Nuova pesante offensiva di Israele su Gaza. Popolazione in fuga
Paola Simonetti – Città del Vaticano
L’obiettivo è una vasta espansione della campagna militare sulla Striscia. Israele dà seguito agli annunci delle scorse settimane e avvia una ennesima offensiva su Gaza per prendere il controllo di ampie fette strategiche di territorio con pesanti raid. Solo un assaggio quello delle ultime ore, avverte l’esercito, di quello che accadrà quando partirà l’operazione “Carri di Gedeone”, un avvertimento ad Hamas, “un'ultima opportunità -chiariscono i vertici militari- per raggiungere un accordo prima di una drammatica espansione dei combattimenti”.
La fuga della popolazione
Terrorizzati i civili nel nord della Striscia, in fuga dai violenti bombardamenti che mirano su edifici residenziali. Almeno 13 le vittime dell’alba di oggi, 115 da ieri, venerdì 16 maggio. Veicoli blindati israeliani, stando a quanto riferiscono i media palestinesi, avanzano anche a sud-est di Deir el-Balah, nella parte centrale dell’area, sotto la protezione di un pesante fuoco di copertura. Sullo sfondo una sempre più grave situazione umanitaria. Il gruppo islamico palestinese lancia un accorato appello agli Stati Uniti affinchè eserciti pressioni su Israele per una revoca al blocco alla distribuzione di beni essenziali imposto sull’area dal 2 marzo scorso, in cambio, come concordato, dell’avvenuta liberazione di un ostaggio israelo-americano all'inizio della settimana.
Negoziati in stallo
E cadono di nuovo nel vuoto gli ennesimi tentativi negoziali per una tregua messi in campo a Doha, in Qatar. Un fallimento che ha spinto ieri l’inviato del presidente Usa Trump, Steve Witkoff, a lasciare il Medio Oriente e tornare negli Stati Uniti. A sperare ancora in una svolta sono invece i negoziatori israeliani che resteranno al tavolo delle trattative almeno fino a questa sera, dopo aver raccomandato al primo ministro israeliano, Banjamin Netanyahu di proseguire i colloqui. E oggi prende il via a Bagdad il vertice annuale della Lega Araba con Gaza in cima all'agenda dei leader. A marzo scorso, in occasione di un vertice di emergenza al Cairo, i leader arabi avevano approvato un piano per la ricostruzione della Striscia senza lo sfollamento dei suoi circa 2 milioni di abitanti.
Il progetto di Trump
L'amministrazione statunitense, intanto, torna a parlare di trasferimenti forzati dei civili dell’area: il presidente, Donald Trump starebbe lavorando a un piano per trasferire in maniera permanente fino a 1 milione di palestinesi dalla Striscia alla Libia. Lo ha reso noto la Nbc News, sottolineando che gli Usa ne avrebbero già discusso con la leadership libica.
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