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L'America latina vive nell'angoscia. Così il Papa nella prefazione di un nuovo libro

Prefazione di papa Francesco al libro “Memoria, Coraje Y Esperanza. A la luz del Bicentenario de la Independencia de América Latina”. L’autore dell’opera è Guzmán Carriquiry Lecour, segretario incaricato della vice-presidenza della Commissione pontificia per l’America latina

di Amedeo Lomonaco

“Una lunga ondata di depressione provocata dalla crisi economica mondiale ha segnato una transizione fino al momento attuale, in cui l’America latina sembra vivere nell’angoscia e nell’incertezza, con strutture politiche incrinate, con un nuovo incremento della povertà e con un approfondimento degli abissi dell’esclusione sociale per molti”. E’ quanto scrive Papa Francesco nella prefazione della nuova edizione del libro “Memoria, Coraje Y Esperanza. A la luz del Bicentenario de la Independencia de América Latina”. L’autore dell’opera è Guzmán Carriquiry Lecour, della vice-presidenza della Commissione pontificia per l’America latina. 

Presentando il libro, il Santo Padre pone domande cruciali: Che cosa - chiede - sta accadendo in America latina? Che cosa è rimasto dell’appellativo “continente della speranza”? Siamo tornati a ideologie che hanno portato a insuccessi economici e devastazioni umane? Dopo aver posto tali quesiti, Papa Francesco indica sfide e priorità: “urge poter definire e perseguire grandi obiettivi nazionali e latinoamericani, con consensi forti e mobilitazioni popolari, al di là delle ambizioni e degli interessi mondani”.

Ricordando inoltre il messaggio alla sua “amata patria” in occasione nel 2016 del bicentenario dell’indipendenza dell’Argentina, il Papa aggiunge: “abbiamo bisogno – scrive - di nonni sognatori che spingano i giovani, che - ispirati da quegli stessi sogni - corrano avanti con la creatività della profezia”. Questa stessa creatività della profezia - osserva - si chiede ai pastori della Chiesa in America latina, al di fuori di qualsiasi clericalismo sradicato e astratto”.

Il Pontefice sottolinea inoltre che “le gesta patriottiche dell’emancipazione americana, come pure, alle nostre origini, le apparizioni di Nostra Signora di Guadalupe nel quadro di un’epopea missionaria e di un meticciato lacerato, sono tra gli eventi fondanti della nostra patria grande latinoamericana”. “I popoli, specialmente quelli poveri e semplici - scrive - conservano le loro buone ragioni per vivere e convivere, per amare e sacrificarsi, per pregare e mantenere viva la speranza. E anche per lottare per grandi cause”. “Perciò – conclude - m’interessa riunirmi periodicamente con i movimenti popolari, portavoce della sacrosanta parola d’ordine di ‘casa, terra e lavoro’ per tutti”.

Il libro, rilanciato in occasione del bicentenario dell’indipendenza latinoamericana, verrà presentato il 16 novembre nell’aula magna della Libera università Maria Santissima Assunta (Lumsa). Tra gli interventi, è previsto anche quello del segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin. Nel 2011, nella prima edizione del libro, l’allora cardinale Jorge Mario Bergoglio scriveva nel prologo che “patria significa sostenere quanto ricevuto, non per metterlo in conserva, bensì per consegnarlo integro nella sua essenza”.

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25 ottobre 2017, 19:33