Papa Francesco bacia l'altare all'inizio della messa a Santa Marta Papa Francesco bacia l'altare all'inizio della messa a Santa Marta  (Vatican Media)

Papa a S. Marta: la Croce ci insegna a non temere le sconfitte, poi c’è la vittoria

Nella festa dell’Esaltazione della Santa Croce, Papa Francesco dedica l’omelia della messa del mattino alla contemplazione del fallimento ma anche dell’ esaltazione di Gesù, che “assunse tutto il peccato del mondo”. Satana è incatenato, ma abbaia ancora e se ti avvicini “ti distruggerà”

Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano

La croce di Gesù ci insegna che nella vita c’è il fallimento e la vittoria, e a non temere i “momenti brutti”, che possono essere illuminati proprio dalla croce, segno della vittoria di Dio sul male. Un male, Satana, che è distrutto e incatenato, ma “abbaia ancora”, e se ti avvicini ad accarezzarlo “ti distruggerà”. Così Papa Francesco nell’omelia della Messa celebrata questa mattina a Casa Santa Marta, nella festa dell’Esaltazione della Santa Croce. (Ascolta il servizio con la voce del Papa)

La sconfitta di Gesù illumina i nostri momenti brutti

Contemplare la croce, segno del cristiano, spiega il Papa, è per noi contemplare un segno di sconfitta ma anche un segno di vittoria. Nella croce fallisce “tutto quello che Gesù aveva fatto nella vita”, e finisce tutta la speranza della gente che seguiva Gesù. "Non abbiamo paura a contemplare la croce come un momento di sconfitta, di fallimento". E commentando il brano dalla Lettera ai Filippesi della seconda lettura, Papa Francesco sottolinea che "Paolo quando fa la riflessione sul mistero di Gesù Cristo ci dice cose forti, ci dice che Gesù svuotò se stesso, annientò se stesso".

Assunse tutto il peccato nostro, tutto il peccato del mondo. Era uno “straccio”, un condannato. Paolo non aveva paura di far vedere questa sconfitta e anche questo può illuminare un po’ i nostri momenti brutti, i nostri momenti di sconfitta ma anche la croce è un segno di vittoria per noi cristiani.

Nel Venerdì santo il “grande tranello” per Satana

Il Libro dei Numeri, nella prima lettura, racconta il momento dell’Esodo nel quale il popolo ebraico che mormorava “è stato punito dai serpenti”. E questo richiama il  serpente antico, Satana, il Grande Accusatore, ricorda Francesco. Ma il serpente che dava la morte, dice il Signore a Mosé, sarà alzato e darà salvezza. E questa, commenta il Pontefice, “è una profezia”. Infatti “Gesù fatto peccato ha vinto l’autore del peccato, ha vinto il serpente”. Satana era felice il Venerdì santo, sottolinea il Papa, “tanto felice che non se ne è accorto” del grande tranello “della storia nel quale sarebbe caduto”.

Ingoia Gesù ma anche la sua divinità e perde

Come dicono i Padri della Chiesa, Satana “vide Gesù così disfatto, stracciato e come il pesce affamato che va all’esca attaccata all’amo, lui è andato lì e ingoiò Gesù”. “Ma in quel momento ingoiò pure la divinità perché era l’esca attaccata all’amo col pesce”. “Satana è distrutto per sempre" commenta Papa Francesco. "Non ha forza. La croce, in quel momento, divenne segno di vittoria”.

Il serpente antico è incatenato, ma non devi avvicinarti

“La nostra vittoria è la croce di Gesù, vittoria davanti al nostro nemico, al grande serpente antico, al Grande Accusatore”. Nella croce, sottolinea il Pontefice “siamo stati salvati, in quel percorso che Gesù ha voluto fare fino al più basso, ma con la forza della divinità”. Gesù dice: “Quando sarò alzato, attirerò tutti a me”.

Gesù alzato e Satana distrutto. La croce di Gesù deve essere per noi l’attrazione: guardarla, perché è la forza per continuare avanti. E il serpente antico distrutto ancora abbaia, ancora minaccia ma, come dicevano i padri della Chiesa, è un cane incatenato: non avvicinarti e non ti morderà; ma se tu vai ad accarezzarlo perché il fascino ti porta lì come fosse un cagnolino, preparati, ti distruggerà.

Davanti al crocifisso, segno di sconfitta e di vittoria

La nostra vita va avanti, chiarisce il Papa, con Cristo vincente e risorto, che ci invia lo Spirito Santo, ma anche con quel cane incatenato, “al quale non devo avvicinarmi perché mi morderà”.

La croce ci insegna questo, che nella vita c’è il fallimento e la vittoria. Dobbiamo essere capaci di tollerare le sconfitte, di portarle con pazienza, le sconfitte, anche dei nostri peccati perché Lui ha pagato per noi. Tollerarle in Lui, chiedere perdono in Lui ma mai lasciarci sedurre da questo cane incatenato. Oggi sarà bello se a casa tranquilli prendiamo 5, 10, 15 minuti davanti al crocifisso, o quello che abbiamo a casa o quello del rosario: guardarlo, è il nostro segno di sconfitta, che provoca le persecuzioni, che ci distruggono, è anche il nostro segno di vittoria perché Dio ha vinto lì.

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