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Mons. Alfred Xuereb, nunzio in Corea e Mongolia Mons. Alfred Xuereb, nunzio in Corea e Mongolia 

Mons. Xuereb: vado in Corea con la speranza della pace nel cuore

Intervista all'arcivescovo Alfred Xuereb, nunzio apostolico in Corea e Mongolia, a pochi giorni dalla sua partenza per Seul. Mons. Xuereb stamani da Papa Francesco, che ha assicurato la sua benedizione alla Chiesa della Corea e della Mongolia.

Alessandro Gisotti – Città del Vaticano

Le Coree, la pace, il servizio ai Pontefici. Sono i temi forti dell’intervista rilasciata a Vatican News dall’arcivescovo Alfred Xuereb, nunzio apostolico in Corea del Sud e Mongolia. Mons. Xuereb, che si recherà a Seul il 26 maggio per iniziare la sua importante missione in un momento storico per la penisola coreana, parla anche del ruolo che la Chiesa locale ha svolto e continua a svolgere per la riconciliazione tra le due Coree. Questa mattina, l’arcivescovo Xuereb ha avuto la gioia di celebrare la Messa con Papa Francesco a Casa Santa Marta, congedandosi prima della partenza. Il Santo Padre ha assicurato al nunzio la sua preghiera e la benedizione per lui e per tutta la Chiesa in Corea e Mongolia.

Mons. Xuereb mancano pochi giorni all’inizio del suo servizio come Nunzio in Corea e Mongolia. Con quale spirito si appresta a svolgere questa missione?

R. - Sì, mancano pochissimi giorni perché la partenza è fissata per sabato 26 maggio che provvidenzialmente coincide con il mio anniversario di ordinazione sacerdotale. Come 34 anni fa avevo risposto alla chiamata del Signore “vieni e seguimi”, così mi reco ora in Corea rispondendo ad una Sua chiamata. E come in questi anni si è mostrato fedele e mi ha sostenuto con le Sue grazie, parto fiducioso per questa nuova missione certo che mi aiuterà a fare del bene.

Lei inizia il suo servizio in Corea in un momento storico. Come guarda al processo di pace tra le Coree a cui Papa Francesco tiene tanto?

R. - Il processo di pace tra le due Coree, iniziato con l’incontro storico tra i due leader coreani il 27 aprile scorso, infonde grandi speranze. Il cammino è ancora agli albori e sarà senz’altro lungo con tanti ostacoli da superare. Papa Francesco ha invitato tutta la Chiesa a sostenere le parti interessate a costruire la pace ed offrire alle prossime generazioni un futuro di concordia e di prosperità. La Chiesa cattolica in Corea del Sud, in questi ultimi 23 anni, si è radunata ogni martedì nella cattedrale di Seul per implorare ai piedi della vergine Maria la grazia della riunificazione. Sono certo che Lei dal Cielo rivolge uno sguardo benevolo verso i suoi figli in Corea.

“Costruire la pace ed offrire alle prossime generazioni un futuro di concordia e di prosperità”

Il cardinale Parolin ha detto recentemente che nella penisola coreana “si è accesa una grande speranza”. Cosa può fare la Chiesa per rafforzare questa speranza?

R. - Sono d’accordo con il cardinal Parolin quando dice che con i recenti sviluppi si è accesa una grande speranza. La Chiesa ha un ruolo importantissimo in questo processo di riunificazione e seguendo il mandato del Divin Maestro continua ad evangelizzare e ad offrire il suo contributo anche a livello diplomatico per raggiungere gli obbiettivi tanto desiderati.

 

Lei è stato vicino agli ultimi tre Pontefici. Cosa porterà di questa sua straordinaria esperienza nel suo nuovo servizio alla Chiesa come Nunzio?

R. - Mi rendo conto che il buon Dio abbia voluto prepararmi a questa missione mediante una scuola molto speciale servendo da vicino gli ultimi Sommi Pontefici.  Da ognuno di loro ho imparato a servire Gesù e la Chiesa con umiltà e generosità. Mi hanno insegnato che la strada maestra è quella della Croce di Cristo che conduce immancabilmente alla vita gloriosa di Risurrezione. Per questo vado in Corea e in Mongolia fiducioso, certo del sostegno spirituale delle tante persone conosciute in questi anni di vicinanza ai Papi e che hanno arricchito il mio ministero sacerdotale.

Ascolta e scarica l'intervista a mons. Alfred Xuereb

 

 

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24 maggio 2018, 08:41