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Immagini da una "Marcia per le nostre vite", di bambini, genitori e attivisti contro l'uso delle armi dopo le ultime stragi nelle scuole. Qui in California l' 11 giugno Immagini da una "Marcia per le nostre vite", di bambini, genitori e attivisti contro l'uso delle armi dopo le ultime stragi nelle scuole. Qui in California l' 11 giugno 

Stati Uniti, primo storico accordo sul controllo delle armi private

Negli Stati Uniti è stato annunciato ieri un accordo tra 10 senatori repubblicani e 10 democratici per misure sul controllo delle armi possedute dai cittadini, dopo la mobilitazione seguita alle ultime stragi nelle scuole. Non è ancora operativo e non mette al bando i fucili semiautomatici ma prevede l’aumento dei controlli sugli acquirenti e il sequestro delle armi a chi è condannato per violenza domestica

Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano

Quello annunciato domenica da dieci senatori repubblicani e dieci democratici è il primo miniaccordo dopo 26 anni, segnati da stragi e sparatorie. Certo va ancora tradotto in disegno di legge, non tocca i fucili semiautomatici, come quello usato da Salvador Ramos per falciare 19 bambini e due insegnanti il 24 maggio scorso, nella sucola elementare di Uvalde, in Texas, e che da settimane il presidente Biden chiede vengano messe al bando. E non alza nemmeno da 18 gli anni di Ramos, a 21 anni la soglia per comprare una mitraglietta.

Una proposta con quattro provvedimenti importanti

Ma contiene quattro provvedimenti importanti: prima di tutto controlli più forti su chi compra armi, con più fondi per osservare il comportamento dei soggetti a rischio e la confisca di fucili e pistole a chi mostra segni di pericolosità. A famigliari, insegnanti e conoscenti viene chiesto di segnalarli attraverso una “red flag”, la bandiera rossa. Secondo punto, ed è una novità, anche partner, fidanzati o fidanzate, non solo coniugi, condannati per violenza domestica non potranno più possedere un’arma. Poi verranno stanziate più risorse per assistere e monitorare, tutti coloro che soffrono di disturbi mentali. Infine si annuncia, un po’ genericamente, che “verrà rafforzata la sicurezza delle scuole”.

La Marcia dell'11 giugno sul Ponte di Brooklyn a New York
La Marcia dell'11 giugno sul Ponte di Brooklyn a New York

Ci sono i numeri per un’approvazione in Senato

Proposte che hanno i numeri, in Senato, con almeno 60 voti, per essere approvate e superare lo storico ostruzionismo dei senatori repubblicani. E non ignorano la voce della maggioranza degli americani e delle migliaia di bambini, genitori e attivisti che hanno manifestato sabato 11 giugno a Washington, New York e in altre città del Paese, nella "Marcia per le nostre vite", e accolgono questa intesa come un piccolo, ma importante progresso.

Iniziativa partita da due senatori di Stati colpiti da stragi

Anche Joe Biden ha fatto sapere di “appoggiare” l’accordo. Due i senatori protagonisti della trattativa bipartisan: il democratico Chris Murphy, del Connecticut, lo Stato della sparatoria della scuola elementare Sandy Hook (il 14 dicembre 2012 furono uccisi 20 bambini e sei adulti) e il repubblicano John Corny, uno dei più stretti alleati del leader di minoranza, Mitch McConnell. Corny viene dal Texas, lo Stato di Uvalde.

“Proposta per proteggere i bambini americani”

In uno comunicato, i 20 senatori proponenti definiscono la loro “una proposta bipartisan e di buon senso per proteggere i bambini americani, dare sicurezza alle scuole e ridurre la minaccia di violenza attraverso il Paese. Le famiglie sono impaurite ed è nostro dovere lavorare insieme per raggiungere qualche risultato e contribuire a ristabilire il senso di protezione nelle nostre comunità”.

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13 giugno 2022, 08:50