guarito, per avere accesso al suo cuore: sentirsi bisognosi di guarigione e affidarsi a Lui. Gesù va a scoprire queste persone tra la folla e le toglie dall’anonimato, le libera dalla paura di vivere e di osare. Lo fa con uno sguardo e con una parola che li rimette in cammino dopo tante sofferenze e umiliazioni. Anche noi siamo chiamati a imparare e a imitare queste parole che liberano e questi sguardi che restituiscono, a chi ne è privo, la voglia di vivere”.

La morte di cui aver paura è quella del cuore indurito

Francesco ricordando il passo evangelico della donna che soffriva di emorragie, guarita “appena tocca il mantello di Gesù”, ha sottolineato che la fede porta alla salvezza: “la fede di questa donna – ha detto commentando questo passo evangelico - attira la potenza salvifica divina che c’è in Cristo”. Il Papa si è soffermato anche sull’episodio della bambina, che la folla credeva ormai senza vita. In realtà - afferma Gesù – “non è morta, ma dorme”. A lei il Signore dice: “Talità kum”, che significa: “Fanciulla, io ti dico, alzati!”. In questa pagina evangelica – ha aggiunto il Papa - si intrecciano “i temi della fede e della vita nuova”:

Gesù è il Signore, e davanti a Lui la morte fisica è come un sonno: non c’è motivo di disperarsi. Un’altra è la morte di cui avere paura: quella del cuore indurito, dal male! Ma anche il peccato, per Gesù, non è mai l’ultima parola, perché Lui ci ha portato l’infinita misericordia del Padre. E anche se siamo caduti in basso, la sua voce tenera e forte ci raggiunge: “Io ti dico: alzati!”.

Il cuore, indurito, il cuore che si indurisce - ha detto Francesco - è un cuore "mummificato". "Chiediamo a Maria - ha aggiunto - di accompagnare il nostro cammino di fede e di amore concreto, specialmente verso chi è nel bisogno".

Dopo l'Angelus appelli e preghiere 

Dopo la recita dell'Angelus, il Santo Padre  ha lanciato appelli per la pace in Nicaragua e in Siria. Dopo aver anche ricordato che i governi di Etiopia ed Eritrea sono tornai "a parlare insieme di pace", Francesco ha assicurato la sua "preghiera per i giovani dispersi da oltre una settimana in una grotta sotterranea in Thailandia". Il Papa ha infine ricordato che sabato prossimo si recherà a Bari, "insieme a molti Capi di Chiese e Comunità cristiane del Medio Oriente". "Vivremo - ha detto - una giornata di preghiera e riflessione".

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01 luglio 2018, 11:59