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L'incontro tra Biden e Zelensky dello scorso mese alla Casa Bianca L'incontro tra Biden e Zelensky dello scorso mese alla Casa Bianca

Ucraina, Biden boccia la fornitura di caccia F-16 a Kyiv

La scorsa settimana il presidente americano aveva annunciato la decisione di inviare all’Ucraina 31 carri armati Abrams. In seguito il consigliere del segretario alla Difesa ucraino, Yuriy Sak, si era detto ottimista sulla possibilità di ricevere jet da combattimento occidentali, ma Biden ha scelto diversamente

Gianmarco Murroni – Città del Vaticano

Gli Stati Uniti non forniranno caccia F-16 all'esercito di Kiev. Lo ha chiarito il presidente statunitense Joe Biden, escludendo la possibilità che gli Usa inviino jet da combattimento in Ucraina. Solamente una settimana fa, lo stesso Biden aveva annunciato di voler rafforzare le difese ucraine con 31 carri armati Abrams, decisione che aveva reso fiducioso il segretario alla Difesa ucraino, Yuriy Sak, sulla possibilità di ricevere anche un aiuto aereo.

Aiuto europeo

Segnali positivi in merito all’invio di rinforzi aerei arriverebbero invece dall’Europa. Secondo il quotidiano britannico The Guardian, Andriy Yermak, il consigliere più anziano di Volodymyr Zelensky, ha suggerito che la Polonia è disposta a fornire all'Ucraina i caccia F-16. In un post pubblicato su Telegram, Yermak ha affermato che l'Ucraina ha avuto "segnali positivi" da Varsavia, anche se il primo ministro polacco è stato attento a sottolineare che il suo Paese avrebbe agito solo in consultazione con gli alleati della Nato: "Coordiniamo tutte le azioni volte a rafforzare le forze di difesa dell'Ucraina con i nostri partner della Nato", ha detto Mateusz Morawiecki. Nel frattempo, Il ministro della Difesa dell'Ucraina, Oleksiy Reznikov, è atteso oggi a Parigi, dove incontrerà il presidente francese Emmanuel Macron. A proposito della possibilità di invio dei caccia a Kiev, Macron ha detto che "nulla è vietato in linea di principio". A Parigi Reznikov incontrerà anche il ministro francese delle Forze armate, Sébastien Lecornu.

La minaccia di Putin a Johnson

A tenere banco sono anche le dichiarazioni rilasciate dall’ex premier britannico Boris Johnson al Washington Post. “Putin ha aperto la strada a Kiev nella Nato - ha affermato Johnson -, per decenni abbiamo usato un doppio linguaggio diplomatico ed è finito in un disastro totale. Ora agli ucraini dovrebbe essere dato tutto ciò di cui hanno bisogno per finire questa guerra”. Johnson rivela anche il contenuto di una telefonata avvenuta con Vladimir Putin poche settimane prima dell'invasione russa in Ucraina del 24 febbraio 2022, in cui il presidente russo avrebbe velatamente minacciato il suo interlocutore in risposta ai suoi tentativi di negoziazione: "Boris, non voglio farti del male, ma con un missile ci vorrebbe solo un minuto", sarebbero state le parole di Putin rivolte a Johnson. Il Cremlino, per bocca del suo portavoce Dmitry Peskov, ha negato le accuse dell'ex premier britannico: “Quello che Johnson ha detto non è vero, più precisamente è una menzogna”.

Brasile pronto a mediare

Dal Brasile arrivano, invece, le parole del presidente Lula: “Non siamo interessati a fornire munizioni da usare nella guerra tra Ucraina e Russia", ha affermato Lula in conferenza stampa a Brasilia. "Il Brasile è un Paese di pace. Ed è per questo che non vuole alcun tipo di partecipazione in questa guerra, neanche indiretta". Invece del sostegno materiale, Lula ha proposto un'iniziativa di mediazione guidata dal Brasile e dalla Cina per mettere fine alla guerra: "È necessario - ha detto - riunire un gruppo di Paesi abbastanza forte e rispettato e sedere assieme a loro al tavolo negoziale". Un'iniziativa che Lula ha già illustrato a Scholz e a Macron.

Polemica con la Croazia

Intanto Kiev ritiene ''inaccettabili'' le parole del presidente croato Zoran Milanovic, che ieri ha criticato l'invio di tank all'Ucraina e sostenuto che la Crimea non sarebbe più tornata sotto il controllo ucraino. "Consideriamo inaccettabili le dichiarazioni del presidente della Croazia che di fatto ha messo in discussione l'integrità territoriale dell'Ucraina", ha scritto il portavoce del ministero degli Esteri ucraino Oleg Nikolenko sulla sua pagina Facebook.

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31 gennaio 2023, 12:20