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«Noi ci siamo»

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30 marzo 2020

L’emergenza esplosa in tutto il mondo, la pandemia di Coronavirus che ha stravolto le nostre vite mietendo migliaia di vittime solo nel nostro Paese, ha nel giro di poche ore cambiato radicalmente il nostro modo di vivere e approcciarsi alla realtà.

Oramai viviamo entro due dimensioni, quella domestica, dove è rimasto il contatto umano, la vita per come l’avevamo sempre conosciuta, e una distanza neutra, invalicabile, se non attraverso la tecnologia. In questi giorni avere un fratello, o un genitore, a migliaia di chilometri di distanza o a poche centinaia di metri non fa alcuna differenza.

In questa nuova realtà avversa, in alcune zone del nostro Paese ferocemente avversa, alcune professioni si sono ritrovate da un momento all’altro in prima linea, chiamate a una prova mai affrontata prima. Medici e paramedici, personale sanitario, la Protezione civile. In questi giorni il nostro immaginario ha trovato nuove figure da incastonare nella memoria, piccoli e grandi eroismi, alcuni a costo della vita, l’incredibile dimostrazione che l’essere umano sa dare di se stesso quando è toccato dalla prova.

In queste giornate di esempi scolpiti su pietra, di eroi che donano la propria esistenza per quella degli altri, si rischia di trascurare altre categorie professionali che stanno dimostrando alla stregua di medici e paramedici tutto l’attaccamento e la dedizione al proprio lavoro. Lavoro come affermazione di civiltà, come elemento di relazione umana e affettiva irrinunciabile.

Maestri e professori. Di ogni ordine e grado. Dopo le prime ore di sbigottimento generale, il sistema scolastico ha reagito, per iniziativa e passione dei tanti che hanno pensato, malgrado il momento potesse invitare all’egoismo, ai propri alunni, alle lezioni da portare avanti.

Nonostante le difficoltà, le preoccupazioni, i nostri docenti si sono rimboccati le maniche, spesso affrontando e superando la propria lontananza dalla tecnologia, dai sistemi di insegnamento digitale.

Oggi, a distanza di quasi tre settimane dal primo decreto che ha introdotto la nostra clausura domestica, in tutte le case d’Italia riecheggiano le voci dei prof dei nostri figli, per quella che è la normale attività didattica. Lezioni e interrogazioni hanno ripreso regolarmente per quanto può essere in questa situazione straordinaria.

I nostri docenti ci stanno dimostrando con i fatti un’adesione alla loro missione totale e sincera, anche loro stanno compiendo un atto di grande eroismo.

Il loro successo più grande non sarà, alla fine dell’emergenza, essere riusciti a non perdere l’anno scolastico. Il vero successo sta altrove, ed è nell’affermazione della loro presenza, nella tranquillità che hanno infuso nei nostri figli malgrado il momento di tempesta. Gli hanno detto “noi ci siamo”, e con noi la normalità delle vostre giovani vite. Li hanno fatti sentire protetti, e amati.

Quando tutto sarà finito, ai monumenti che sorgeranno per ricordare il sacrificio dei tanti eroi di questa pandemia, se ne aggiunga uno. Dedicato ai tanti maestri e professori che mai nessuno, oggi nell’emergenza come ieri nella normalità, si ricorda di ringraziare.

di Daniele Mencarelli