· Città del Vaticano ·

Un programma di tutorial online per cantare di più e meglio in chiesa

«Cantòlici» si diventa

Il coro Watoto Children .jpg
30 marzo 2020

Si chiama Cantòlico il nuovo progetto digitale dedicato alla promozione dei canti liturgici cattolici nel mondo. La maggior parte delle volte nelle piccole parrocchie sono i volontari a scegliere con quali canzoni accompagnare le adorazioni e le celebrazioni eucaristiche.

Non è raro che i gusti personali degli animatori prevalgano su contesto e opportunità. Per far fronte al sempre più grande bisogno di formazione in materia artistica Esteban Moreno, novizio della Società San Paolo, ha pensato di offrire una serie di tutorial da lui autoprodotti e disponibili sull’omonima pagina Facebook. Laureato in Scienze della comunicazione e paolino per vocazione, l’autore ha una lunga esperienza nei cori parrocchiali: a dieci anni inizia a cantare durante le messe e a suonare la chitarra, strumento da cui tutt’ora fatica a separarsi.

L’approccio precoce al mondo degli spartiti gli fa capire quanto la musica possa essere importante per supportare i momenti di preghiera. Oggi è molto attivo sui principali social network, soprattutto YouTube. È qui che si è più volte imbattuto in lezioni di musica online molto ambiziose ma non del tutto soddisfacenti.

Almeno secondo i commenti lasciati in calce dagli utenti, che li hanno guardati e hanno imparato poco o nulla. Così il giovane messicano ha raccolto le critiche più costruttive e ha creato un prodotto capace di rispondere a diverse necessità. Prime tra tutte quelle di imparare a suonare i canti in maniera semplice e scegliere le canzoni adeguate alle diverse celebrazioni e alla tradizione cattolica. Un servizio offerto ai protagonisti dell’animazione musicale e a coloro che hanno appena iniziato a studiare la chitarra. Il format dinamico e multimediale è indirizzato soprattutto a ragazze e ragazzi tra i 15 e i 30 anni, ma non pone particolari restrizioni.

«Quando realizzo un video mi chiedo sempre cosa mi piacerebbe vedere se cercassi questo tipo di materiale. E così — spiega il fondatore di Cantòlico — nasce l’idea e il contenuto. Durante la mia formazione ho scoperto che nelle realtà di periferia c’è molta disinformazione e ho deciso di condividere la mia esperienza con chi ne ha più bisogno».

A pensarci bene però Moreno non ha inventato nulla di nuovo: di canali cattolici sulla rete ne circolano parecchi e vengono ampiamente monitorati. A volte però rimane la sensazione che siano l’uno la fotocopia dell’altro. «Io ho preferito puntare solo su due elementi: semplicità e dinamicità. Le spiegazioni tecniche — continua Moreno — non durano più di due minuti. A queste aggiungo sempre il contesto storico e sociale del brano, in modo da fornire più elementi possibili per comprendere parole e melodie. Ovviamente non dimentico mai di sottolineare bene quali sono le situazioni più indicate per cantarlo. Occorre formare i formatori: i cori parrocchiali non sempre sono seguiti adeguatamente e non esistono abbastanza seminari che insegnino cosa suonare in chiesa e cosa no. Troppe volte l’addetto alla scelta dei canti si lascia tentare dai gusti musicali propri o da quelli dei fedeli. In altre si segue diligentemente quel che si è fatto per anni senza interrogarsi se sia coerente o meno con la liturgia». Molto spesso sono i giovani ad animare le messe con chitarre e altri strumenti portati da casa.

A cantare però resta il variopinto popolo dei fedeli, composto solo in minima parte da persone realmente intonate. Eppure formazione, esercizio e corretta esecuzione altro non sono che modi diversi per lodare Dio e come tali necessitano di impegno. Senza dimenticare che, per dirla con il sottotitolo di Cantòlico, “il tuo canto piace a Dio”.

«Il progetto ha pochi mesi di vita e gran parte del lavoro finora l’ho fatto da solo, ma ho intenzione di allargare la partecipazione ad altri giovani di altri Paesi, in modo che ognuno possa contribuire con idee, culture, impegno. Finora — continua Moreno — collaborano con me alcuni fratelli paolini, domani chissà. Non smetto mai di studiare e potenziare il mio canale: cerco di migliorare leggendo i commenti e i messaggi che mi lasciano i visitatori. L’idea, in fondo, nasce proprio per loro».

di Mirko Giustini