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Un momento della missione Aiea a Zaporizhzhia (Reuters) Un momento della missione Aiea a Zaporizhzhia (Reuters)

Ucraina: con la rete #StopTheWarNow per non lasciare solo chi subisce la guerra

Mentre l'Aiea alla centrale nucleare di Zaporizhzhia evidenzia "violazioni ripetute", la solidarietà psicologica e materiale alla popolazione non si ferma. Dalle 175 associazioni della società civile italiana, partite per l'Ucraina a portare segni di generosità concreta, le preoccupazioni per i giovani che qui stanno vivendo un "clima sempre più oscuro"

Roberta Barbi e Antonella Palermo – Città del Vaticano

Poche ore che sono bastate per acquisire “molte informazioni importanti”: così ha commentato la prima giornata di ispezioni il capo della delegazione e presidente dell’Aiea, Rafael Mariano Grossi. “Mi preoccupo e continuerò a essere preoccupato finché la situazione non sarà più stabile e prevedibile – ha detto – è ovvio che l’integrità fisica dell’impianto è stata violata più volte sia per caso sia deliberatamente”. Mentre gran parte della delegazione è rientrata, i controlli andranno avanti fino a domani, poi cinque esperti dell’agenzia continueranno a lavorare nello stabilimento.

Zelensky: obiettivo è la smilitarizzazione   

“La cosa fondamentale che dovrebbe accadere è la smilitarizzazione del territorio dello stabilimento, questo l’obiettivo degli sforzi ucraini e internazionali”, ha ribadito ieri nel suo consueto videomessaggio serale il presidente ucraino Zelensky che ha accusato i russi di non aver consentito l’ingresso a giornalisti ucraini e occidentali durante la visita dell’Aiea alla centrale. Intanto, proprio in merito alla missione dell’Aiea, Mosca fa sapere che dagli ispettori si aspetta “obiettività e conclusioni oggettive” mentre ha chiesto per il 6 settembre prossimo una riunione del Consiglio di sicurezza dell’Onu “sui bombardamenti in corso da parte di Kiev della centrale nucleare di Zaporizhzhia”. Lo riporta la Tass citando il primo vice-rappresentante permanente della Russia presso le Nazioni Unite, Dmitry Polyansky. Intanto, nella notte bombardamenti di parte russa sono stati effettuati a Kharkiv. A riferirlo è il sindaco della città che precisa: il distretto più colpito è quello di Kholodnogorsk. Cinque esplosioni, invece, sono state avvertite a Melitopol, città sotto il controllo russo: secondo alcuni testimoni un deposito di munizioni russe sarebbe stato distrutto dalle forze armate ucraine. La nave ucraina Lady Zehma, partita con a bordo tremila tonnellate di grano per l’Italia e diretta a Ravenna, si è arenata ieri nel canale del Bosforo, in Turchia. Secondo la tv turca non ci sarebbero stati feriti, ma il traffico nel canale sarebbe stato interrotto per motivi di sicurezza. Infine il Wall Street Journal, citando fonti ucraine, scrive che Kiev accusa Mosca di trasportare armi nei porti del Mar Nero utilizzando navi mercantili dalla Siria attraverso i canali controllati dalla Turchia ha chiesto formalmente ad Ankara di intervenire.  

Carovana della pace: non lasciare sola questa gente

“Non sappiamo come fermare questa guerra ma apprezziamo che ci siete vicini e non ci lasciate soli”: così il capo dell’amministrazione di uno dei quattro distretti di Mykolaiv, dove la Rete StopTheWarNow – in rappresentanza di 175 movimenti e associazioni italiani - ha portato in questi giorni tonnellate di aiuti umanitari. Nella città ucraina da due mesi, dove è stato donato un dissalatore, c’è un presidio dell’Operazione Colomba, il corpo nonviolento di pace della Comunità Papa Giovanni XXIII. Alberto Capannini offre un quadro desolante:

Ascolta l'intervista ad Alberto Capannini

"Mykolaiv è una città sul fronte dove ogni giorno ci sono bombardamenti sui civili, sulle abitazioni, l'università, persone che stanno per strada", racconta. "L'odio passa attraverso le generazioni se si utilizza la guerra - scandisce - e le prospettative diventano qui sempre più scure". Ricorda che si trovava nei campi profughi del Libano quando ha realizzato il primo viaggio, sei mesi fa, in Ucraina. "Le guerre avvelenano le società, speriamo che le classi dirigenti lo capiscano", denuncia e spiega che quello della Rete è un allarme lanciato dalle associazioni, dal basso, che può smuovere, al di là del lavoro delle diplomazie internazionali, le coscienze. "Su questo fronte muoiono cento ragazzi al giorno, solo dalla parte ucraina. Non si può tollerare una cosa del genere. Se c'è un problema di convivenza non si può usare la guerra per risolverlo". Auspica di avvicinare il giorno della fine della guerra con azioni molto concrete: vivere in prossimità accanto a queste persone che soffrono è un modo. Mette in guardia dall'usare la retorica: "La guerra è sintomo di qualcosa che manca e questo vuoto va riempito non a chiacchiere, con solidarietà, ma facendosi carico del dolore di chi soffre e subisce la guerra". L'invito è ancora una volta a non lasciarle da sole queste persone. "Non serve a niente una solidarietà solo virtuale che non salva la vita a nessuno".

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02 settembre 2022, 08:52