· Città del Vaticano ·

Il Vangelo della Domenica di Pasqua

Vedere oltre l’oscura notte che viviamo in questo tempo

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07 aprile 2020

Due preziose indicazioni sono poste all’inizio e alla fine del Vangelo di Pasqua. Da una parte, Maria di Magdala si reca al sepolcro “quando era ancora buio”; dall’altra il discepolo amato “vide e credette”. Il racconto di ciò che successe in quel primo giorno della settimana, il rovesciamento definitivo della storia, l’evento che ha cambiato per sempre il destino della nostra vita, è delimitato da questi due incisi.

Nel cuore di Maria di Magdala, come spesso nel nostro, è ancora buio. La notte che è scesa sulla terra in quel drammatico venerdì del Calvario, incombe senza neanche fare più rumore; si è trasformata in rassegnazione, nella convinzione che non cambierà mai nulla, in un disfattismo che prosciuga le sorgenti della speranza e impedisce di guardare oltre. Con la notte nel cuore, Maria sta andando a imbalsamare Gesù: a piangere il morto, a visitare il luogo della morte, a ungere la morte. Così è per noi: spesso è ancora buio, seppelliamo la speranza nella rassegnazione, spegniamo l’entusiasmo nella lamentela e, alla fine, carezziamo e coccoliamo la morte, imbalsamando noi stessi e perfino Gesù in una fede stanca. Non riusciamo a vedere oltre.

Quel giorno, però, Dio ha forzato l’aurora. Ha risuscitato Suo Figlio per rovesciare il potere della notte e proclamare in modo definitivo che nessuna morte può sequestrarci per sempre. Gesù è venuto per strapparci definitivamente dalla morte e, così, ha scavato dentro la nostra vita il pozzo segreto della speranza: c’è una vita nuova che scorre anche dentro le notti che viviamo, c’è una vita eterna che inizia dentro ogni morte, c’è una promessa di Dio su di noi: siamo risorti con Cristo e vivremo con Lui per sempre.

Così, Maria trova il sepolcro vuoto, ma non ha ancora occhi per vedere oltre e pensa che abbiano portato via il Signore. C’è però un’altra versione della storia: il Signore è risorto e ha vinto la morte. La notizia è negli occhi del discepolo amato, che vide e credette. Egli, cioè, non si ferma a vedere il vuoto del sepolcro e l’odore della morte, ma vede oltre. Con gli occhi della fede, il suo sguardo si spinge al di là dell’apparenza e intercetta il mistero della vita che ha attraversato anche la morte più nera.

Questa è la Pasqua: è Cristo che passa “quando ancora è buio” per farci vedere e credere la potenza della vita. A noi la scelta: rimanere ancora nel buio, restare a ungere e accarezzare la morte, trascinare la vita con rassegnazione e stanchezza, rintanarci nel sepolcro delle nostre paure e del nostro egoismo; oppure credere nel Cristo Risorto e lasciare che ci apra gli occhi, per diventare capaci di vedere oltre. Oltre le speranze perdute, oltre le occasioni mancate, oltre gli abbracci non dati, oltre la stanchezza della speranza. Oltre l’oscura notte che viviamo in questo tempo.

Buona Pasqua di risurrezione, fratello e sorella che soffri. La pietra del sepolcro è stata rotolata anche per te!

di Francesco Cosentino