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P. Montes: Chiesa cilena rifletta sulle parole del Papa

Il padre gesuita cileno Fernando Montes, amico e compagno di studi del Papa, già provinciale dei gesuiti in Cile quando Bergoglio era provinciale in Argentina, fa un bilancio sulla visita del Papa in Cile

Luca Collodi - Santiago del Cile

Il gesuita riflette sulle parole del Papa sugli abusi sessuali del clero; racconta l’incontro con i gesuiti a Santiago; parla dei giovani cileni e del cambiamento nel Paese ed invita la Chiesa cilena a riflettere sul messaggio lasciato da Francesco

 

Ascolta l'intervista integrale a Padre Montes

Questa una sintesi del contenuto dell'intervista 

Come sono state accolte le parole del Papa sulla pedofilia?

Alcune vittime hanno commentato di volere azioni e non parole. Ora noi possiamo chiedere ai vescovi di trovare soluzioni e azioni da fare e di essere più chiari.

 

Come è andato l’incontro del Papa con i gesuiti?

Incontro molto familiare. Ha detto molte cose. Ci ha invitato a imparare a collaborare. Imparare ciò che è veramente ignaziano. Fare cioè discernimento. La Chiesa, oggi in cambiamento, deve essere capace di discernere. Poi due cose importanti: essere aperti, perchè il Concilio Vaticano II è un po' frenato. Per questo è importante il discernimento, perchè c'è resistenza al cambiamento che riguarda anche la dottrina. Nessuno è così in errore che non abbia qualcosa di verità. E poi ci ha invitato alla riconciliazione e all’apertura nello spirito del Concilio.

I giovani cileni e il cambiamento del Paese?

Il Cile ha avuto un cambiamento enorme e grande. Eravamo un’isola, deserto, monti, mare. In 30 anni siamo cresciuti molto economicamente. La modernità è entrata. Abbiamo 2 cellulari a testa per persona. Il capitalismo avanza. E questo è un problema per tutta la politica. In Cile è in Europa. Quello ha colpito molto la Chiesa. Non solo la Chiesa ma tutta la politica. I partiti sono esplosi. L'opinione pubblica oggi è aperta, dice quello che vuole. La Chiesa che dopo la dittatura di Pinochet era l'istituzione più riconosciuta nel Paese, oggi  può darsi che sia quella meno riconosciuta in tutta l'America Latina per i problemi che abbiamo avuto con gli abusi. E d'altra parte è cambiato il modo di procedere dei vescovi. E la direzione della Chiesa cilena oggi è meno chiara, non parla molto. E' meno presente nei cambiamenti sociali. Nel Paese c‘è una nuova cultura moderna. E la Chiesa è stata colpita soprattutto per il problema degli abusi e una conduzione poco chiara.

Cosa lascia il Papa in Cile?

Ora è importante capire come leggere quello che il Papa ha detto. Il nostro lavoro deve essere quello di capire che cosa ci chiede il Papa. Sono preoccupato che il problema degli abusi sia l'unico fuoco della visita. Ha parlato ai preti, sulla situazione dei popoli originari, problemi importanti in Cile. Ripeto, ora dobbiamo chiederci e riflettere su come mettere in pratica quello che il Papa ci ha detto. 

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18 gennaio 2018, 07:59