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Zuppi, il saluto a Mihajlović: “Uomo vero, colpiva la sua forza e sensibilità"

Il cardinale presidente della Cei, arcivescovo di Bologna, esprime il suo cordoglio alla famiglia dell’ex allenatore della squadra calcistica cittadina, a 53 anni, scomparso per una grave forma di leucemia. Eravamo amici, confida, e mi raccontò della sua malattia confidando “la sua fatica e vulnerabilità”. “In lui – ricorda dell’ex calciatore serbo - la voglia di lottare nella vita e in campo si univa a quella di fare squadra e di essere guida per i suoi giocatori”

Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano

“Sono vicino nella preghiera alla famiglia di Siniša. in questi anni l’ho incontrato più volte e abbiamo stabilito un rapporto di amicizia”. Si apre così il messaggio che l’arcivescovo di Bologna, cardinale Matteo Zuppi, ha voluto rendere pubblico dopo la notizia della scomparsa, in una clinica di Roma, di Siniša Mihajlović, 53.ne ex allenatore della squadra cittadina di calcio, e prima giocatore, in Italia, di Roma, Sampdoria, Lazio e Inter.

“Ha trasmesso nello sport i valori in cui credeva”

L’arcivescovo, e presidente della Conferenza Episcopale Italiana, esprime il cordoglio suo e della Chiesa di Bologna e partecipazione al dolore della moglie, dei figli e della famiglia. E rivolge un pensiero anche a tutti i bolognesi che in questi anni hanno conosciuto la sua testimonianza, in particolare il mondo sportivo, i giocatori, i dirigenti del Bologna Football Club, i medici e il personale sanitario che lo hanno seguito. “Mi mandò persino un saluto in occasione di una trasmissione televisiva – racconta ancora il cardinal Zuppi - Ricordo che mi raccontò sin dall’inizio della sua malattia, parlandone da uomo vero, e confidò la sua fatica e vulnerabilità. Disse, ricordando quando si recò a Medjugorje, ‘ho pianto come un bambino e sono diventato uomo’. Mi hanno colpito la sua forza e sensibilità, la sua testimonianza nella prova e nella vita. Ha saputo trasmettere i valori in cui credeva anche nell’attività sportiva, a cui con passione si è dedicato fino all’ultimo. In lui la voglia di lottare nella vita e in campo si univa a quella di fare squadra e di essere guida per i suoi giocatori. Molti cittadini e tifosi hanno pregato per lui anche recandosi in pellegrinaggio alla Madonna di San Luca, alla cui protezione ora, nella preghiera, lo affidiamo”.

Lascia la moglie Arianna e sei figli

Nato il 20 febbraio 1969, a Vukovar, nell’ex Jugoslavia, è stato anche commissario tecnico della Serbia e in Italia ha allenato Bologna, Fiorentina, Sampdoria, Milan e Torino. Aveva scoperto la sua malattia, una leucemia mieloide acuta, nel 2019. Lascia la moglie Arianna e sei figli

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16 dicembre 2022, 19:05