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Donald Trump è stato incriminato per la mancata restituzione di documenti classificati Donald Trump è stato incriminato per la mancata restituzione di documenti classificati  (AFP or licensors)

Usa, Donald Trump incriminato con sette capi d'accusa

L’ex presidente degli Stati Uniti è stato convocato dalla corte federale di Miami per le carte segrete trovate nella sua residenza di Mar-a-Lago, in Florida. Si tratta di accuse federali che gettano il Paese in una situazione senza precedenti, per la carica rivestita ma anche perché, ad oggi, Trump è il favorito nei sondaggi alla nomination repubblicana per le elezioni del 2024, e che potrebbe trovarsi ad affrontare Joe Biden

Sofiya Ruda – Città del Vaticano

Donald Trump è stato incriminato dai procuratori federali per aver portato via illegalmente dalla Casa Bianca documenti riservati che avrebbero dovuto essere consegnati agli Archivi di Stato. È stato convocato in tribunale a Miami martedì 13 giugno. Sette i reati contestati, tra cui false dichiarazioni e cospirazione per ostruire la giustizia, oltre all’aver trattenuto volontariamente i documenti. Per l’ex presidente si tratta della seconda incriminazione in pochi mesi, dopo l’ipotesi di corruzione e soprattutto di una prima storica: diventa il primo inquilino della Casa Bianca nella storia americana ad affrontare delle accuse a livello federale.

Una foto del 20 gennaio 2021 mostra gli assistenti di Trump che portano le scatole al Marine One prima che l'ex presidente parta dalla Casa Bianca nell’ultimo giorno del suo mandato
Una foto del 20 gennaio 2021 mostra gli assistenti di Trump che portano le scatole al Marine One prima che l'ex presidente parta dalla Casa Bianca nell’ultimo giorno del suo mandato

I documenti riservati

L’indagine sulle carte segrete di Trump è iniziata nel 2021, quando gli Archivi nazionali hanno notato che l'ex presidente non aveva consegnato tutte le carte all'uscita dalla Casa Bianca. Ne è partito un contenzioso sfociato poi nella perquisizione dell’Fbi della sua villa di Mar-a-Lago, in Florida, lo scorso anno e, ora, nell’incriminazione. La notizia era nell'aria da quando la procura federale, di cui è supervisore il consigliere speciale Jack Smith, 54 anni, ex procuratore all'Aja specializzato in crimini di guerra, aveva notificato ai legali dell’ex presidente l’avviso che il loro cliente era al centro dell’inchiesta. Un atto dovuto che presupponeva l'imminente incriminazione.

Le reazioni all'accusa

A dare la notizia, però, è stato lo stesso Trump con una serie di post pubblicati sulla sua piattaforma social Truth. “È un giorno buio per l'America", ha commentato l’ex presidente, che incassa anche la solidarietà di gran parte del fronte repubblicano, dichiarandosi “innocente” e parlando di “interferenza sul voto” del 2024. La Casa Bianca non commenta le accuse, mantenendo così la linea del silenzio sposata da Joe Biden. Per il presidente la partita è particolarmente delicata, visto che si è nel pieno della campagna elettorale per il 2024. Lapidario il commento dell’ex braccio destro di Trump, Mike Pence: “Trump ha sbagliato allora e sbaglia adesso”.

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09 giugno 2023, 09:04