Attentato negli Usa, investigatori al lavoro Attentato negli Usa, investigatori al lavoro 

Il dolore del Papa per violenze in Afghanistan, Somalia e New York

Il Papa: "Chiediamo al Signore che converta i cuori dei terroristi e liberi il mondo dall’odio e dalla follia omicida che abusa del nome di Dio per disseminare morte"

Dopo l’Angelus, il pensiero di Papa Francesco è andato alle violenze di matrice terroristica che hanno recentemente scosso Somalia, Afghanistan e Stati Uniti:

 “Sono profondamente addolorato per gli attacchi terroristici di questi ultimi giorni in Somalia, Afghanistan e ieri a New York. Nel deplorare tali atti di violenza, prego per i defunti, per i feriti e i loro familiari. Chiediamo al Signore che converta i cuori dei terroristi e liberi il mondo dall’odio e dalla follia omicida che abusa del nome di Dio per disseminare morte”.

In Afghanistan si registra una nuova fiammata di attacchi condotti dai fondamentalisti islamisti. Ieri nove persone sono morte e 21 sono rimaste ferite nell’attentato rivendicato dal sedicente stato islamico e realizzato da un kamikaze nella zona di massima sicurezza della capitale Kabul. E' la zona dove si concentrano numerose ambasciate ed edifici governativi afghani. Tra sabato e domenica scorsi sono inoltre rimasti uccisi 20 poliziotti afghani in diversi attacchi compiuti dai talebani. Non si è fatta attendere la risposta: domenica le forze aree governative hanno ucciso 25 miliziani talebani in un raid nella provincia sud-orientale di Khost.

Non c’è pace nemmeno per la Somalia: è di 27 vittime il bilancio dell'attacco all'hotel Nasa Hablod di Mogadiscio sferrato dagli  islamisti Shebaab tra sabato e domenica scorsi. Ennesima azione che destabilizza il Paese e che arriva dopo appena due settimane dal più sanguinoso attentato della storia della Somalia, quando, il 14 ottobre, un camion-bomba esplose in una trafficata strada della capitale, causando almeno 358 morti.

Anche New York ripiomba nell’incubo della violenza islamista, con l’attacco di ieri condotto da Sayfullo Saipov. Il 29enne di origine uzbeka ha ucciso otto persone e ne ha ferite una quindicina, lanciando un furgone su una pista ciclabile di Manhattan. Una dinamica che ricorda gli attentati compiuti, negli ultimi due anni, in varie città europee. I canali islamisti hanno esaltato l’azione di  Saipov che ha lasciato un biglietto in cui dice di agire per conto dello Stato islamico.Negli Stati Uniti si riaccende intanto il dibattito sull'immigrazione con il presidente Donald Trump che annuncia un nuovo giro di vite sui migranti: ''Ho ordinato al Dipartimento per la Sicurezza Nazionale un rafforzamento dei controlli già duri''.

Dopo l'attentato, l'arcivescovo di New York, cardinale Timothy Dolan, ha incoraggiato tutti gli abitanti della città, “qualunque sia la fede di appartenenza, a sostenere coloro che sono feriti, a pregare per i morti e per le loro famiglie e a lavorare per un maggiore rispetto e una maggiore comprensione tra tutti”. Dal canto suo, il presidente della Conferenza Episcopale degli Stati Uniti, il cardinale Daniel Di Nardo, ha ribadito che “questo attacco deliberato a persone innocenti è un atto orribile che pesa su tutti i nostri cuori”.

Sull’attentato a New York e sul rischio di un colpo di coda dello Stato Islamico, sul terreno battuto militarmente, si sofferma Massimo Teodori, docente di Storia americana all’Università di Perugia: "Naturalmente, quando c’è una popolazione islamica di alcuni milioni, come c’è negli Stati Uniti, come c’è in Europa, e il fronte della guerra è ormai concluso, è evidente che i pericoli che gli atti terroristici avvengano in Occidente, in Europa e negli Stati Uniti aumenta di molto. Messo alle strette sul territorio mediorientale, il terrorismo islamista cerca di rifarsi contro il mondo occidentale, sia sul lato europeo sia su quello americano". "E’ inutile nascondere - aggiunge Teodori - che, in una situazione in cui l’odio islamista, l’estremismo e il fondamentalismo hanno preso la strada del terrorismo, dobbiamo aspettarci che questa situazione continuerà per molto tempo".

Intervista integrale con il prof. Massimo Teodori

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01 novembre 2017, 12:04