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Giornata infanzia: tweet del Papa, lavorare insieme per sorriso bimbi

“Il suggerimento di impegnarsi tutti insieme è fondamentale”, commenta Paolo Rozera, direttore generale di Unicef Italia

di Giada Aquilino

Lavoriamo insieme perché i bambini possano guardarci sorridendo e conservino uno sguardo limpido, pieno di gioia e di speranza. #WorldChildrensDay”. È questo il tweet lanciato da Papa Francesco sul suo account in nove lingue @Pontifex, nell’odierna Giornata mondiale dell’infanzia, stabilita dalle Nazioni Unite.

“Da qualsiasi Paese vengano, in guerra o in pace, anche di fronte a violenze o soprusi, una cosa che non si può togliere ai bambini è quella di sognare”: così Paolo Rozera, direttore generale di Unicef Italia, commenta le parole del Papa e aggiunge che proprio “il suggerimento di impegnarsi tutti insieme è fondamentale” perché i risultati nella difesa e nel sostegno dei bambini “si raggiungono soltanto lavorando insieme, facendo rete e facendo sistema” a protezione dei più piccoli.

In occasione della Giornata, che ricorre ogni anno nell’anniversario della Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, risalente al 20 novembre 1989, l’Unicef organizza - com’è ormai consuetudine - numerosi eventi in cui i bambini prendono il posto degli adulti a livello mondiale, in oltre 130 Paesi. E pubblica anche uno studio e un sondaggio da cui risulta che “ci sono 180 milioni di bambini che vivono in Paesi in cui le prospettive attuali sono peggiori rispetto a quelle che avevano i loro genitori”: si tratta, spiega Rozera, di uno studio che si riferisce a “Paesi in difficoltà, quindi sono difficoltà che si assommano ad altre”. “Parliamo di realtà - aggiunge il direttore generale di Unicef Italia - riferite alla povertà, all’accesso all’istruzione, a difficoltà anche di mancanza di fiducia da parte dei giovani negli adulti e nei leader dei loro Paesi”, mentre salgono le cause di morte per violenza riferite a “bambini e adolescenti sotto i 19 anni”.

Le situazioni più critiche si riscontrano in “Benin, Camerun, Madagascar, Siria, Iraq Repubblica Centrafricana”. “Sicuramente i Paesi attraversati dai conflitti sono quelli che hanno dato le realtà peggiori: su tutti - conclude Rozera - ricordiamo la Siria, il cui conflitto è arrivato al settimo anno, e lo Yemen, con una guerra che si protrae da tre anni”.

Ascolta e scarica l'intervista a Paolo Rozera

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20 novembre 2017, 13:42