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Il Parlamento finlandese discute l'adesione alla NATO Il Parlamento finlandese discute l'adesione alla NATO  

L'allargamento della Nato in risposta all'invasione russa dell'Ucraina

La speranza di Finlandia e Svezia di entrare nell'Alleanza, Paesi che, dopo 80 anni di neutralità, cercano protezione dall'atteggiamento della Federazione Russa. Il politologo Luciano Bozzo spiega come mai, in così poco tempo, la Nato, spesso considerata inutile, torni ad essere un sicuro riparo dalla guerra

Francesca Merlo - Città del Vaticano

Lo scopo della Nato di garantire la pace in Europa, di promuovere la cooperazione tra i suoi membri e di tutelare la loro libertà, è stata sminuita negli ultimi anni, con critiche verso l’Alleanza arrivate da tutto il mondo. Uno dei più grandi oppositori è stato Donald Trump, durante la sua presidenza. A spiegarlo a Vatican News è il politologo Luciano Bozzo, che ricorda come Trump abbia "spesso attaccato la Nato, definendola un’organizzazione ormai superata nonché un inutile spreco di risorse per gli Stati Uniti”. Naturalmente, continua Bozzo, le critiche erano numerose e provenivano anche dall’Europa.

Ascolta l'intervista con Luciano Bozzo

Il ritrovato interesse per la Nato

In questi 73 anni dalla fondazione della Nato non si è vista alcuna scena di guerra, in Europa, come quella che si ripete ormai da tre mesi in Ucraina. Questa guerra, infatti, “ha rilanciato in maniera straordinaria la Nato che, adesso, inizia a dimostrarsi appetibile per tutti coloro che, in Europa, si ritengano in Europa minacciati in riferimento alla situazione attuale”. La Svezia e la Finlandia, che negli ultimi giorni hanno iniziato il processo di adesione, evidentemente sono due tra i Paesi che sentono la minaccia rappresentata dalla Federazione Russa, per "quello che sta facendo in Ucraina, dopo aver aggredito in maniera ingiustificata e brutale questo Paese sovrano” dice Bozzo, aggiungendo che questa minaccia è ormai percepita in buona parte dell'Europa dell'est e anche in Scandinavia. L’idea della Nato come l'unica credibile garanzia di sicurezza, è uno degli effetti paradossali, prodotti dall'aggressione di Putin, che ha rilanciato un'Alleanza che appariva in crisi.

La neutralità in un periodo di paura

Bozzo ricorda anche che sia la Svezia che la Finlandia sono state, dalla fine della Seconda guerra mondiale, convinte nazioni neutrali, per un periodo quindi di quasi 80 anni. “Ci sono dei dati inoppugnabili” che confermano che è la paura della minaccia russa che sta cambiando il desiderio di questi popoli a mantenere questa neutralità. “Se prendiamo il caso specifico della Finlandia, che è stata la prima a chiedere l’adesione ufficiale all'Alleanza Atlantica – prosegue Bozzo - ogni sondaggio svolto tra il 1999 e il Gennaio del 2021, che aveva come scopo quello di valutare quale fosse la tendenza dell’opinione pubblica finlandese nei confronti della possibile adesione alla Nato, dava sempre lo stesso risultato: i favorevoli non superavano mai il 30% della popolazione. Le percentuali oscillavano da un minimo del 18% ad un massimo del 30%, ed era chiaro che la stragrande maggioranza dell'opinione pubblica finlandese era contraria all’adesione alla Nato, un discorso analogo, se non più forte, valeva per la Svezia”.

Il dopo aggressione russa all'Ucraina

Subito dopo l'inizio del conflitto in Ucraina, si era a febbraio, continua Bozzo, "un primo sondaggio dell'opinione pubblica in Finlandia dava un risultato completamente diverso: oltre il 50% dei finlandesi si dichiarava a quel punto favorevole all'ingresso del Paese nella Alleanza Atlantica. A marzo/aprile la situazione si è ulteriormente evoluta, con la percentuale salita al 60% ed oltre, l'ultimo sondaggio di opinione effettuato a maggio, pochi giorni fa, ha dato un risultato ancora più significativo, cioè che il 76% dei finlandesi è favorevole alla richiesta di adesione del Paese all'Alleanza Atlantica, ad essi si aggiunge un 11% di incerti, molti dei quali potrebbero a loro volta, prossimamente,  dichiararsi a favore dell’adesione". Ecco quindi, è la considerazione di Bozzo, che circa un 80% dei finlandesi, quindi una percentuale davvero considerevole, oggi è favorevole all'adesione alla Nato, quando, appena, due anni fa, si parlava soltanto del 30%.

La democrazia dell’adesione

Il processo di adesione è un processo democratico. Le richieste finlandese e quella svedese sono state presentate, "dopodiché i trenta Paesi che già sono membri dell'Alleanza Atlantica dovranno sottoporre a ratifica la modifica del trattato sul quale è fondata la Nato, per confermare l'ingresso di Stoccolma ed Helsinki".  Tale procedura richiederà alcuni mesi, naturalmente qualsiasi Paese membro dell'Alleanza potrebbe obiettare e non ratificare questa modifica, il che bloccherebbe l'adesione dei due Paesi. La guerra in Ucrainia, prosegue Bozzo, "è una guerra che oggi vede la Federazione Russa in gravi difficoltà. Le perdite umane e materiali sono state tantissime, i russi sono arretrati da aree del Paese che avevano occupato, macchiandosi di orrendi crimini contro l'umanità, senza calcolare le difficoltà da un punto di vista economico-finanziario per il regime di sanzioni che gli è stato imposto”. Ora, il fatto che Svezia e Finlandia vogliano entrare nell'Alleanza Atlantica “non è niente altro che un'ulteriore pennellata che si aggiunge a un quadro disastroso per il Russia, un quadro dal quale sarebbe bene che uscisse presto, nel suo interesse”.

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17 maggio 2022, 12:44