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Papa Francesco riceve in udienza Enzo Bianchi (Foto d'archivio) Papa Francesco riceve in udienza Enzo Bianchi (Foto d'archivio) 

Enzo Bianchi: Gaudete et Exsultate aiuta il cammino ecumenico

Intervista al fondatore della Comunità monastica di Bose sull'importanza, anche per l'ecumenismo, dell'Esortazione apostolica di Papa Francesco sulla chiamata universale alla santità

Alessandro Gisotti - Città del Vaticano

Un documento che può aiutare l’ecumenismo, perché pone al centro la domanda essenziale per tutti i cristiani, quella sulla santità. Enzo Bianchi, sottolinea così – in un’intervista a Vatican News – il significato profondo dell’Esortazione apostolica Gaudete et Exsultate. Per il fondatore della Comunità Monastica di Bose, grande merito del documento di Papa Francesco è quello di farsi comprendere da tutti su un tema così decisivo come la chiamata universale alla santità.

R. - Mi sembra importante che Papa Francesco abbia posto ai cristiani la domanda essenziale e cioè se loro hanno davanti a sé come obiettivo la santità, non come qualcosa da acquistare, ma come dono che il Signore vuole fare ai cristiani attraverso la vita battesimale e poi attraverso tutta la vita cristiana di sequela. E in questo, mi sembra che la novità di questa Esortazione è che il Papa parla della “santità della porta accanto”, usa questa formula, per parlare della santità di tanti sconosciuti, di tanti cristiani quotidiani che non sono molto visibili, non si impongono per grandi azioni eroiche ma che quotidianamente a caro prezzo della carità vivono il Vangelo e lo vivono concretamente.

Possiamo dire che anche su questo tema, la “santità della porta accanto”,  Francesco si richiama fortemente al Concilio Vaticano II, alla Lumen Gentium in particolare?

R.- Certamente là è il fondamento laddove si dice la “universale chiamata alla santità”, perché la santità non è riservata a quelli che un tempo venivano canonizzati e soltanto loro che erano i religiosi, i monaci o il clero. No, la santità è veramente quotidiana, è qualcosa che tutti i cristiani possono ottenere da Dio come dono, certo collaborando con la loro disponibilità alla sequela di Cristo. E il Papa ricorda questo in una maniera che è comprensibile da tutti! Non è un trattato sulla Santità. Non sono delle parole difficili da comprendere. Le può comprendere un cristiano dell’Africa, come un cristiano dell’Europa come un campesinos. Tutti possono capire questa chiamata alla santità questo dono che Dio fa e lo fa attraverso la vita quotidiana nell’amore. Perché poi, quello che Francesco mette in evidenza è che se è una santità senza amore, senza questa partecipazione a quelle che sono le sofferenze, i dolori del mondo, allora questa è una santità astratta, che rischia di essere da manuale ma che non è la santità cristiana.

“Francesco spiega la santità cristiana in un modo comprensibile a tutti”

Le Beatitudini sono il cuore dell’Esortazione di Papa Francesco. Come farle diventare vita quotidiana?

R. – Basta ricordare che le Beatitudini non sono quel che si dice normalmente, un dire la beatitudine, la felicità di persone eroiche. E’ invece la felicità di quelle persone che ogni giorno fanno la loro battaglia, combattono per essere poveri anche nel cuore, per essere miti nei rapporti con gli altri, per essere uomini di pace all’interno delle loro famiglie e delle situazioni umane. Quelli che sono perseguitati e che non minacciano vendetta e che continuano a mantenere uno spirito che è quello davvero di Cristo povero. Le Beatitudini sono quelle che proclamano che Gesù Cristo è il Beato per eccellenza: Lui è il povero per eccellenza, Lui è il mite! Quindi, il cristiano  attraverso le Beatitudini ha un cammino di conformazione a Cristo che non trova certamente così sintetizzato in altre pagine del Vangelo o della Scrittura.

Un documento come questo può aiutare il cammino ecumenico?

R.- Forzatamente, perché io sono convinto che l’ecumenismo si nutre certamente di relazioni tra le Chiese ma, come diceva un grande ecumenista all’inizio del secolo scorso, l’ecumenismo è quel cammino che si deve fare all’interno di una ruota: dal cerchio verso il centro! Se i cristiani, dalle varie Chiese vanno verso il centro che è Gesù Cristo, sempre più conformi a Lui, si sentiranno sempre più vicini come i raggi della ruota sono percorsi che portano ad avvicinare quelli che stanno sul cerchio sempre più al centro. E più vicini troveranno più unità, più comunione.

Ascolta e scarica l'intervista a Enzo Bianchi

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17 aprile 2018, 08:30