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Papa all'Angelus: autorità sia a servizio, se esercitata male crea sfiducia

"Un difetto frequente" di quanti hanno un’autorità, sia civile sia ecclesiastica, è quello di esigere dagli altri cose, anche giuste, che però loro non mettono in pratica. Così stamani, all’Angelus, il Papa che ricorda anche suor Regina Maria Vattalil, beatificata ieri India, la "suora del sorriso"

di Debora Donnini

L’autorità se viene esercitata malecrea “un clima di sfiducia e di ostilità”, i discepoli di Gesù invece sono chiamati a non sopraffare gli altri, in nessun modo, e a mettersi al servizio. Così il Papa stamani all’Angelus, recitato dalla finestra dello studio del Palazzo apostolico, che guarda Piazza San Pietro. Il Papa sostanzialmente invita a non avere un atteggiamento di superbia ma di modestia, essenziale per seguire Gesù. 

Non fare doppia vita

Le parole del Papa riflettono sul Vangelo odierno (Mt 23,1-12) nel quale Gesù rivolge critiche severe agli scribi e ai farisei, esortando ad osservare ciò che essi dicono ma a non agire secondo le loro opere perché “dicono e non fanno”. "Un difetto frequente in quanti hanno un’autorità, sia autorità civile sia ecclesiastica, è quello di esigere dagli altri cose, anche giuste, che però loro non mettono in pratica in prima persona. Fanno la doppia vita", nota il Papa.

Il Papa all'Angelus

"Questo atteggiamento è un cattivo esercizio dell’autorità - sottolinea - che invece dovrebbe avere la sua prima forza proprio dal buon esempio. L’autorità nasce dal buon esempio, per aiutare gli altri a praticare ciò che è giusto e doveroso, sostenendoli nelle prove che si incontrano sulla via del bene". 

E Francesco esorta, quindi, a vivere l’autorità come un aiuto perché "se viene esercitata male, diventa oppressiva, non lascia crescere le persone e crea un clima di sfiducia e di ostilità e, anche, porta alla corruzione".

Nel Vangelo Gesù si sofferma su alcuni comportamenti negativi degli scribi e dei farisei come quello di compiacersi dei “primi posti” nelle sinagoghe e dei “saluti” nelle piazze: una tentazione di superbia che non è facile da vincere, consiste nel vivere solo per l'apparenza.

“"A me personalmente addolora vedere persone che psicologicamente vivono correndo dietro la vanità delle onorificenze"”

Gesù dà poi le consegne ai suoi discepoli invitandoli, invece, a non farsi chiamare maestri o guide perché uno solo è il Maestro:  chi è più grande - dice - “sarà vostro servo”.

"Noi discepoli di Gesù non dobbiamo cercare titoli di onore, di autorità o di supremazia. Io vi dico che a me personalmente addolora vedere persone che psicologicamente vivono correndo dietro la vanità delle onorificenze. Noi, discepoli di Gesù non dobbiamo fare questo, poiché tra di noi ci dev’essere un atteggiamento semplice e fraterno". 

 

"Siamo tutti fratelli e non dobbiamo in nessun modo sopraffare gli altrie guardarli così, no", prosegue avvertendo che "se abbiamo ricevuto delle qualità dal Padre celeste, le dobbiamo mettere al servizio dei fratelli, e non approfittarne per la nostra soddisfazione e interesse personale". ll suo invito è, in sostanza, a non considerarsi superiori agli altri perché “la modestia è essenziale per una esistenza che vuole essere conforme all’insegnamento di Gesù”, che è venuto per servire, non per essere servito. La Vergine Maria, umile di cuore - auspica - ci aiuti a “rifuggire dall’orgoglio e dalla vanità”.

Ascolta e scarica il podcast con la voce del Papa

La suora del sorriso

Dopo la preghiera dell’Angelus, Papa Francesco ha ricordato che ieri a Indore, in India, è stata proclamata Beata Regina Maria Vattalil, religiosa della Congregazione delle Suore Clarisse Francescane, che venne uccisa per la sua fede cristiana nel 1995. “Suor Vattalil - ricorda - ha dato testimonianza a Cristo nell’amore e nella mitezza, e si unisce alla lunga schiera dei martiri del nostro tempo”. "Era tanto buona. La chiamavano 'La suora del sorriso'", sottolinea. L’auspicio del Papa è che il suo sacrificio “sia seme di fede e di pace, specialmente in terra indiana”.

Fra i pellegrini romani e non, riuniti in Piazza San Pietro, il Papa saluta anche i partecipanti al Festival di Musica e Arte Sacra, inaugurato ieri sera nella Basilica di San Pietro, e il coro giovanile “I Minipolifonici” di Trento, chiedendogli, poi, di cantare un po'.

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05 novembre 2017, 17:40