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Il Papa all’Istituto Ecumenico di Bossey a Ginevra

Nel corso della sua visita a Ginevra giovedì prossimo, al termine della preghiera ecumenica Francesco si recherà al Centro internazionale di Bossey. Dopo il pranzo incontrerà una trentina di studenti. Intervista al Decano dell’Istituto che per questa visita papale parla di “estate ecumenica”

L’Istituto Ecumenico Bossey è un Centro internazionale di incontro, dialogo e formazione del Consiglio Mondiale delle Chiese (Wcc). Ha sede nel castello di Bossey (XVIII secolo), nella campagna, tra le città lacustri di Versoix e Nyon, a circa 25 km da Ginevra. Fin dal Medioevo questa piccola regione è conosciuta localmente come "terre sainte", o "terra santa", a causa della sua particolare storia cristiana. Fondato nel 1946, l’Istituto Bossey riunisce persone appartenenti a diverse chiese, culture e provenienze nel comune interesse per l’ecumenismo, gli studi accademici e gli scambi culturali.

Ogni anno l’Istituto accoglie studenti e ricercatori da tutto il mondo per periodi di specializzazione in teologia dell’ecumenismo, missionologia ed etica sociale. Il corpo docente è composto da insegnanti di diverse confessioni e formazioni teologiche. La proposta formativa ha un approccio olistico all’educazione, combinando ricerca accademica, apprendimento interculturale attraverso la vita comunitaria, esperienza spirituale, confronto e incontro con altre comunità religiose come anche formazione pratica nella eco-teologia e nello sviluppo sostenibile. L’istituto e il diploma da esso rilasciato sono riconosciuti dall’Università di Ginevra.

Con Papa Francesco si è passati da una primavera ad "un’estate di ecumenismo"

La visita del Papa all’Istituto Ecumenico di Bossey riveste un significato particolare per l’impegno ecumenico di Francesco come spiega al microfono della nostra inviata a Ginevra Helene Destombes, il Decano dell’Istituto, il padre Lawrence Iwuamadi

Ascolta l'intervista al padre Iwuamadi

R. - Papa Francesco ha portato il discorso ecumenico a tutto un altro livello. Lui non ha negato l’importanza del dialogo teologico ma ha sempre insistito sul fatto che dobbiamo prima cominciare a camminare insieme. E’ nel camminare insieme che riusciamo a cominciare a capire chi è l’altro. E’ proprio in questa situazione che riusciamo a prendere fiducia e cominciare a parlare delle questioni più difficili. Allora, questa è veramente l’importanza di questa visita. Poi, potrei dire, lavorando qui, che il Papa suscita un interesse enorme nel Consiglio Ecumenico delle Chiese. Vediamo che dall’inizio del suo pontificato la collaborazione tra la Chiesa cattolica e il Consiglio ecumenico delle Chiese è aumentata nei diversi livelli: sia per parlare della questione degli immigrati sia per parlare anche con il Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso. Queste cose sono sempre state coordinate dal Pontificio consiglio per l’unità dei cristiani. Ma vediamo che c’è un aumento delle collaborazioni tra la Chiesa cattolica e il Consiglio ecumenico delle Chiese. Questo è veramente importante. Essendo qui vedo anche nei documenti del Consiglio Ecumenico delle Chiese, ogni due su tre viene citato Papa Francesco. Quindi c’è un interesse enorme ed è per questo che dico che stiamo passando da una “primavera di ecumenismo” a “un’estate di ecumenismo”, questo è un senso veramente importante. Quindi la venuta del Papa è un incoraggiamento anche per la comunità cattolica che è a Ginevra e in tutta la Svizzera. Siamo lieti, siamo contenti e aspettiamo con gioia per sentire le sue parole e il calore che porta perché Papa Francesco parla sempre al cuore della gente.


 

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19 giugno 2018, 12:35